Roma 2014 – Lo Sciacallo – Nightcrawler: Recensione in Anteprima
Jake Gyllenhaal cinico e terrificante protagonista da Oscar ne Lo sciacallo, debutto da applausi per Dan Gilroy
Apprezzato a Toronto, in uscita la notte di Halloween negli Usa e il prossimo 13 novembre in Italia, Nightcrawler – lo Sciacallo ha segnato l’esordio alla regia di Dan Gilroy, sceneggiatore di The Bourne Legacy che ha qui tentato il grande salto passando in prima persona dietro la macchina da presa. Sbalordendo. In programma nella sezione Mondo Genere del Festival Internazionale del Film di Roma, il thriller ideato dal fratello di Tony, regista di The Bourne Legacy, e gemello del montatore John, ha portato nella Capitale una delle maschere più spaventose della nona edizione. Quella di un Jake Gyllenhaal cinico ed arrivista, dimagrito una ventina di kg e scavato nel volto, con quegli enormi occhi da avvoltoio pronti a catapultarsi sulla vittima di turno. Per azzannarla al collo e farla morire dissanguata.
Jake è infatti Louis Bloom, giovane ladruncolo senza scrupoli che ha deciso di dare una svolta alla propria esistenza. Facendo carriera in un mondo, quello dei videoreporter televisivi, che tutte le notti volano per le strade di Los Angeles a caccia di furti, incidenti d’auto, scontri a fuoco, omicidi e suicidi. Camera in spalla, radio della polizia sempre a portata di mano, privi di un qualsiasi straccio di pudore e a bordo di bolidi, questi sciacalli mediatici vivono delle disgrazie altrui. Per poi immortalarle e vendere il materiale video ai network televisivi che più denaro sborsano.
Ne Il Capitale Umano di Virzì entravano in gioco i periti assicurativi, in grado di ‘pesare’ la morte di una persona in base alle aspettativa di vita, alle sua potenzialità di guadagno e alla quantità e alla qualità del suoi legami affettivi. Nel caso di Nightcrawler è l’ipotetico share di riferimento a tramutare in cifre il dolore altrui, la paura, il dramma, il sangue. Nella Los Angeles notturna e criminale che 10 anni fa Michael Mann rese immortale con Collateral, Gilroy ha dato vita ad un thriller adrenalinico in cui si scontrano ed incrociano etica e morale. L’etica giornalistica, sempre più affossata dal più remunerativo sensazionalismo, che va conseguentemente ad abbattere quel flebile muro che separa il bene dal male, ciò che è giusto fare da ciò che è sbagliato.
Lo spaventoso Louis Bloom, giovane solitario perché incapace di relazionarsi con chiunque altro se non per raggiungere un determinato tornaconto personale, è la rappresentazione plastica di questo scontro. Perché ha pianificato il proprio futuro, calcolando rischi e possibilità, tanto dall’essere disposto a tutto pur di riuscirci. Sin dai primi minuti Gilroy ci mostra quel che è Gyllenhaal. Un delinquente, dal sorriso ingiallito ma affabile e dagli occhi inquietanti e penetranti, con un fisico smilzo e una parlantina travolgente. Che ti scuote e disorienta. Jake, mai così bravo dai tempi de I segreti di Brokeback Mountain, ha dato vita ad un personaggio che è già di culto. Calcolatore, subdolo, violento, intelligente e malato. Eppure vincente.
Rene Russo, moglie del regista nella vita di tutti i giorni e qui direttrice news di un canale locale di LA che non si farà scrupoli a manipolare l’informazione a proprio piacimento per costruire ‘storie’ che possano colpire lo spettatore, non è altro che l’altra faccia della cinica medaglia dipinta da Gilroy. Una medaglia che vede i media barattare la dignità altrui per un pugno di ascoltatori. Che automaticamente portano popolarità, pubblicità, investimenti, assuzioni, lavoro. E’ un circolo vizioso da cui si fa fatica ad uscire, e in cui solo gli ‘sciacalli’, neanche a dirlo, possono banchettare.
Costruito un personaggio memorabile perché indifendibile, terrificante eppure affascinante, Gilroy ha poi montato un film incalzante, anche perché trainato da uno script che perfettamente si evolve, vivido e penetrante nella fotografia notturna e grandangolare di Robert Elswit e a dir poco travolgente nella colonna sonora con risvolti elettronici di James Newton Howard. Diretto con mano ferma e visibilmente capace anche nelle scene d’action, basti pensare al fiammeggiante inseguimento finale per le strade di Los Angeles, Nightcrawler non è altro che il riflesso deformato del giovane contemporaneo, alienato e frenato da un futuro senza vie d’uscita, in cui il posto fisso è un sogno irrealizzabile e lo stage non pagato è all’ordine del giorno. Per questo motivo il coyote/spugna d’informazioni Gyllenhaal si trova quasi ‘costretto’ a tramutarsi in mostro, in quanto rifiutato da altri datori di lavoro a causa del proprio passato da ladro di strada. Un personaggio spaventoso plasmato da quello stesso mondo che finirà per annegare nell’orrore da lui creato, vendendo paura televisiva all’assetato spettatore per far cassa pubblicitaria.
Voto di Federico: 8.5
Lo Sciacallo (Nightcrawler, Usa, 2014) di Dan Gilroy; con Jake Gyllenhaal, Bill Paxton, Rene Russo, Ann Cusack, Kevin Rahm, Riz Ahmed – uscita giovedì 13 novembre 2014.