Pixels: Recensione in Anteprima
Donkey Kong, Centipede, Galaga, Space Invaders, Pac-Man, Tetris e Arkanoid invadono la Terra sotto forma aliena. Chi salverà il Pianeta?
Adam Sandler, 49enne la cui carriera è ormai in picchiata libera, ha fiutato l’odore del soldo facile dinanzi ad un progetto simile, tanto da produrlo e interpretarlo, per poi affidarsi ad un ‘Re’ della commedia come Columbus, regista di Mamma, ho perso l’aereo, Harry Potter e Mrs. Doubtfire ma anche sceneggiatore dei Gremlins, I Goonies e Piramide di paura. Tre autentici pilastri dei primi anni ’80 hollywoodiani, qui chiamati a rivivere a causa di una razza aliena che dopo aver ricevuto un vhs del 1982 dalla Terra, con al suo interno immagini iconiche di quel tempo, scambia il tutto per una dichiarazione di guerra e attacca il Pianeta usando i videogiochi stessi come ‘modelli’ di combattimento. Il goffo e impopolare Presidente degli Stati Uniti, un tempo malato di videogames, sarà così costretto ad affidarsi ai vecchi compagni di sala giochi per difendere l’umanità, di fatto finita in mano ad un branco di ‘sfigati’.
La rivincita dei ‘nerd’. Così potremmo chiamare questo Pixels, che vede trasformarsi in ‘eroi’ coloro che hanno passato un’intera esistenza all’ombra di una consolle. Dall’installatore di televisioni Sandler, un tempo campione del mondo in Galaga, al complottista asociale Josh Gad, da sempre innamorato della bella Lady Lisa di Dojo Quest, fino ad arrivare al delinquente Peter Dinklage, epocale campione di Pac-Man. Tre ‘acchiappa-Pixel’ dotati di fucili schianta-alieni in omaggio proprio a quei Ghostbusters che nel 1984 sconvolsero Hollywood. Columbus, nel 1982 talentuoso 24enne che iniziava a seminare sceneggiature da urlo, ha ovviamente attinto all’universo pop di quegli anni, pronto ad esplodere non solo in sala e nelle sale da ‘videogioco’ bensì anche in campo musicale. E’ infatti Madonna, pixelizzata e sotto forma ‘aliena’, a minacciare la Terra annunciando il primo attacco, per poi passare il testimone ad altri personaggi iconici di quel tempo come Fonzie. Sorto da una folgorante idea di partenza, tanto da riuscire a rendere simpatico persino l’ormai inutile Sandler, Pixels ha il merito di partire a razzo a bordo di una serie di trovate particolarmente gustose, per poi spegnersi gradualmente a causa di una clamorosa indecisione produttiva.
Stretta nella morsa tra l’omaggio celebrativo ad una generazione di 30/40enni, la strizzata d’occhio ad un pubblico più giovane ed adolescenziale, l’action-comedy per famiglie e il rilancio dal taglio demenziale che rese immortali alcune classiche commedie anni ’80, la Sony ha finito quasi per de-potenziare un prodotto che se affidato ad un cavallo pazzo come Edgar Wright sarebbe potuto diventare di culto. Costato 110 milioni di dollari, Pixels si concede una ricca battaglia finale alla ‘Avengers’ per le strade di New York, mettendo in mostra effetti speciali indubbiamente riusciti e appaganti, ma senza mai ‘eccedere’. Prima di allora, infatti, si ricordano due primi ‘assalti’ alieni particolarmente inutili (Galaga contro base Usa e Arkanoid contro Taj Mahal) e una partita ‘live’ di Sander a Centipede, nel bel mezzo di Londra. Qui, con il protagonista che finalmente ‘entra’ nel suo amato videogioco, Columbus da’ il meglio di se’, per poi seminare battute non sempre troppo riuscite, qualche sketch esilarante, momenti alquanto morti, il miglior product placement del decennio (Mini BMW), un super scontro finale con Donkey Kong, un paio di simpatiche comparsate (Serena Williams e Martha Stewart) e un tempo eccessivamente lungo e dannatamente infantile dedicato a Q*bert, personaggio tra le icone dell’Età dell’oro dei giochi arcade.
Se con il goffo Presidente Kevin James Columbus ha provato a fare ‘satira politica’, è indubbiamente il lanciatissimo Josh Gad a trainare la baracca delle risate, mentre Sandler gigioneggia con la bella Michelle Monaghan e Peter Dinklage prova a farsi largo sul grande schermo dopo aver conquistato quello più piccolo grazie a Game of Thrones. Doverosi omaggi per Dan Aykroyd e Tohru Iwatani, ideatore di Pac-Man che realmente fa la sua comparsa nella pellicola. Ma non a bordo della Mini per provare a sconfiggere la sua creatura diventata ‘mortale’, perché in quel caso si tratta di un attore, bensì nella sala giochi che ad inizio film vede gli adolescenti Sandler e James giocare. Iwatani non è altro che un ‘tecnico’, intento a riparare un videogioco rotto. Proprio lui che 34 anni or sono diede vita ad uno dei videogiochi più famosi di sempre, qui ricordato insieme a tanti altri suoi colleghi ma solo parzialmente ‘degnamente’ omaggiato. Perché osando un po’ di più, esasperando il lato demenziale e abbandonando quella sorta di incubo produttivo in cui si vuol per forza di cosa piacere a tutti, Pixels sarebbe potuta diventare la più riuscita celebrazione ad un decennio che dal punto di vista culturale ha cambiato e segnato il mondo. In questo caso è volutamente rimasto in un limbo, frenato dalle sue stesse indecisioni e limitato da un mancato coraggio che a questo punto meriterà un doveroso reset. Con Ready Player One di Spielberg, non a caso ‘padrino’ cinematografico di Columbus. Tutto torna.
[rating title=”Voto di Federico” value=”5″ layout=”left”]
Pixels (Usa, commedia, action, 2015) di Chris Columbus; con Michelle Monaghan, Peter Dinklage, Adam Sandler, Ashley Benson, Sean Bean,
Kevin James, Josh Gad, Rob Archer, Jane Krakowski, Brian Cox, Lainie Kazan – uscita mercoledì 29 luglio 2015.