Roma 2015 – Il regno di Wuba (Monster Hunt): Recensione in Anteprima
Dopo aver incassato quasi 400 milioni di dollari in Cina, Monster Hunt (Il regno di Wuba) approda alla Festa del Cinema di Roma
Quasi 400 milioni di dollari. Tanto ha incassato Monster Hunt in Cina, entrando così nella storia del botteghino nazionale. Diretto da Raman Hui (co-regista di Shrek Terzo), il film è sbarcato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione ufficiale, prima di puntare l’uscita nelle sale italiane ad inizio 2016.
Sceneggiato da Alan Yuen (Shaolin, New Police Story), Monster Hunt è diventato un autentico ‘caso cinematografico’ in patria, tanto dall’andare incontro all’immancabile sequel di fatto già in pre-produzione.
Fantasy pensato per piacere ai più piccoli, Il regno di Wuba di Hui è un mix di live action e animazione 3D in CGI, tecnicamente tutt’altro che impeccabile ma a lungo andare tendenzialmente accettabile, soprattutto nel suo confronto con gli attori in carne ed ossa. La storia, ambientata in un tempo in cui gli umani combattono contro delle mostruose creature per il dominio della Terra, segue la nascita del nuovo Re dei mostri, Wuba, affidato dalla madre Regina morente ad uno zoppo cuoco (e sarto) affinché lo protegga dai cacciatori di mostri. Un’impresa apparentemente impossibile che con il tempo diverrà però realtà, avvicinando il piccolo e adorabile Wuba ai suoi due ‘adottivi genitori’ umani.
Ci sono film che vanno ‘contestualizzati’ perché pensati e realizzati per una precisa fetta di pubblico. Con tutte le conseguenze del caso. Monster Hunt è proprio uno di quei titoli, perché forse indigeribile per chiunque abbia poco più di 15 anni. Onestamente indifendibile nei primi terribili 20 miniuti, tanto per ritmo quanto per l’uso davvero modesto degli effetti speciali, l’ultima fatica di Hui carbura con il passare dei minuti, trovando per lo meno una stabilità produttiva in grado di renderlo ‘gradevole’.
Ai grossi, grassi e il più delle volte simpatici mostri, da dividere tra carnivori e vegetariani, il regista alterna le immancabili scene d’action ‘cappa e spada’, momenti gratuitamente musical e sketch volutamente infantili, tra creature travestite da umani alla Men in Black e temibili cacciatori ‘cannibali’. Esagerato dal punto di vista espressivo, tanto recitativamente quanto registicamente parlando, Monster Hunt spinge con forza sul pedale dell’ironia spinta, tra eroi maschi goffi e in gravidanza, casti rapporti di coppia, donne senza paura e nonne smemorate, finendo così per calamitare l’attenzione dei bambini, almeno in patria impazziti per questo dolce batuffolo dai dentini vampireschi che ride, piange, gioca, spara frutti come se fossero proiettoli e fa le puzzette.
Un ‘prodotto’ strabordante anche dal punto di vista del merchandising, è evidente, per un film fantastico nel genere e scanzonato nei toni ma limitato nella sua ostentata stupidità di scrittura, a lungo andare stancante per quanto ripetuta. Pecche produttive premiate al box office con numeri da record, addolcendo di fatto quelle critiche negative che potremmo definire banalmente doverose a causa del demenziale e fantasioso insieme.
[rating title=”Voto di Federico” value=”5.5″ layout=”left”]
Monster Hunt (Zhuo yao ji, Cina, fantasy, 2015) di Raman Hui; con Eric Tsang, Wallace Chung, Baihe Bai, Sandra Ng, Boran Jing, Ni Yan, Wei Tang, Chen Yao, Xiaodong Guo, Elaine Jin