Venezia 2012 – Outrage Beyond: Recensione in Anteprima del film di Takeshi Kitano
E’ il turno di Takeshi Kitano, presente alla Mostra di quest’anno con il seguito di Outrage, ossia Outrage Beyond. Cineblog lo recensisce per voi
L’ultima volta che abbiamo avuto modo di affacciarci al mondo della Yakuza secondo Takeshi Kitano, quello che ci lasciammo dietro fu uno scenario desolante. Il clan Otomo fu letteralmente spazzato via, in maniera spietata per giunta. L’avvicendamento al vertice della famiglia Sanno e la conseguente morte di Otomo (Kitano), chiusero in bellezza le danze.
Outrage Beyond segue in pratica la stessa falsa riga del predecessore, poggiando quasi interamente su quella che il regista giapponese definisce “violenza verbale”. Un modo tutto suo di intendere i gangster movie di stampo nipponico, quello di Kitano. Uno stile che è quasi impossibile riscontrare altrove, oltre che difficilmente digeribile qualora non si adorino certi contesti.
Perché per apprezzare quella che oramai sta assumendo le fattezze di una vera e propria saga, bisogna scendere a patti con una struttura ben lungi dallo strizzare l’occhio allo spettatore. Il lavoro di Kitano, ancora una volta, presta il fianco alle medesime critiche mosse nei riguardi del primo Outrage. Statico, impantanato per buona parte del film in una palude di vendette, contro-vendette e doppi giochi assortiti. Eppure… beh, non è esattamente tutto qui.
Ciò che stiamo per scrivere va senz’altro preso con le proverbiali molle, ma trattasi di un’impressione talmente chiara che faremmo un torto alla sincerità nel non manifestarvela. Outrage, concettualmente, è costruito per ricreare un’atmosfera ben precisa. La resa di quest’opera sta o cade proprio in questo, c’è poco da fare. O si entra immediatamente in quell’ambiente, o dopo un quarto d’ora il film vi ha già perso.
Fa ancora più specie tale considerazione se si pensa che quelle pochissime scene prettamente action che anche questo Beyond elargisce funzionano quasi tutte, e pure bene. Esilarante all’inverosimile quella che ha per protagoniste delle palle da baseball (e non vi diciamo altro). Ma in generale, nell’economia del film, il peso specifico di queste fasi appare davvero risibile.
In realtà quella messa in scena da Kitano è una giostra di avvicendamenti e di vendette, tutte tese a stravolgere lo status quo di un territorio o di un’intera famiglia, salvo poi sostituire solo un nome a un altro. Nel caso di Outrage Beyond sono due le famiglie coinvolte, ossia i Sanno, indiscussi dominatori al termine del prequel, e gli Hanabishi, le cui mire cadono sul totale disfacimento dei primi.
In mezzo a loro c’è Otomo, sopravvissuto all’agguato tesogli in carcere e desideroso anch’egli di vendetta. Sostanzialmente la prima ora procede su quest’unica linea. Beat Takeshi butta giù le fondamenta per lo scontro, passando alla lente d’ingrandimento le dinamiche che conducono all’esito inevitabile. Il ritmo resta volutamente blando per buona parte della pellicola, salvo poi far registrare un’improvvisa impennata nelle battute finali, quando la faida si consuma con una rapidità a dir poco disarmante.
E come dicevamo, si tratta di una scelta ben precisa. Contestabile magari, ma del tutto comprensibile. Noi abbiamo provato a darcene ragione speculando sul valore dell’apice a cui tende l’intera narrazione. Ovvero, a Kitano sembra non interessare affatto attraverso quali misure avvenga il classico rovesciamento. Ben più sentito è l’interesse verso tutti i passaggi precedenti, che possiamo per comodità schematizzare in due fasi: la presa di coscienza del nemico di turno e la preparazione all’attacco.
Non accettare questa suddivisione, con relativo ago della bilancia che pende in maniera piuttosto netta verso questi due momenti, comporta semplicemente un’alienazione tale da non riuscire quasi a reggere nessuno dei due Outrage. L’azione è quindi per lo più relegata ancora una volta all’ultimo atto, il più breve ed il più intenso di tutti. Ma prima di arrivare a quel punto ce ne vuole. Anche in Beyond, per esempio, pare che il primo colpo di pistola ce lo si debba proprio guadagnare. E’ un bene? E’ un male? Beh, porre la questione in questi termini ci sembra fuorviante.
Più che altro si tratta di uno dei tanti modi di approcciarsi alla materia, optando per una soluzione di gran lunga più pesante, ma anche pregna di maggiore atmosfera. Perché riuscire a far proprio questo scenario, come abbiamo già accennato, rappresenta la discriminante fondamentale. In questo caso la fatica di Kitano assume la consistenza di un discreto bicchiere di vino. Va sorseggiato, senza foga e con gusto. Fino a quell’ultimo sorso, quando lo sceneggiatore rimette tutto al proprio posto, dopo aver quasi cervelloticamente mescolato le carte. A ciascuno il suo e tutti a casa.
Voto di Antonio: 6,5
Voto di Gabriele: 4
Outrage Beyond (Giappone, 2012). Di Takeshi Kitano, con Takeshi Kitano, Ryo Kase, Hirofumi Arai, Tomokazu Miura, Ken Mitsuishi, Toshiyuki Nishida, Fumiyo Kohinata, Yutaka Matsushige, Kenta Kiritani e Machiko Ono. Qui trovate il trailer del film.