Hannibal Lecter – Le origini del male: un divertissement
Tra circa due settimane, esattamente il 9 febbraio, potremo vedere al cinema Hannibal Lecter – Le origini del male, in originale Hannibal Rising, il nuovo film su una delle figure più affascinanti del thriller. Tra le varie reazioni che un po’ tutti abbiamo avuto all’uscita della prima notizia (quando ancora il progetto era intitolato Young
Tra circa due settimane, esattamente il 9 febbraio, potremo vedere al cinema Hannibal Lecter – Le origini del male, in originale Hannibal Rising, il nuovo film su una delle figure più affascinanti del thriller.
Tra le varie reazioni che un po’ tutti abbiamo avuto all’uscita della prima notizia (quando ancora il progetto era intitolato Young Hannibal – Behind the mask), ossia “ma basta”, “ma che senso ha”, ecc., le notizie si sono alternate ad immagini e a trailer, fino all’uscita, due lunedì fa, del libro di Thomas Harris da cui è tratto il film di Peter Webber. Ma oggi, come ho fatto già l’ultima volta che abbiamo trattato dell’ultimo capitolo del Dott. Lecter, voglio dirvi un paio d’impressioni sul libro.
Certo, qui si parla di cinema e non di letteratura e sicuramente il sottoscritto non vuole recensire un libro (per questo ci sono i bravissimi compagni di Booksblog), ma vista l’uscita imminente del film e visto che il personaggio di Hannibal ha preso forma sia tra le pagine dei libri sia tra i fotogrammi dei film lo si fa comunque. E la premessa è d’obbligo: le avventure del “nostro” mi piacciono e non poco.
In questo senso, Hannibal Lecter – Le origini del male mi ha abbastanza divertito. In primis perchè è un libro da consumare in fretta (non abbiate paura delle dimensioni del volume: sono pronto a scommettere che in una versione tascabile e scritta in piccolo diverrebbe un volumetto), e poi appunto per la mia passione per il personaggio. Quindi chi non ama particolarmente la saga troverà il libro abbastanza inutile. Cosa che, comunque, non mi vedrebbe in disaccordo: che senso ha rovinare l’aura di mistero che ruota attorno ad un personaggio come Hannibal Lecter, che ben ha impersonificato l’idea di male e mistero in una miscela affascinante (cosa che ha fatto sì che avesse tanto successo), con un prequel? Per di più se le spiegazioni sono le più razionali possibili: un trauma dovuto non solo alla guerra ma anche al fatto che la sorella Mischa fu mangiata da un gruppo di nazisti (la cosa era accennata già in Hannibal, ma restava lì, nell’aria). Ecco spiegato il perchè del cannibalismo e della furia omicida.
Detto questo, la prima parte del libro è piuttosto convincente, soprattutto per quanto riguarda la descrizione dei luoghi (in questo Harris è sempre stato bravo), vedi il castello della famiglia Lecter (che fa molto Dracula, non so perchè!). Il resto, ossia la vita del giovane Hannibal assieme alla zia Lady Murasaki e la vendetta che il ragazzo si prende nei confronti degli assassini della sorella (molto Kill Bill), è abbastanza scontato. Un’operazione commerciale? Di sicuro lo è, per un autore (che non scrive affatto male) che comunque ha avuto successone con un libro (non Drago rosso ma il successivo Il silenzio degli innocenti) e che poi ha proseguito sulla strada della fortuna con quel personaggio che gli ha dato molte palanche.
Hannibal Lecter – Le origini dal male è un libro che, per quanto mi riguarda, scivola via senza ferire o irritare, e che porta Lecter verso le sue prime vere “avventure” negli States (qui, ovviamente, siamo in Europa).
Il film, ad ogni buon conto, è ad alto rischio di ridicolo: a meno che non sia scritto bene, ed intendo in primis i dialoghi, ci potrebbe essere una freddezza di fondo che risulterebbe più volte imbarazzante. Lady Murasaki, nei comportamenti e nel modo in cui parla, è molto elegante e “nobile”: ma alcune sue frasi ad effetto (e alcune delle sue poesie e dei suoi haiku) sul grande schermo potrebbero avere un effetto risibile. E’ un’idea che mi son fatto leggendo il libro, certo, e spero che la bravura di un’attrice come Gong Li (scelta azzeccata per il personaggio) faccia sì che questo rischio non ci sia.
Chi mi sembra sempre più azzeccato, vedendolo anche nel trailer, è Gaspard Ulliel: non vedo l’ora di vedere se la sua sarà una prova di valore oppure se l’idea che mi sono fatto, ossia quella di un attore francese emergente bello e speriamo convincente, sia del tutto sbagliata…