Fast & Furious 7: Recensione in Anteprima
Fast & Furious 7 saluta Paul Walker e guarda al futuro del franchise. Leggi la nostra recensione in anteprima
E alla fine arrivò il giorno in cui Fast & Furious 7 si è finalmente mostrato in sala, regalando ai fan della saga l’ultima apparizione di Paul Walker. Sarebbe dovuto uscire nel luglio del 2014, il settimo capitolo di questo fortunato e ricco franchise Universal. Poi la morte improvvisa del co-protagonista, avvenuta il 30 novembre del 2013, poche settimane dopo il via alle riprese, cambiò tutte le carte in tavola. James Wan, mai ritrovatosi con un budget tanto imponente e chiamato a non far rimpiangere Justin Lin, apprezzato regista degli ultimi 4 capitoli, ha così dovuto riscrivere la sceneggiatura, ingaggiare i fratelli di Paul come ‘controfigure’ ed affidarsi ai maghi della CG per rendere almeno ‘credibile’ il personaggio di Brian O’Conner per la durata dell’intera pellicola.
Perché la Universal, e qui bisogna sottolineare il coraggio produttivo nell’aver intrapreso una scelta simile, non ha voluto imboccare la strada più semplice, quella ovvia e scontata, leggi morte cinematografica. Una decisione impegnativa e particolarmente complicata da portare avanti, tramutando l’intero script in una storia di vendetta e celebrazione, da parte dei compagni di Walker al divo tragicamente scomparso.
Furious 7 riprende la sua corsa un anno dopo i fattacci di Londra, visti in Furious 6, con Dom e Brian di nuovo a casa, a Los Angeles. E se il primo cerca disperatamente di riavvicinarsi a Letty (Rodriguez), il compagno di mille avventure lotta per ambientarsi alla vita di periferia con Mia (Brewster) e il loro figlio. All’insaputa di tutti, però, il pericolo è ovviamente alle porte, ed ha la forma di un sanguinario killer delle forze speciali inglesi che rivendica un conto in sospeso. Si chiama Deckard Shaw (Statham) e sta dando loro la caccia per vendicarsi della morte di suo fratello minore Owen (Luke Evans), avvenuta durante la loro ultima missione. Il terrore seminato da Shaw diverrà realtà con il brutale assassinio di Han (Sung Kang) a Tokyo ed il tentato assassinio di Hobbs a Los Angeles. Il regolamento dei conti diventa così personale. Perché quando Deckard fa saltare in aria la casa di Toretto, simbolo della famiglia e della riconquistata libertà, Dom inizia ad aver sete di vendetta. Per questo motivo accetta di collaborare con un agente governativo di alto livello (Russell), alla disperata ricerca di un ignegnoso dispositivo di tracciamento che in mani ostili potrebbe diventare catastrofico. Dom, Brian, Hobbs, Letty, Roman, Tej e Mia, di nuovo tutti insieme appassionatamente, dovranno quindi affrontare e sconfiggere una micidiale minaccia volando dagli States ad Abu Dhabi passando per l’Azerbaigian. Prima di poter tornare nuovamente a casa.
9 anni fa, con l’uscita in sala di Tokyo Drift, il franchise Fast & Furious si credeva finito, esaurito, al termine della trilogia. Poi quasi per magia, nel 2009, il miracoloso risveglio con The Fast and the Furious, che vide il ritorno di Diesel e Walker, poi diventato rinascita ed esplosione con i successivi Fast Five e Fast & Furious 6. Incassati quasi 2 miliardi di dollari con solo questi ultimi due capitoli, in casa Univesal si preparano ad aggiornare il libro dei record con Fast & Furious 7, pronto a sbancare come non mai i botteghini e ovviamente ‘segnato’ dalla presenza di Paul, morto proprio durante le riprese. Chris Morgan e James Wan hanno rielaborato l’intero script in funzione del concetto di ‘famiglia’, perché Dom e Brian non erano banalmente amici, ma di fatto ‘parenti acquisiti’. Ed è proprio partendo da questo profondo sentimento che Furious 7 prende vita, dal bisogno di vendicare la morte cinematografica di Han e parallelamente omaggiare quella purtroppo reale di Walker. Wan, fino ad oggi visto sempre solo e soltanto nel meraviglioso mondo degli horror, da lui reso più volte ‘iconico’ nel corso degli anni, vedi Saw, Insidious e The Conjuring, ha qui pilotato un genere a lui nuovo, ma senza mai realmente uscire fuori strada. Anzi, pigiando sull’acceleratore fino a mandarlo in fumo.
