Feed: un videoclip che si nutre di altro cinema
Feed (Feed, Australia, 2005) di Brett Leonard; con Alex O’Loughlin, Marika Aubrey, Patrick Thompson, Gabby Millgate, Mary Beaufort.Mettiamola così: c’è un poliziotto (Patrick Thompson, già col regista in Man-Thing) che indaga su alcuni siti internet superprotetti in cui lo spettatore può scommettere sulla morte di alcune donne obese nutrite a forza, e come se non
Feed (Feed, Australia, 2005) di Brett Leonard; con Alex O’Loughlin, Marika Aubrey, Patrick Thompson, Gabby Millgate, Mary Beaufort.
Mettiamola così: c’è un poliziotto (Patrick Thompson, già col regista in Man-Thing) che indaga su alcuni siti internet superprotetti in cui lo spettatore può scommettere sulla morte di alcune donne obese nutrite a forza, e come se non bastasse ha una fidanzata ninfomane; la persona che il poliziotto sta cercando è un metrosessuale biondo-platino (Alex O’Loughlin, anche lui in Man-Thing e un tempo candidato al ruolo di Bond, e che rivedremo settimana prossima in The Invisible) che ha anche una moglie, che non sa nulla del fatto che il maritino ha in un’altra casa una donna obesa che non può alzarsi dal letto e con cui ha instaurato un rapporto schiavo-padrone, in cui però a volte non si capisce chi sia uno e chi l’altro.
Premesse a volte interessanti, o almeno la campagna di marketing ha fatto il suo buon lavoro: tra le solite frasi di lancio alla “Un pugno nello stomaco” e locandine che invogliano, si arriva in sala pronti a tutto. Quanto non abbiamo ancora imparato a tenerci alla larga dalla pubblicità? Feed è grossolanamente videoclipparo lungo tutta la sua durata, e vabbeh che sarà fatto con due euro, ma Brett Leonard non ha ancora imparato a fare bene il suo mestiere. Non c’è momento (forse uno, ma chissene) in cui la macchina da presa non se ne stia ferma per cinque secondi, e non c’è momento in cui la fotografia non cambi colore, spesso senza alcun motivo (si dirà che vira verso i colori più appropriati all’ambientazione, alla condizione psicologica dei protagonisti… e bla bla), per non parlare del montaggio da spot per le automobili.
Tralasciando poi alcuni furti nell’onnipresente colonna sonora da Saw e addirittura da L’esorcista, e non contando echi enormi e fastidiosi da Il silenzio degli innocenti e Seven, cosa resta della pellicola? Molto poco. Giusto un paio di scene in cui è coinvolto il grasso puro di alcune donne obese già uccise e qualche nudo, per lo più comunque maschile, a cui si sottopongono volentieri i due protagonisti. Che non si faranno ricordare, ma almeno Alex O’Loughlin è fisicamente un Patrick Bateman che incuriosisce, forse per l’aspetto quasi angelico che gli hanno dato. Il discorso sul consumismo, sul pericolo della rete, sulla bellezza e sulla salute resta più che in superficie. Aggiungi al calderone addirittura la religione (!), il passato dei due protagonisti (discorso inutile), alcune battute imbarazzanti e scult, e siamo a posto.
Voto Gabriele: 4