Amarcord: il sogno felliniano restaurato a Venezia 2015
L’indimenticabile poetica della finzione felliniana torna sul grande schermo di Venezia 2015 con la fantasmagoria restaurata di Amarcod
“Amarcord” di Federico Fellini non si lascia dimenticare, neanche da chi, ignorando il significato del termine dialettale romagnolo “a m’arcord” (io mi ricordo) e in molti casi il film stesso, lo ha reso un neologismo della lingua italiana che esprime rievocazione nostalgica.
A 40 anni dall’Oscar per il miglior film straniero, ricevuto insieme a molti altri premi e un successo di pubblico che non corrispose a quello della critica, il visionario universo felliniano continua infatti a tornare sul grande schermo, con la fantasmagorica dimensione onirica capace di simulare e trascendere la realtà della nostra geografia, dalla riviera romagnola del regista agli anni del trionfalismo fascista.
Una sorte di ‘sogno ad occhi aperti sulla settima arte’ e la sua abilità di rendere i ricordi ‘immaginati’ dal regista, con la complicità di Tonino Guerra, un microcosmo lirico e mitologico del nostro paese per le generazioni a venire, cullate dal flusso delle immagini, sin dall’apertura incantata dalla musica di Nino Rota e la fotografia di Giuseppe Rotunno.
Il flashback sospeso fra realtà e fantasia, magia e poesia della primavera della vita, tra pranzi in famiglia e matrimoni infiorati da Mussolini, fantasie da mille e una notte e lunghe Mille Miglia, la vita grottesca e la morte beffarda, “mostri” incontrati nella nebbia, nevicate, voli di pavoni, gite in campagna con zio folle (e memorabile Ingrassia) che invoca una donna o l’apparizione notturna e quasi magica del transatlantico Rex che lascia attonito anche lo sguardo del non vedente.
L’indimenticabile poesia di finzione della magia del mondo governata dai sentimenti, restaurato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna, con il sostegno di yoox.com al suo 15° anniversario, insieme al Comune di Rimini, Warner Bros e la Cristaldi Film che lo ha prodotto, presentato in anteprima mondiale con scene inedite alla 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e speriamo presto anche nelle sale cinematografiche che approfittando del Cinema Ritrovato.
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Amarcord (Italia, Francia, 1973, Commedia, 173 min) di Federico Fellini. Con Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Anouk Aimée, Yvonne Furneaux, Alain Cuny. Restauro 2015 presentato a Venezia 2015.
[quote layout=”big” cite=”Federico Fellini, Il film “Amarcord” di Federico Fellini, a cura di Gianfranco Angelucci e Liliana Betti, Cappelli, Bologna, 1974, p. 95]”Non è la memoria che domina i miei film. Dire che i miei film sono autobiografici è una disinvolta fregnaccia. Io la mia vita me la sono inventata. L’ho inventata apposta per lo schermo. Prima di girare il primo film non ho fatto altro che prepararmi a diventare alto e grosso abbastanza e a caricarmi di tutta l’energia necessaria per arrivare un giorno a dire ‘azione!’. Ho vissuto per scoprire e creare un regista: niente altro. E di niente altro ho memoria, pur passando per uno che vive la sua vita espressiva sui grandi magazzini della memoria. Non è vero niente. Nel senso dell’aneddoto, di autobiografico, nei miei film non c’è nulla. C’è invece la testimonianza di una certa stagione che ho vissuto. In tal senso, allora sì, che i miei film sono autobiografici: ma allo stesso modo in cui ogni libro, ogni verso di poeta, ogni colore messo su tela, è autobiografico”.
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Amarcord: curiosità
Amarcord di Federico Fellini era precedentemente intitolato “Il borgo” e “L’uomo invaso”.
Le riprese del film si sono svolte in Italia, da Rimini ad Anzio, passando per Cinecittà Studios di Roma.
