Il segreto del suo volto: il trailer italiano del film di Christian Petzold
Dopo essere stato presentato al Festival di Roma 2014, sbarca nelle sale d’Italia “Il segreto del suo volto”
Arriva finalmente nei cinema italiani (il 19 febbraio) il film Il segreto del suo volto (Phoenix) diretto da Christian Petzold e interpretato da Nina Hoss, Ronald Zehrfeld, Nina Kunzendorf, Michael Maertens, Imogen Kogge, Kirsten Block, Uwe Preuss, Eva Bay, Jeff Burrell. Qui sopra potete vedere l’intrigante trailer italiano e qui sotto leggiamo insieme la trama ufficiale. Vi rimandiamo alla nostra (positiva) recensione.
Giugno 1945. Sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, Nelly torna a Berlino, dov’è nata, gravemente ferita e col volto sfigurato. Ad accompagnarla c’è Lene, impiegata dell’Agenzia ebraica e amica di Nelly da prima della guerra. Senza neppure aspettare di essersi ripresa dall’intervento di chirurgia plastica al viso, e contro il parere di Lene, Nelly parte alla ricerca di suo marito, Johnny: l’uomo che ha cercato fino alla fine di proteggerla dalla persecuzione nazista. I familiari di Nelly sono tutti morti nell’olocausto. Johnny è convinto che anche sua moglie sia morta. Quando finalmente Nelly lo rintraccia, Johnny intravede solo una vaga somiglianza e non crede che possa trattarsi veramente di sua moglie. Per mettere al sicuro l’eredità della famiglia di lei, però, Johnny propone a Nelly di assumere l’identità della moglie morta. Nelly accetta e diventa l’impostora di se stessa. Vuole sapere se Johnny l’amava veramente, e se l’ha tradita. Vuole riprendersi la sua vita.
Note di Regia
Primo giorno di riprese: un bosco di betulle, un soldato della Wehrmacht, alcune donne con la divisa del campo di concentramento. Il nostro punto di riferimento era una fotografia che ci era stata fornita dalla Shoah Foundation: l’immagine sgranata e a colori di un incrocio nella foresta, nella luce a chiazze del mattino. E, guardando meglio, la morte: un cadavere nell’erba. Durante le riprese, ci siamo subito accorti che qualcosa non andava: la luce era buona, l’inquadratura anche, eppure la scena non funzionava. La ricostruzione dell’orrore, la rappresentazione di Auschwitz, dentro e fuori dal campo, apparivano finte, forzate. Sembrava quasi che stessimo dicendo: “È arrivato il momento. Ora condenseremo quell’orrore in una storia e gli daremo un ordine e un senso”. Abbiamo preso tutto il girato di quel giorno e l’abbiamo buttato via.
Lo storico Raul Hilberg ha scritto che il terrore seminato dai nazisti e dalla massa obbediente impiegava tecniche già note. La novità erano i campi di sterminio: l’eliminazione su scala industriale di esseri umani. Per le vecchie tecniche c’erano canzoni, storie, letteratura… Per l’olocausto non esisteva niente di tutto questo.
Uno dei testi che ci hanno più influenzato durante la preparazione del film è stato Ein Liebesversuch (Un esperimento d’amore) di Alexander Kluge. La vicenda è ambientata ad Auschwitz. Alcuni nazisti guardano attraverso uno spioncino dentro una stanza chiusa. Stanno osservando una coppia di ebrei che, come risulta dai loro archivi, un tempo erano follemente innamorati. Vogliono che la coppia faccia l’amore. Lo scopo è quello di stabilire se la donna è stata sterilizzata con successo.
Provano di tutto: champagne, luci soffuse, acqua gelata spruzzata addosso nella speranza che il freddo induca i due a cercare un po’ di calore e a riavvicinarsi. Ma non succede niente. In un certo senso, il fallimento dei medici nazisti è una vittoria dell’amore: un amore perduto che non accetta di farsi comandare da quei criminali.
È un testo che ci ha colpito profondamente. Ci siamo chiesti: è possibile fare un balzo indietro nel tempo al di là del baratro nichilista scavato dal nazionalsocialismo, e ricostruire cose come l’amore, la compassione, le emozioni, l’empatia, la vita?
Nelly non accetta l’idea che le storie, le canzoni, le poesie e perfino l’amore non siano più possibili. Vuole riportare indietro il tempo. Mi interessano le persone che si rifiutano di accettare qualcosa, e che per farlo vanno dritte per la loro strada armate di coraggio e determinazione.
Christian Petzold