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Venezia 2012 – Thy Womb: il trailer del film di Brillante Mendoza

Il regista filippino più celebre del momento racconta una storia commovente ambientata tra la popolazione Bajau. In concorso a Venezia: ecco il trailer.

12 Agosto 2012 08:30

Ad affiancare lo sconvolgente Kim Ki-duk di Pietà e il Takeshi Kitano del sequel Outrage Beyond, sul versante orientale troviamo Brillante Mendoza con Thy Womb, una delle sorprese del concorso della 69. Mostra del cinema di Venezia. Una sorpresa in quanto, solo qualche mese fa, il regista filippino aveva portato in concorso al Festival di Berlino il suo Captive con Isabelle Huppert. Non una novità, a dire il vero, visto che nel 2009, dopo aver vinto quattro mesi prima a Cannes il premio per la regia di Kinatay, Mendoza portava al Lido come film-sorpresa il suo bel Lola.

Thy Womb, che passerà in concorso giovedì 6 settembre, è interpretato da Nora Aunor, celebre attrice filippina dalla lunghissima e premiata carriera, e da Bembol Roco, Lovi Poe e Mercedes Cabral, con il regista già nel precedente Captive. Ecco alcune dichiarazioni di Mendoza sul film, scovate su ES, con le quali il regista ci illumina sulla popolazione che descriverà, i Bajau:

Il mio obiettivo è di celebrare delle persone non violente che vivono in un mondo davvero violento. I Bajau, una delle popolazioni più interessanti delle Filippine meriodionali, sono persone che provengono dal mare, e si trovano anche in Malesia e nell’arcipelago dell’Indonesia. Vengono chiamati anche “zingari del mare”, e sono bravi nel costruire diversi tipi di barche, e sono comunemente conosciuti come pescatori, ricercatori di perle e tessitori di tappeti.

Dopo il salto, Mendoza spiega anche la storia del film ed entra nel dettaglio sulla situazione dei Bajau:

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Thy Womb esamina le nature opposte di due donne, ovvero la sterilità di Shaleha (Nora Aunor) e la fertilità di Mersila (Lovi Poe), per riflettere sulla condizione di vita a Tawi-tawi, un posto dotato di bellezza naturale e ricche risorse, ma schiacciato da una crisi socio-politica. Tra inferno e paradiso, l’ambientazione e i sobborghi di Thy Womb ci ricordano costantemente che ci sono conflitti di ieri ancora oggi irrisolti.

I Bajau sono considerati, dei diversi gruppi etnici della regione, tra i più primitivi ed oppressi, ed assumono uno status di subordinazione nella loro comunità, che include anche i Samal e i Tausag. Ma nonostante ciò, i Bajau sono percepiti come non-aggressivi, indulgenti, appagati e felici.

Si dice che i Bajau si spostano di continuo, portando le loro case galleggianti (lepa-lepa), vagabondando costantemente, vivendo in armonia con la natura. Fino ad oggi, sono sempre guardati dall’alto in basso e disprezzati dalle altre etnie, così restano inoffensivi, senza aiuto e quasi impotenti. Ma nel profondo dei loro cuori, sono davvero così, o è solo un altro modo di vivere semplicemente non capito da quelli ormai troppo abituati alla violenza?

Con un’intensa ricerca ed una rappresentazione veritiera dei personaggi e delle loro situazioni, come si vedrà nel racconto commovente di una coppia anziana e senza figli che decide di trovare la madre del loro tanto atteso primo figlio, spero che Thy Womb mostri un pezzi di vita nel miglior modo possibile.