Operazione U.N.C.L.E, presentati a Roma 25 minuti in anteprima
Henry Cavill, Armie Hammer, Alicia Vikander e il nostro Luca Calvani, tutti alla corte di Guy Ritchie in Operazione U.N.C.L.E
Una sorta di James Bond sulle note degli Spaghetti Wenstern che incontra Vacanze Romane. Detto che valutare un film da 20/25 minuti presi in lungo e in largo è fuorviante, il titolo Warner si è fatto largo tra lo scetticismo generale che caratterizza l’opera, inaspettatamente piacevole. Spy story ambientata negli anni della Guerra Fredda, Operazione U.N.C.L.E viaggia infatti veloce cavalcando il riconoscibile stile di Guy Ritchie, padre di Snatch, Sherlock Holmes e RocknRolla, tra inseguimenti a mille all’ora e quel pizzico di sana ironia che ormai, l’action hollywoodiano, sembrerebbe proprio non voler più abbandonare.
Protagonisti della pellicola sono l’agente della CIA Napoleon Solo e quello del KGB Illya Kuryakin, entrambi constretti a mettere da parte le ostilità di vecchia data e ad allearsi per eliminare una misteriosa organizzazione criminale internazionale. Il loro unico aggancio è la figlia di uno scienziato tedesco scomparso, sola chiave per infiltrarsi nell’organizzazione e prevenire una catastrofe mondiale.
In una prima adrenalinica clip in cui Cavill sembra quasi scimmiottare James Bond, con tanto di capello impomatato alla Sean Connery e pistolone a canna lunga, assistiamo al primo ‘scontro’ tra Superman e colui che fu The Lone Ranger, ovvero Armie Hammer, qui inspiegabilmente tramutato in spia sovietica con tanto di accento russo. Se il primo scappa a bordo di un’automobile guidata da Alicia Vikander, tale e quale a Penelope Cruz, il secondo li insegue a piedi aggrappandosi alla macchina in corsa nel tentativo di frenarla, per poi rimanere con il cofano in mano. Rimasti incastrati con la macchina in un vicolo troppo stretto per poter passare indenni, Cavill e la Vikander fuggono attraverso l’appartamento di un palazzo, con Hammer neanche a dirlo sempre alle loro calcagna. Ritmo forsennato e prime tracce di umorismo british, in questa scena, presto seguita da una clip in cui Henry ed Armie ‘litigano’ in un negozio d’abbigliamento sull’abito da far indossare ad Alicia. Battibecco che strizza l’occhio ad un pubblico femminile, questo, con due omaccioni forzuti che si vomitano addosso di tutto a causa dell’abbinamento alla ‘moda’ per la bella di turno.
Altra clip ed altro litigio con tanto di rimando sessuale quello tra la Vikander e Hammer, costretti a fingersi marito e moglie per portare a termine l’operazione. Omaggiando Dirty Dancing con la colonna sonora, Ritchie si diverte in questo caso ad alimentare l’attrazione fisica tra i due, con litigio rumoroso e botte pronte ad esplodere in un’evidente alchimia erotica. Prima di fermarsi sul più bello, perché Alicia, neanche a dirlo, è ubriaca. Con l’ultima scena in grado di spaziare perfettamente tra azione e commedia, infine, Guy omaggia riccamente il Bel Paese. Henry ed Armie sono infatti in fuga dai cattivissimi di turno a bordo di un motoscafo. Qualsiasi via d’uscita sembra sbarrata, con Hammer al timone e assai ‘brusco’ nelle virate. Tanto da far cadere Cavill in acqua. Superman, a questo punto, nuota verso la banchina con tutta calma, mentre il collega schiva colpi di mitragliatore a cascata, trova un camion, sale a bordo, accende la radio, cambia stazione finché non incrocia una canzone italiana e non contento si beve un bel bicchiere di vino tricolore, trovato sul sedile passeggero, insieme ad un panino con mozzarella e pomodoro. Tutto questo mentre Henry viene inseguito e alla fine affondato, con il motoscafo in fiamme. Dispiaciuto perché costretto a dover interrompere il pasto bagnato dal vino a tempo di musica, Cavill prende quindi in mano la situazione fiondandosi sui cattivoni di turno direttamente a bordo del camion. Distruggendo la loro barca. Per poi affondare sempre a bordo del mezzo e trovare il collega privo di sensi. Salvandolo dopo aver aperto il finestrino e nuotato verso l’Armie privo di sensi.
Costato 100 milioni di dollari, Operazione U.N.C.L.E è sicuramente un progetto a ‘rischio’, viste le peripezie post-produttive incontrate, eppure questa mini-anteprima romana ha messo in mostra le imprevedibili potenzialità da comedy-action del titolo targato Ritchie, forse poco ammaliante nel variegato e poco equilibrato cast. Perché se ‘Superman’ Cavill è ormai un volto noto Armie Hammer non è certamente garanzia di incassi, così come il nostro Luca Calvani, villain della pellicola, la bella Alicia Vikander, lanciatissima in quel di Hollywood ma al momento semi-sconosciuta, e i nomi ‘secondari’ come Hugh Grant, Jared Harris, Elizabeth Debicki, Christian Berkel, Vivien Bridson, Sayed Kassem, Guy Potter e Jorge Leon Martinez. Se il film dovesse poi sbalordire all’ombra del botteghino, neanche a dirlo, sarà franchise.