Tomorrowland di Brad Bird: Recensione in Anteprima
Sci-fi a tinte ‘family’ per Brad Bird, George Clooney e per la disney. Arriva Tomorrowland
Ebbene Bird, qui co-sceneggiatore al fianco del solitamente caotico Damon Lindelof, sembrerebbe essere inciampato sulla stessa buccia di banana pestata da Neill Blomkamp con Chappie – Humandroid: lo sci-fi dal taglio smaccatamente adolescenziale. Alla Spy Kids ma prendendosi molto più sul serio, per intenderci, con vorticosi sbalzi di tono che a lungo andare, causa eccessi di scrittura difficilmente sopportabili, hanno finito per affondare l’intera baracca. Incrociando il mondo retrò degli anni 60 a quello futuristico di un’immaginaria città dei sogni che fa incontrare Fantàsia de La Storia Infinita con Oz, Bird ha pennellato paesaggi straordinari, pieni di ingegno e immaginazione, resi ancor più fascinosi dagli incredibili effetti speciali. Pronti, via e digerito l’evitabile balletto di voci fuori campo di George Clooney e Britt Robertson Tomorrowland decolla rapidamente, grazie ad un’eleganza visiva e di scrittura alla Steven Spielberg dei tempi d’oro che fa ben sperare. Ma l’illusione finisce presto. Prestissimo.
Incrociando passato, presente e futuro, tra viaggi nel tempo e Universi paralleli, Lindelof, tra gli autori di Lost, Prometheus, Star Trek e The Leftovers – Svaniti nel nulla, ha provato a fantasticare sulla ‘reale’ Tomorrowland immaginata da Disney nel 1955 proiettandola ad un domani fatto di grattacieli iper-tecnologici, macchine volanti, elisir di lunga vita e androidi. Una città fuori dal nostro mondo e dal nostro Universo conosciuto, raggiungibile solo e soltanto attraverso una ‘spilla’ in grado di trasportare chiunque sia ‘prescelto’ a viaggiare in una dimensione sospesa tra tempo e spazio. Qui, 40 anni dopo esserci finito poco più che adolescente, dovrà tornare Frank Walker, inventore ‘cacciato’ da Tomorrowland e rispedito sulla Terra dal temibile, cinico e ossessionato dal progresso scienziato David Nix. A ‘risvegliare’ il suo antico coraggio di un tempo la sognatrice Casey Newton, innamorata delle stelle, e l’intelligenza artificiale Athena, che Frank conosce dal lontano 1964, anno in cui proprio lei lo fece sbarcare nella Città del futuro, cambiandogli per sempre l’esistenza.
C’è tutto il cinema di Brad Bird in questo suo 4° film, planando continuamente tra sogni e realtà, tra splendide scene d’azione e quel briciolo d’infanzia che ha contraddistinto i suoi primi 25 anni di carriera. Peccato che con Tommorowland il regista abbia improvvisamente deragliato, scappando via dai binari della credibilità e sensatezza cinematografica per imboccare la pericolosa strada dell’indigeribile teen-action. Tommorowland andrebbe vietato ai maggiori di 10 anni. Quel che Bird e Lindelof hanno creato è un mondo tanto abbagliante per qualità di fantasia quanto insopportabile nel modo in cui questa è stata poi rappresentata. La leggerezza di scrittura che caratterizza buona parte del film, dai super-cattivi alla Men in Black passando ai continui e faticosi battibecchi tra Clooney e la Robertson, cozza pesantemente con il messaggio ‘eco-sociale’ più volte sbandierato dai due autori. Perché saremmo noi umani, con il nostro pessimismo cosmico e il cinismo stratosferico, a frenare il mondo di oggi, limitando e automaticamente distruggendo quello del domani. L’energia positiva, ribadisce Bird, stimola la creatività, a differenza di quell’indifferenza quotidiana che affossa le nostre vite e quelle di chi ci circonda. Se veramente lo volessimo, se non mollassimo alla prima difficoltà e diffondessimo gioia e speranza, tuonano il regista e il co-sceneggiatore, Tommorowland sarebbe credibile. E non in un’altra galassia, bensì sul nostro Pianeta Terra.
Temi ‘impegnati’ qui a lungo alternati a momenti di flebilissima scrittura, con picchi al limite dell’assurdo quando i 3 protagonisti sbarcherano a Parigi, sulla Torre Eiffel. Inutile spoilerare altro, ma tra omaggi nerd al cinema e ai fumetti degli anni ’50 e ’60, illogici e prolissi ‘spiegoni’ e un continuo zigzagare di genere Bird ha finito per gettare alle ortiche un prodotto scenograficamente straordinario, tecnicamente sorprendente e visivamente esagerato, grazie ad un uso degli effetti speciali davvero stupefacente. Rimarcata l’inspiegabile presenza di George Clooney, pesce fuor d’acqua in un’opera tanto infantile dopo un decennio di cinema d’autore/impegnato, Tomorrowland paga a carissimo prezzo lo scotto di una sceneggiatura borderline e dal punto di vista produttivo quasi invendibile (troppo adolescenziale per i più grandi, troppo lungo e noioso per i più piccoli). Perché dopo Prince of Persia, John Carter e The Lone Ranger, in casa Disney si dovranno probabilmente preparare ad un’altra pesante caduta economica da 200 milioni di dollari. Per Brad Bird, invece, è già tempo de Gli Incredibili 2.
[rating title=”Voto di Federico” value=”4.5″ layout=”left”]
Tomorrowland (Usa, 2015, fantascienza) di Brad Bird; con Britt Robertson, George Clooney, Kathryn Hahn, Judy Greer, Hugh Laurie, Keegan Michael Key, Tim McGraw, Pierce Gagnon, Raffey Cassidy, Lochlyn Munro, Aliyah O’Brien, Darren Shahlavi, Michael Rowe, Paul McGillion, Marcus Rosner, Thomas Robinson, Chris Bauer – uscita giovedì 21 maggio 2015.