Dracula Untold: Recensione in Anteprima
La Universal rilancia il mito di Dracula con un film sulla nascita del Signore delle Tenebre, ricco di effetti speciali e azione. Ma l’operazione è fallimentare
Sono quasi 100 anni che il mondo del cinema prende a piene mani dal Dracula di Bram Stoker, capolavoro gotico pubblicato nel 1897. Da quel lontano 1922, anno dell’uscita in sala di Nosferatu il vampiro, al Dracula ‘ufficiale’ targato Universal nel 1931, per poi volare nel corso dei decenni tra Hammer, Polanski, Andy Warhol, Mel Brooks, Francis Ford Coppola e l’involontariamente demenziale Dracula 3D di Dario Argento. Ebbene proprio la Universal Pictures ha voluto rimettere mano al mito del conte Vlad con un autentico ‘reboot’ del personaggio, ‘cavaliereuscurizzato’ sin dalla locandina di lancio, che vede il nero mantello di Luke Evans tramutarsi in decine di pipistrelli.
Tutt’altro che stufa di andare incontro a riavvii disastrosi, vedi Van Helsing di Stephen Sommers e soprattutto Wolfman di Joe Johnston, la Universal ha iniziato a pensare in ‘grande’ come da tempo avviene in casa Marvel e Dc Comics, se non fosse che i ‘mostri’ del passato non siano propriamente simili ai cinecomics di oggi. L’idea dello studios sarebbe dichiaratamente quella di far incontrare tutte le proprie spaventose maschere degli ‘anni d’oro’ in un’unica grande pellicola, alla Avengers per intenderci, da anticipare per tempo con titoli ad hoc dei vari personaggi. Primo tra tutti, neanche a dirlo. Dracula. Qui diventato Dracula Untold, con Luke Evans nei panni di colui che Stoker volle nei canini del vampiro più celebre di tutti i tempi. Vlad III di Valacchia, ‘l’Impalatore’ che impalava i propri nemici, passato alla storia per essere uomo crudele e sanguinario. Ma non in questo blockbuster molto fantasy, poco horror e incredibilmente scellerato nel dissanguare i lineamenti di un personaggio che da oltre un secolo affascina il mondo intero.
L’idea della major, più che affascinante in partenza, era quella di mostrarci ‘chi’ si nasconde dietro il personaggio di Dracula. Ovvero un essere umano realmente esistito. Vlad III, per l’appunto, nato nel 1431 in Transylvania, spedito dal padre alla tenera età di 6 anni dal Sultano Murad II di Costantinopoli, dove rimase per sei anni, imparando l’arte della guerra. Essendo la Transylvania posizionata in mezzo a due grandi imperi (quello Ottomano da un lato e quello Ausburgico dall’altro), Vlad III non conobbe altro che guerre, sangue e devastazione. Suo padre, Vlad II, apparteneva all’Ordine del Drago, organizzazione segreta di cavalieri cristiani che combatteva i mussulmani dell’Impero Ottomano. Ed è qui che prende vita il nome Dracula, che per l’appunto significa “drago/diavolo” in rumeno. Dopo la morte del padre, Vlad III governò la Valacchia e la Transylvania dal 1448 fino alla sua stessa morte nel 1476. Venne ucciso mentre combatteva i Turchi. La sua testa fu tagliata e mostrata per tutta la città di Costantinopoli. Fin qui, ribadiamo, parliamo di Storia.
Ebbene la Universal ha preso a piene mani da questi avvenimenti per miscelarli con gli scritti di Stoker. Il risultato, dispiace dirlo, è un pastrocchio senza arte ne’ parte che punta tutto o quasi sulla spettacolarizzazione dell’azione, cavalcando con scarso interesse la mitologia dei vampiri per poi trasformare l’anima stessa del ‘vero’ Vlad, qui amorevole padre, marito e Sovrano, pronto a dannare tra le fiamme dell’Inferno da qui all’eternità per salvare il proprio popolo e la propria famiglia. Ciò che era in parte riuscito con Biancaneve e il Cacciatore, ovvero ‘modernizzare’ una fiaba trascinandola nel doppio genere fantasy/action, è clamorosamente fallito con questo primo capitolo di una teorica ‘saga’. Perché Untold dovrebbe dare il via ad un nuovo ricco e fortunato filone horror dello studios. Affidato al debuttante Gary Shore, il film è platealmente scivolato sulla buccia dell’inadeguatezza registica, con un budget da 100 milioni di dollari finito tra le larghe maglie degli effetti speciali.
Essenzialmente trattenuto nella violenza, mai realmente esplicitata persino in combattimento, il Dracula formato blockbuster di Shore oscilla continuamente tra i generi, senza così riuscire a prendere una posizione chiara e definitva. L’effetto, a lungo andare, è straniante e persino stancante, anche se ci si trova dinanzi ad una durata di appena 90 minuti. Matt Sazam e Burk Sharpless, entrambi sceneggiatori dell’imminente Gods of Egypt, hanno partorito uno script per lunghi tratti inutilmente melenso, concentrando la propria attenzione sulla vita privata di Vlad, incredibilmente religioso e fermo difensore della Cristianità che dinanzi all’avanzare del nemico accetta di diventare un mostro. Perché c’è il proprio amore da salvaguardare. Verità menzognere che vanno a scontrarsi con la reale anima di Vlad, crudele in battaglia, impalatore e freddo nel trucidare i nemici, come ricordato lui da Charles Dance, indimenticabile Tywin Lannister in Game of Thrones e qui ‘Maestro’ di Dracula. Vampiro dei vampiri condannato alla dannazione eterna fino all’arrivo di un fascinoso Luke Evans, aitante, credibile nelle scene d’azione, poco carismatico per indossare gli abiti che furono di Gary Oldman e soprattutto mai concretamente ‘spaventoso’, se non sotto quintali di orribile trucco CG.
Tralasciando alcuni ‘omaggi’ alla mitologia di Dracula, vedi il sacrificio per amore, e la citazione nei confronti di Frankenstein (folla inferocita), nel film di Shore trovano ampio spazio gratuità hollywoodiane che nulla avrebbero dovuto a che fare con il personaggio ideato da Stoker. Qui rivisitato in chiave moderna con un eccesso talmente inutilmente spettacolare da spiazzare chi osserva, finendo così per precipitare involontariamente nel ridicolo. Più volte si ride in Dracula, in momenti che mai e poi mai avrebbero richiesto ilarità. La reazione dei soldati di Vlad dinanzi alla devastazione da lui portata a termine in battaglia (1000 uomini sconfitti in solitaria) non è altro che l’emblema di un film che pecca nel prendersi maledettamente sul serio dopo aver accettato qualsiasi tipo di compromesso per rendere Dracula una sorta di X-Men, eroe romantico per secoli alla disperata ricerca della propria amata, di fatto tutt’altro che involontaria colpevole della sua definitiva trasformazione in creatura della notte. Pronta a tornare con Dracula 2, che neanche troppo a sorpresa diventa realtà con la scontata scena finale. A meno che il box office, come già avvenuto con Van Helsing e Wolfman, punisca la recidiva e indifendibile Universal.
Voto di Federico: 3
Dracula Untold (Usa, horror, fantasy, 2014) di Gary Shore; con Luke Evans, Charlie Cox, Sarah Gadon, Dominic Cooper, Samantha Barks – uscita giovedì 30 ottobre 2014.