Il Grand Hotel di Rimini che si vede esternamente alla fine della scena del ballo, è in realtà Ex casinò Paradiso del mare ad Anzio (Roma), costruito in epoca fascista ma mai utilizzato per la funzione pensata in origine, a causa della legge che proibiva il gioco d’azzardo in Italia.
La stazione ferroviaria di Rimini, dove viene accolto in pompa magna un gerarca fascista in visita alla città, è in realtà l’ingresso ai Cinecittà Studios di Roma.
La scena del passaggio del transatlantico Rex è stata girata nel vecchio bacino degli Studi di Cinecittà.
Sembra che Fellini, nella parte della Gradisca, volesse Edwige Fenech.
Il film uscì nelle sale italiane il 13 dicembre 1973, fu presentato fuori concorso al Festival di Cannes 1974, registrando un record d’incassi anche negli USA.
La locandina e i titoli di testa sono opera del grafico statunitense John Alcorn
Amarcord è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare
I ricordi di Marcella Di Folco (ex Marcello Di Falco) che nella nota scena della Gradisca del film, indossa divisa e stivali del principe Umberto, sono stati raccolti in una videointervista proiettata al Festival del cinema transessuale «Divergenti» e al Museo d’arte moderna di Bologna, teatro della grande mostra “Fellini dall’Italia alla luna”.
Amarcord: poster
Amarcord: sinossi
Nella Rimini degli anni trenta l’adolescente Titta cresce fra educazione cattolica e retorica fascista. Suo padre, Aurelio, è un capomastro anarchico e antifascista: sulle sue spalle oltre i due figli, la moglie e l’anziano padre, piuttosto arzillo, vive anche il cognato sbruffone e perdigiorno, lo zio “Pataca”. Suo fratello Teo è invece chiuso in manicomio. La cittadina è popolata da personaggi singolari, come Volpina la ninfomane, Giudizio il matto, Biscein il fanfarone, l’avvocato dalla retorica facile, il motociclista esibizionista, il cieco che suona la fisarmonica. Titta frequenta il liceo cittadino, dove le interrogazioni si alternano agli scherzi a insegnanti e compagni. La sua vita erotico-sentimentale si divide fra l’inarrivabile Gradisca, i grossi seni della tabaccaia e i balli d’estate al Grand Hotel spiati da dietro le siepi. Con il borgo condivide il trascorrere delle stagioni, con i fuochi per festeggiare l’arrivo della primavera, e gli eventi, il passaggio della Mille Miglia e quello del transatlantico Rex, la visita del gerarca fascista e il nevone. La morte della madre e il matrimonio di Gradisca segnano la fine della sua adolescenza.
Amarcord: interpreti e personaggi
In un breve cameo, Francesco Di Giacomo, ex cantante del Banco del Mutuo Soccorso, interpreta l’addetto alla sicurezza del califfo (con tanto di fez),
Ciccio Ingrassia interpreta sia un carabiniere durante la parata fascista, sia lo zio matto di Rimini, ruolo che lo vede doppiato in romagnolo da Enzo Robutti.
Pupella Maggio è doppiata da Ave Ninchi
L’efebico caratterista Marcello Di Falco (divenuto poi Marcella Di Folco) interpreta il Principe Umberto, Eros Ramazzotti interpreta uno dei ragazzini che gioca a palle di neve, tra le comparse prese tra i ragazzi del quartiere Cinecittà.
Alvaro Vitali esordisce al cinema appena diciannovenne, nel Satyricon di Federico Fellini, interpretando anche I Clowns, Roma e Amarcord.
Aristide Caporale (nel medesino ruolo di Giudizio), Dante Cleri, Marcello di Falco, Francesco Di Giacomo, Donatella Gambini, Franco Magno, Fides Stagni e Alvaro Vitali erano già presenti nel precedente film “Roma”.
