Venezia 2015, Arianna: Recensione in Anteprima
L’intersessualità di una 19enne romana alla conquista della 72esima Mostra del Cinema di Venezia. Applausi per Arianna di Carlo Lavagna
Protagonista del film la 19enne Arianna, giovane dai modi ‘maschili’ che non ha ancora mai avuto il suo primo ciclo mestruale. Da tempo sotto cura ormonale, Arianna non vede miglioramenti ‘fisici’ di alcun tipo, a parte un leggero ingrossamento del seno, tanto dall’iniziare a porsi con maggiore insistenza quelle domande a cui i due genitori hanno sempre replicato in modo evasivo. Tornata ad inizio estate nel vecchio casale sul lago di Bolsena dove aveva vissuto fino all’età di 3 anni, Arianna inizia a studiare il proprio corpo e la propria sessualità, grazie anche all’incontro con la cugina Celeste e ai suoi amici coetanei. Inquieta per una ‘maturità’ che dal punto di vista fisico sembrerebbe proprio non voler arrivare, la giovane decide così di indagare personalmente sul proprio passato ‘medico’, che la porterà a ‘rinascere’ per una terza volta.
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“Sono un 1+1 che fa 3. O accetto di essere un errore, o devo trovare una matematica tutta mia”.[/quote]
Con queste parole la bravissima e androgina Ondina Quadri commenta l’agognata verità scoperta da Arianna alla soglia dei 20 anni. Un quadro che la protagonista, tramite voce fuori campo, da subito presenta allo spettatore. Perché Arianna è intersessuale, termine solitamente ‘sostituito’ con l’orrendo ‘ermafrodita’, e da piccola, per volontà dei due genitori, ha dovuto subire un intervento chirurgico per la riassegnazione arbitraria di uno dei due sessi. Nato Mattia e dopo 3 anni diventata Arianna, la protagonista del film di Lavagna andrà incontro alla propria ‘coming-of-age story’ nell’arco di un’inaspettata estate lontano da Roma. Un inedito sguardo sul mondo, quello dolce, preoccupato e gentile della Quadri, a cui il regista non chiederà mai eccessi di alcun tipo. Perché non ci sono ‘scene madri’, isterismi particolari, litigi famigliari o drammi di alcun tipo nella pellicola del debuttante Lavagna, misurato, elegante, ispirato e tendenzialmente ‘onesto’ nei confronti del delicato tema trattato.
Perché nessuno punta il dito contro l’intersessuale Arianna, amata e coccolata non solo dai genitori ma anche dagli amici e dai parenti più stretti, così come la giovane non crollerà una volta scoperta la scioccante notizia, tanto da chiedersi come sarebbe stato vivere una vita con entrambi i sessi. Non un mostro ma un’adolescente letteralmente ‘nata’ 3 volte, prima di mandar giù la verità e andare avanti con la propria esistenza. Immersa in quella ‘natura’ che la riguarda pienamente anche come intersessuale, Arianna non è altro che l’atteso volto cinematografico italiano di quella ‘i’ dell’acronimo GLBTQI troppo spesso ‘dimenticata’ per strada persino dalle associazioni ‘di settore’. Nel rappresentarla Lavagna si è affidato ad un’impronta registica da ‘indie-movie’ all’americana, alternando rispettosi rapporti padre-figlia-madre a lunghi ma conoscitivi momenti di solitudine, il tutto immerso nello splendore del lago di Bolsena, tra prati in fiore, acque sulfuree, battute di caccia con sgozzamento onirico e grotte dal richiamo sessuale.
Un’opera prima sorprendentemente matura ed equilibrata, quella sceneggiata a 6 mani da Carlo Salsa, Chiara Barzini e Carlo Lavagna, per un cinema italiano che con impegno e talento, se ci si mette, è ancora fortunatamente in grado di realizzare esordi alla regia di indiscutibile qualità.
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Arianna (commedia, Ita, 2015) di Carlo Lavagna; con Ondina Quadri, Massimo Popolizio, Valentina Carnelutti, Corrado Sassi, Blu Yoshimi, Eduardo Valdarnini – uscita giovedì 24 settembre 2015.