Roma 2015, trionfa l’indiano Angry Indian Goddesses di Pan Nalin
Room e Lo chiamavano Jeeg Robot sconfitti a sorpresa da Angry Indian Goddesses. Va in India il premio del pubblico di Roma 2015
Il risultato che nessuno, ma proprio nessuno, si sarebbe mai aspettato. Angry Indian Goddesses di Pan Nalin ha vinto il Premio del Pubblico BNL della decima edizione della Festa del Cinema di Roma, assegnato in collaborazione con lo storico Main Partner della Festa, BNL Gruppo BNP Paribas. Gli spettatori hanno votato online tramite un sistema elettronico realizzato da Xaos. Si tratta del primo “Buddy movie” indiano al femminile, nonché di un ritratto fresco e spigliato delle donne nell’India di oggi. Sconfitti a sorpresa i favoriti Room e Lo chiamavano Jeeg Robot. Queste le parole di Luigi Abete, Presidente di BNL Gruppo BNP Paribas:
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“Le donne in India costituiscono uno dei principali motori dell’evoluzione del Paese riuscendo, grazie al loro impegno e dinamismo, ad abbattere barriere culturali e sociali. Il Gruppo BNP Paribas aveva già percepito questa realtà tanto che nel 2010 aveva raccontato – attraverso la mostra fotografica ‘Women Changing India’ – i differenti ruoli e i contributi che esse danno al cambiamento della società del continente indiano. Anche lì, come nel film Angry Indian Goddesses, le donne vengono raccontate nella loro caleidoscopica energia creativa facendoci vivere emozioni universali. Ci fa molto piacere che il pubblico della Festa del Cinema di Roma abbia scelto questo, tra i tanti film di valore presentati in questa edizione, perché testimonia l’attenzione verso temi e storie lontane dal nostro quotidiano che ci consentono di riflettere e di conoscere meglio realtà differenti. Per BNL la diversità è un valore che va salvaguardato e incoraggiato in una società sempre più globale e multietnica”.[/quote]
Immancabili anche le parole di Piera Detassis, presidente della Fondazione Cinema per Roma:
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“Sono particolarmente lieta che un film coraggioso, rivelatorio, in grado di far luce sulla condizione femminile in India, anche attraverso un genere solitamente al maschile, abbia ricevuto il massimo gradimento da parte dei nostri spettatori. Il risultato ci mostra come il pubblico della Festa sia sempre pronto a leggere e premiare le proposte più interessanti, innovative e al tempo stesso popolari, provenienti dal miglior cinema internazionale”. [/quote]
A completare la trafila di dichiarazioni Antonio Monda, direttore artistico della Festa del Cinema di Roma:
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“Nel corso di questi giorni gli spettatori hanno apprezzato il ricco programma di quest’anno, sono orgoglioso e soddisfatto che la qualità dei film sia stata sempre lodata anche dalla stampa estera, oltre che da quella italiana. La vittoria di questo film mi rende particolarmente felice perché uno degli obiettivi che mi ero prefissato era proporre al pubblico pellicole di qualità provenienti da tutto il mondo: l’industria cinematografica indiana è fra le più avanzate e il film di Pan Nalin uno dei suoi prodotti più stimolanti, energetici e provocatori. Spero che Angry Indian Goddesses arrivi presto nelle sale italiane e possa godere dello stesso successo ottenuto alla Festa del Cinema”.[/quote]
Queste, infine, le parole del regista Pan Nalin.
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“Erano anni che avevo voglia di fare un film con donne indiane anticonformiste nei ruoli principali. Il 96% dei film prodotti in India relega scandalosamente la donna ad accessorio, ornamento, amante, oppure madre o sorella che l’eroe o il fratello maggiore devono proteggere. In alternativa è la donna alla moda e famosa del momento. La sua guida maschile deve avere una pistola e una controparte femminile ma i film si rivolgono principalmente a un pubblico maschile e devono essere ad alto tasso di testosterone. I ruoli femminili sono sempre resi seducenti e c’è sempre una danza o una canzone, ma non è certamente quel genere di fascino che nobilita la donna e il film resta roba da uomini. Che sia d’azione, romantico o thriller, l’uomo deve dominare per tutto il tempo sullo schermo e sedurre le donne. Perfino nei recenti film di Bollywood sull’amicizia il testosterone maschile prende il sopravvento, come se le donne non fossero capaci di stringere legami. Da regista che ama le donne e tutto ciò che è femminile, ho preso atto della lotta delle donne indiane per la parità tra i sessi, il rispetto e la dignità e ho usato il loro impeto come ispirazione per la realizzazione di Angry Indian Goddesses”.[/quote]
[accordion content=”I pronostici e i film premiati di Alice nella Città” title=”Roma 2015, chi vince?”]
