Cannes 60, i premi: Palma d’Oro a 4 luni, 3 saptamini, si 2 zile
E’ finita: Cannes 60 ha i suoi vincitori. Trionfa Cristian Mungiu col film che forse ha più toccato i cuori di chi l’ha visto, ovvero 4 luni, 3 saptamini, si 2 zile: duro, shockante, si prevede un grande successo in tutto il mondo per un film che ha fatto parlare di sè sin da subito.
E’ finita: Cannes 60 ha i suoi vincitori. Trionfa Cristian Mungiu col film che forse ha più toccato i cuori di chi l’ha visto, ovvero 4 luni, 3 saptamini, si 2 zile: duro, shockante, si prevede un grande successo in tutto il mondo per un film che ha fatto parlare di sè sin da subito. Il suo regista, mentre ritira la Palma d’Oro dalle mani di Jane Fonda, dichiara di essere felicissimo soprattutto perchè il film potrà avere un’ampia distribuzione e portare a tutti il suo messaggio. Che è sì di umanità, ma anche una speranza per i giovani cineasti in giro per il mondo, che anche senza un mega-budget e senza star possono permettersi di dirigere film se avranno qualcosa di bello da dire.
Ma andiamo con ordine: dopo l’inizio della cerimonia di chiusura, presentata da una splendida Diane Kruger, meno emozionata e impacciata rispetto alla cerimonia d’apertura, si passa alle premiazioni per il miglior corto e alla consegna della Camera d’Or, il premio per la miglior opera prima, contesa da trentatre film: menzione speciale per Control di Anton Corbijn, ma il premio va a Meduzot.
Entrano Stephen Frears e il resto della giuria, per consegnare subito il Premio della giuria, che vede un ex-aequo fra Persepolis e Silent Light. Konstantin Lavronenko è il miglior inteprete maschile, una davvero commossa Jeon Do-yeon invece è la miglior interprete femminile.
Gus Van Sant riceve il Premio del 60° anniversario del Festival, premio che la giuria avrebbe potuto anche non consegnare (ma era fin troppo ovvio che l’avrebbe fatto), Julian Schnabel col suo Le Scaphandre et le Papillon è il miglior regista, Fatih Akin è il miglior sceneggiatore.
Grand Prix a Naomi Kawase e al suo Mogari No Mori, Palma, come sappiamo, a 4 luni, 3 saptamini, si 2 zile di Cristian Mungiu. Fra i grandi “assenti”, soprattutto i fratelli Coen e Sokurov, che secondo le previsioni potevano ambire alla Palma. Niente da fare ovviamente anche per gli altri, da Kim Ki-duk a Fincher, da Wong Kar-wai a Tarantino.
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Premio per il miglior corto: Ver llover della messicana Miller Elisa
Camera d’Or (sezione La Semaine de la Critique): Meduzot (Les meduses), di Etgar Keter e Shira Geffen
Premio della giuria: ex-aequo Persepolis di Vincent Paronnaud e Marjane Satrapi, Silent Light di Carlos Reygadas
Miglior interpretazione maschile: Konstantin Lavronenko per The Banishment
Miglior regia: Julian Schnabel per Le Scaphandre et le Papillon
Miglior sceneggiatura: Fatih Akin per The Edge Of Heaven
Miglior interpretazione femminile: Jeon Do-yeon per Secret Sunshine
Premio del 60° anniversario del Festival: Gus Van Sant per Paranoid Park
Grand Prix: Naomi Kawase per Mogari No Mori
Palma d’Oro per il miglior film: 4 luni, 3 saptamini, si 2 zile di Cristian Mungiu