Bruno Zanin : Titta
Pupella Maggio : Miranda, madre di Titta
Armando Brancia : Aurelio, padre di Titta
Stefano Proietti : Oliva, fratello di Titta
Giuseppe Lanigro : nonno di Titta
Nandino Orfei : il “pataca” zio di Titta
Ciccio Ingrassia : Teo, zio matto
Carla Mora : Gina, cameriera
Magali Noël : Gradisca
Luigi Rossi : avvocato
Maria Antonella Beluzzi : tabaccaia
Josiane Tanzilli : “Volpina”
Domenico Pertica : cieco di Cantarel
Antonino Faà di Bruno : Conte di Lovignano
Carmela Eusepi : la figlia del Conte di Lovignano
Gennaro Ombra : Biscein
Gianfilippo Carcano : Don Balosa
Francesco Maselli : Bongioanni, professore di scienze
Dina Adorni : signorina De Leonardis, professoressa di matematica
Francesco Vona : Candela
Bruno Lenzi : Gigliozzi
Lino Patruno : Bobo
Armando Villella : Fighetta, professore di greco
Francesco Magno : il preside Zeus
Gianfranco Marrocco : il ragazzo Conte Portavo
Fausto Signoretti : il vetturino Madonna
Donatella Gambini : Aldina Cordini
Fides Stagni : professoressa di belle arti
Fredo Pistoni : Colonia
Marcello Di Falco : Principe
Bruno Scagnetti : Ovo
Alvaro Vitali : Naso
Ferdinando De Felice : Cicco
Amarcord Premi
Oscar 1975, Miglior film straniero,
David di Donatello 1974
Miglior film a Federico Fellini e Franco Cristaldi
Miglior regia a Federico Fellini
Nastro d’argento 1974
Regista del miglior film a Federico Fellini
Miglior soggetto originale a Federico Fellini
Miglior sceneggiatura a Federico Fellini e Tonino Guerra
Miglior attore esordiente a Gianfilippo Carcano
Globo d’oro 1975
Miglior film a Federico Fellini e Franco Cristaldi
National Board of Review Awards 1974
Miglior film straniero (Italia)
Kansas City Film Critics Circle Awards 1975
Miglior film straniero (Italia)
Premio Bodil 1975
Miglior film europeo (Italia)
2 New York Film Critics Circle 1974
Miglior film
Miglior regia a Federico Fellini
Syndicat Français de la Critique du Cinéma 1975
Miglior film straniero
Premio Kinema Junpo 1975
Miglior regia del miglior film straniero a Federico Fellini
Círculo de Escritores Cinematográficos 1976
Miglior film straniero (Italia)
Amarcord: colonna sonora
La colonna sonora, bene nota quasi più del film è stata composta da Nino Rota.
Track List
1 Amarcord, Nino Rota, 02:05
2 La “Fogaraccia”, Nino Rota, 02:13
3 Le Manine di Primavera, Nino Rota, 03:09
4 Lo struscio: Quel motivetto Che mi piace tanto (Caslar-Galdieri) / Stormy Weather (Arlen, Koehler, Harold Arlen / Cagis / Galdieri / Michele Galdieri / Ted Koehler / Nino Rota, 03:54
5 L’Emiro e le querelare Odalische: Salome ‘- abat-jour (A. Rebener, E. Neri, R. Stolz)
E. Neri / Nino Rota / Robert Stolz, 02:29
6 Gary Cooper, Nino Rota, 01:21
7 La Gradisca e il Principe, Nino Rota, 02:28
8 Siboney per voce e pianoforte (o orchestra) Ernesto Lecuona / Nino Rota
9 Danzando nella nebbia, Nino Rota, 01:49
10 Tutti a VEDERE il Rex, Nino Rota, 02:27
11 Quanto mi piace la Gradisca, Nino Rota, 03:08
12 La Gradisca Si Sposa e Se Neva, Nino Rota, 02:16
Amarcord: clip
Via | Yoox – Federico Fellini – Davinotti – Wikipedia – Kinopoisk