La sceneggiatura di Halloween scatena il web!
La sceneggiatura del nuovo Halloween di Rob Zombie ha fatto un po’ il giro di alcuni autorevoli siti di cinema, e non solo horror, ed ha ricevuto diverse opinioni. Bloody Disgusting prende due esempi: la “recensione” di Ain’t It Cool News e quella di Fangoria. Vediamo brevemente in sintesi cosa dicono.La stroncatura di AICN è
La sceneggiatura del nuovo Halloween di Rob Zombie ha fatto un po’ il giro di alcuni autorevoli siti di cinema, e non solo horror, ed ha ricevuto diverse opinioni.
Bloody Disgusting prende due esempi: la “recensione” di Ain’t It Cool News e quella di Fangoria. Vediamo brevemente in sintesi cosa dicono.
La stroncatura di AICN è abbastanza netta: lo script è troppo lungo, si dilunga inutilmente sulla storia dell’adolescente Michael (su 125 pagine ben 40 parlano della vita infantile ed adolescenziale del bambino) e a questo punto distrugge le ottime idee base di Carpenter. C’è da dire che l’autore della recensione è un fan accanito del primo Halloween e, pur avendo apprezzato La casa del diavolo, non ha per nulla amato La casa dei 1000 corpi: BD giustamente sottolinea come questa analisi sia un po’ prevenuta e in anticipo coi tempi.
Fangoria invece spera molto in questo progetto: sa che Zombie non è Carpenter e viceversa, sa bene che Zombie ha il suo stile e che non è quello del maestro. Ciò non vuol dire che Zombie sia per forza inferiore a Carpenter, è solo una differenza di stile che, leggendo anche lo script, salta subito all’occhio. Zombie vuole spiegare le “origini” di Michael e fa bene (al contrario di quanto sostiene l’autore della recensione precedente), anche quando descrive una scena in cui il bambino si masturba davanti alle foto degli animali da lui stesso uccisi; e poi spinge il pedale sulla violenza (assente praticamente nell’originale) e non lascia da parte le scene di nudo. E il remake sposta il centro da Laurie Strode al rapporto tra il Dott. Loomis e Michael: un po’ come Dr. Jekyll che non riesce a controllare la sua creatura Mr. Hide.
Si potrebbe dire che anche l’autore della seconda recensione sia prevenuto, forse perchè gli piace Zombie: ma le sue sono speranze, come possono essere le mie o quelle di qualcunque altro fan, ed è ben conscio che alla sceneggiatura manca tutto il resto: il film stesso.
E’ troppo presto quindi per giudicare, ma non per sperare. Eppure le stroncature hanno animato i fan di Carpenter e i fan di Zombie: chi già urla alla delusione, al disastro, chi al capolavoro, chi resta indifferente.
La risposta a questo polverone arriva direttamente dal regista: Zombie dice di aspettare, di non lasciarsi influenzare, di pensare con la propria testa solo dopo aver visto il film in sala. Non ci poteva essere risposta migliore.