Room e Lo Chiamavano Jeeg Robot. Lo splendido titolo di Lenny Abrahamson ha già vinto l’ambito Toronto Film Festival, per poi competere proprio in questi giorni anche al London Film Festival. Per la pellicola Universal potrebbe quindi sorgere una clamorosa tripletta. Nella Capitale Room è piaciuto, e anche tanto, tanto da partire probabilmente in pole position. Ma dietro di lui, sorpresa delle sorprese, ecco spuntare l’italiano inaspettato.
Folgorante esordio alla regia di Gabriele Mainetti, Lo chiamavano Jeeg Robot è andato incontro ad un’autentica ovazione da parte della stampa e ad un paio di standing ovation alle due premiere con il pubblico. Un’accoglienza inimmaginabile alla vigilia per un cinecomic all’italiana che ha di fatto sparigliato le carte sul tavolo. Perché dinanzi ad un voto popolare Mainetti potrebbe anche fare il colpaccio, puntando poi ad un’uscita in sala nella primavera del 2016. Dietro questi due titoli una menzione speciale la meriterebbe lo straordinario Eva no Duerme, mentre il duro e toccante Land of Mine, danese di un certo spessore, potrebbe diventare il primo reale ‘incomodo’ per la coppia dei titoli sopra menzionati. Nell’attesa Alice nella Città, sezione parallela della Festa, ha annunciato i suoi vincitori.
La giovane giuria composta da 22 ragazzi e ragazze tra i 15 e i 18 anni selezionati su tutto il territorio nazionale, e i direttori artistici Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, hanno consegnato il Premio come miglior film del concorso Young/Adult a “Four Kings”, opera prima della regista tedesca Theresa Von Eltz. Con questa motivazione:
[quote layout=”big”] “Per la grande efficacia e sensibilità di quest’opera prima, per la recitazione travolgente e studiata, per la sua fotografia dai colori freddi ma capaci di trasmettere calore e per il giusto equilibrio tra musiche e silenzi.”[/quote]
Il film, con Paula Beer, Jella Haase, Moritz Leu, Jannis Niewöhner, racconta la storia di 4 ragazzi che trascorrono il Natale in una clinica psichiatrica. Sotto le cure del giovane Dr. Wolff trascorreranno insieme un’indimenticabile esperienza. Il premio Taodue Camera d’Oro per la miglior opera prima è stato invece assegnato a “The Wolfpack” di Crystal Moselle. Il documentario, già vincitore del U.S. Documentary Grand Jury Prize all’ultimo Sundance Film Festival, racconta l’incredibile vera storia dei sette fratelli Angulo. Brillanti, istruiti in casa, senza alcun contatto con l’esterno, tutto quello che hanno imparato è arrivato dai film che vedevano di continuo. Per molti anni questo sistema è servito loro come sfogo creativo e come modo per eludere la solitudine e una condizione di sostanziale segregazione. Questa la motivazione:
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“Per l’occhio lucido e la compiutezza con cui la regista ha raccontato una storia intensa, curiosa e difficile; per la naturalezza e la genuinità del registro usato, come per la coerenza nel seguire la vicenda in tutto il suo arco temporale; per la forza dei personaggi, che personaggi non sono”.[/quote]
La giuria del Premio Camera d’Oro Taodue ha attribuito anche una Menzione Speciale al film “Mustang” della regista Deniz Gamze Erguven. Già presentato con successo alla Quinzaine des réalisateurs all’ultimo Festival di Cannes, il film, è candidato dalla Francia come miglior film straniero agli Oscar. Questa la motivazione data:
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“per la forza e la gioia con cui il film racconta, attraverso una regia forte e matura e un tono allo stesso tempo leggero e drammatico, l’animo di cinque giovani donne e il loro passaggio da un’adolescenza segregata a una vita adulta imposta, attraverso l’elaborazione della vità e della libertà”.[/quote]