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Player One di Steven Spielberg: non sarà nostalgico, parlerò alle nuove generazioni

Player One non sarà solo e soltanto un omaggio agli anni ’80. Parola di Steven Spielberg

pubblicato 12 Ottobre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 11:55

A breve in sala con Il ponte delle Spie e a seguire immediatamente sul set de Il GGG, Steven Spielberg porterà al cinema il 15 dicembre del 2017 l’attesissima trasposizione di Player One, romanzo cult di Ernest Cline di fatto dedicato alla generazione ‘pop’ degli anni ’80. Un trionfo di omaggi a quell’epocale decennio che anche in ambito cinematografico lasciò il segno, con il regista di E.T. e Indiana Jones neanche a dirlo in prima fila.

Eppure Spielberg, via Usa Today, ha confessato che il suo Player One non si limiterà all’effetto ‘nostalgia’, puntando soprattutto alle nuove generazioni e a quella componente asociale che ai giorni nostri è figlia dell’alienazione tecnologica.

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“Non farò questo film per ricordare alla gente i miei film degli anni ’80. Lascerei fuori una parte del pubblico. I ragazzi di oggi socializzano per mezz’ora in modo molto tranquillo. Quando entro in cucina ci sono otto o nove ragazzine sedute a guardare i loro cellulari, chattando, messaggiando, twittando e leggendo. E’ diventato tutto così introverso. Con questo film intendo mostrare perché sia tanto interessante non vivere nel mondo reale mentre quello che ci stiamo perdendo non lo è. E’ una storia di ammonimento ma è anche un grande film d’avventura”.[/quote]

Particolarmente criptico sulla propria idea di Player One, Spielberg potrebbe paradossalmente andare a ‘deludere’ quei fan che attendevano come il Messia un suo coinvolgimento nella trasposizione cinematografica del romanzo di Cline. Perché chi meglio di Steven potrebbe riportare in vita quegli indimenticabili ’80, da lui resi immortali attraverso classici su classici ancora oggi inattaccabili? Giovane co-protagonista della pellicola la lanciatissima Olivia Cooke.

Nell’opera di Cline il mondo è diventato un brutto posto. Wade ha diciotto anni e trascorre le sue giornate in un universo virtuale chiamato OASIS, dove si fa amicizia, ci si innamora, si fa ciò che ormai è impossibile fare nel mondo reale, oppresso da guerre e carestie. Ma un giorno James Halliday, geniale creatore di OASIS, muore senza eredi. L’unico modo per salvare OASIS da una spietata multinazionale è metterlo in palio tra i suoi abitanti: a ereditarlo sarà il vincitore della più incredibile gara mai immaginata. Wade risolve quasi per caso il primo enigma, diventando di colpo, insieme ad alcuni amici, l’unica speranza dell’umanità. Sarà solo la prima di tante prove: recitare a memoria le battute di Wargames, penetrare nella Tyrell Corporation di Blade Runner, giocare la partita perfetta a Pac-Man, sfidare giganteschi robot giapponesi e così via, in una rassegna di missioni di ogni tipo, ambientate nell’immaginario pop degli anni ’80, a cui OASIS è ispirato.

Fonte: Collider