Perché l’eccesso, in Fast & Furious 7, viene servito su piatti d’argento che continuamente arrivano a soddisfare lo spettatore. Digeriti i primi minuti in cui la pellicola sembrerebbe quasi fare fatica ad ingranare la marcia, anche a causa di un Walker visibilmente ‘ritoccato’ al computer, il film inizia presto a battere l’autostrada dell’assurdo e dell’esagerazione no-sense. Autobomili catapultate in volo da 10.000 metri d’altezza, grattacieli da ‘sorvolare’ ed ‘abbattere’ sfrecciando a 300 all’ora, dirupi alti centinaia di metri in cui tuffarsi a volo d’angelo che miracolosamente diventano vie di fuga, camion in caduta libera da evitare correndo a perdifiato sul tettuccio, droni micidiali da seminare, scazzottate infinite in cui nessuno sembra farsi veramente male, villain immortali e fisicità mai tanto indistruttibili come in quest’occasione. Un frullato di follia e meravigliosa stupidità che si potrebbe quasi definire magnetico, grazie anche ad una padronanza registica spaventosa, con colossali scene d’azione, eccitanti duelli corpo a corpo (Statham-Diesel, Johnson-Statham, cat fight Michelle Rodriguez e doppio Walker-Tony Jaa), suicidi frontali automobilistici e non pochi applausi spontanei di divertimento misto ‘wtf?!?’ pronti ad interrompere più e più volte la visione.
A differenza degli ultimi capitoli, che erano riusciti a bilanciare spettacolarità e ‘senso’ di scrittura, in Fast & Furious 7 accade semplicemente di tutto. Senza preoccuparsi troppo di intrecci e motivazioni varie, Wan e Morgan hanno dichiaramente scelto la via della ‘caciara’ visiva, fregandosene persino dei pochi personaggi inediti. Statham vuole solo e soltanto vendetta, mentre Kurt Russell entra ed esce dal film senza svelare nulla di se’ (ma il nome dice tutto, Mr. Nobody), se non quel sorriso che qualcosa sotto sotto nasconde, con Djimon Hounsou, infine, apoteosi del nulla narrativo. Il suo cattivissimo Jakande da’ ordini e impreca, per poi fermarsi. Puro e semplice tassello aggiuntivo per alimentare ancor di più esplosioni e inseguimenti. Meno presente rispetto al recente passato ma come al suo solito strabordante Dwayne Johnson, memorabile Terminator nel gesso di un Hobbs in grado di frantumarlo con la sola potenza del bicipite, e con Walker, come detto, per metà pellicola ‘ricreato’ in CG lavorando sul volto dei fratelli, ingaggiati come controfigure. Spesso ripreso di spalle, da lontano o di sbieco, il suo Brian saluta un franchise che l’aveva sempre visto presente, Tokyo Drift escluso, incassando il commosso omaggio della sua famiglia cinematografica capitanata da quel Vin Diesel, qui anche produttore, a cui è spettato il compito dell’addio conclusivo, definitivo e dichiarato, a parole, con un’ultima corsa fianco a fianco 14 anni dopo la prima volta, per poi imboccare due strade diverse. Perché Fast & Furious non finirà qui, con questo settimo, divertente, delirante, esplosivo, imperfetto, esagerato e straordinariamente sconclusionato capitolo, ma proseguirà per chissà quanti chilometri ancora. Diversi dai precedenti, ma non obbligatoriamente meno elettrizzanti.
Voto di Federico: 6/7
Fast & Furious 7 (Usa, action, 2015) di James Wan; con Vin Diesel, Paul Walker, Dwayne Johnson, Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris Bridges, Jordana Brewster, Djimon Hounsou, Jason Statham, Tony Jaa, Lucas Black, Kurt Russell, John Brotherton, Nathalie Emmanuel, Iggy Azalea, Ronda Rousey, Catherine Chen, Elsa Pataky – uscita giovedì 2 aprile 2015.