The Messengers: come non si fa un horror
The Messengers (The Messengers, USA / Canada, 2007) di Oxide Pang e Danny Pang; con Kristen Stewart, Dylan McDermott, Penelope Ann Miller, John Corbett.La febbre che da un po’ di tempo contamina il cinema, quella del déjà vu, ha trovato un suo piccolo apice, un record personale per cui (non) andare fieri: The messengers dei
The Messengers (The Messengers, USA / Canada, 2007) di Oxide Pang e Danny Pang; con Kristen Stewart, Dylan McDermott, Penelope Ann Miller, John Corbett.
La febbre che da un po’ di tempo contamina il cinema, quella del déjà vu, ha trovato un suo piccolo apice, un record personale per cui (non) andare fieri: The messengers dei sopravvalutati fratelli Pang, che vengono finanziati da un Raimi sempre peggiore nel campo della produzione (l’ultimo film fu The Grudge 2: qui siamo addirittura almeno due passi indietro rispetto al già mediocre film di Shimizu).
Abbiamo la solita famigliola che decide di trasferirsi in una casa inquietante, fuori dal mondo e dove sono successi, ovviamente, fatti di sangue. La figlia maggiore e ribelle, che ha un passato turbolento, assiste a fenomeni stranissimi e rischia la pelle, e anche il figlio più piccolo sembra vedere qualcosa. Guai in vista.
Chissà se qualcuno ha avvisato i Pang che un remake di Amityville Horror era già stato diretto nel 2005! E forse erano stati avvisati, visto che il registro passa da un film all’altro, in un insieme di furti (non sono citazioni) da mani nei capelli. Hitchcock si sarà rivoltato nella tomba, ma i corvi di The messengers non valgono un fotogramma degli inquietantissimi uccelli del film del maestro. Qualche spruzzata di Shining che, secondo la legge dell’horror moderno, non fa mai male, una sequenza scopiazzata da Phenomena (la protagonista che vede un bambino piangere, va a consolarlo e scopre che in realtà è un mostro), echi in un paio di sequenze di Nightmare e Venerdì 13. Non male, eh? Si va in sala e si inizia la conta delle sequenze già viste, e ci si dimentica subito di trama, personaggi e dialoghi (per fortuna).
Un paio di salti obbligatori sulla sedia, grazie al sonoro, e davvero nulla di più. E attenzione agli effetti speciali nelle scene alla The grudge. Se è questo l’horror che dobbiamo tenerci, c’è da preoccuparsi seriamente. Far paura è una delle cose più difficili nel campo cinematografico, e The messengers ne è la dimostrazione perfetta: banale, scontato, elementare e sciocco.
Voto Gabriele: 3