Centochiodi: un addio carico di riflessione e umanismo
Centochiodi (Italia, 2007) di Ermanno Olmi; con Raz Degan, Luna Bendandi, Amina Syed, Michele Zattara.Le religioni non hanno mai salvato il mondo. Hanno semmai in primis aiutato i potenti, hanno dato consensi, via libera, censure, hanno comandato, sono state oggetto di fraintendimenti e di scuse per fare guerre, e poi in secondo luogo saranno servite
Centochiodi (Italia, 2007) di Ermanno Olmi; con Raz Degan, Luna Bendandi, Amina Syed, Michele Zattara.
Le religioni non hanno mai salvato il mondo. Hanno semmai in primis aiutato i potenti, hanno dato consensi, via libera, censure, hanno comandato, sono state oggetto di fraintendimenti e di scuse per fare guerre, e poi in secondo luogo saranno servite alle persone che hanno trovato nella fede il loro perchè. Ma non hanno mai salvato il mondo. E tutti quei libri, che ora si trovano inchiodati al pavimento della biblioteca di un’università di Bologna, restano solo dei testi, falsi amici fidati in cui trovare conoscenza per fondare teorie su teorie, ma che allontanano dall’umanità.
E’ bello e imperfetto l’ultimo -in tutti i sensi- film di finzione di Ermanno Olmi, in apparenza una pellicola che dispensa perle anche troppo risapute e masticate e che in verità è più difficile di quello che si crede. Fraintendibile sin dalla frase “Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico” (spero che nessuno dopo questo non si legga mai più un libro in vita sua!), fraintendibile nella figura del nuovo Cristo/professore interpretato da Raz Degan, con tutta la trafila di “apostoli” alle spalle che altri non sono che gli abitanti di una campagna nelle vicinanze del Po. E’ una similitudine, una metafora che pianta le sue radici nell’umanità, “imita” il cammino di Gesù ma racconta il presente con un umanismo che deve far riflettere.
E’ anche vero che a volte l’imbarazzo è dietro l’angolo (Luna Bendandi, quando recita in italiano e non in dialetto è francamente insentibile), che alcune frasi sono più teatrali che cinematografiche, ma attenzione a non bocciare subito la pellicola per alcune situazioni che all’apparenza possono risultare di rara banalità. Ed è un dato di fatto che l’uso della macchina da presa sia quello di un cinema di altri tempi, in cui il paesaggio aveva una sua funzione e non era solo uno sfondo, e in Centochiodi è un personaggio pieno di linfa, vive fra gli alberi, nell’acqua, fra la sabbia, nel casolare prima disabitato, e riconferma l’occhio e il cuore di un autore che dovrebbe continuare, nonostante le difficoltà pratiche ed economiche, a fare fiction, anche perchè è lo stesso pubblico che lo premia ogni volta.
Raz Degan è fisicamente perfetto nel suo ruolo (ma è doppiato da Adriano Giannini), e offre una prova comunque in un certo senso abbastanza sorprendente. E non mancano momenti in cui il film fa sorridere e rilassare, e guardacaso sono spesso le situazioni in cui i protagonisti vivono le loro esperienze quotidiane, come stare sdraiati sulla spiaggia o bere tutti assieme un bel bicchiere di vino dopo una lunga giornata di lavoro. Ed è bello notare che, nonostante gli evidenti difetti che si notano nel corso del film, dopo un finale del genere ad Olmi si può perdonare questo ed altro, perchè usciti dalla sala ci si pensa e si ripensa su…
Voto Gabriele: 7