Tutti Vogliono Qualcosa: recensione in anteprima del film di Richard Linklater
Non un semplice film sulla nostalgia degli anni 80, bensì un’opera rilassata, divertentissima e limpida che ancora una volta ci dice qualcosa sul tempo. Tutti vogliono qualcosa è più il sequel spirituale di Boyhood che di La vita è un sogno, e Linklater conferma la sua definitiva maturità di autore.
“Sai quando qualcuno ti dice ‘cogli l’attimo’? Non lo so, io invece credo che succeda il contrario: nel senso che è l’attimo che coglie noi.” – Boyhood
Il sequel spirituale di La vita è un sogno – Dazed and Confused? Certo, e per ovvie ragioni. Il film del 1993, ambientato nel 1976, narrava l’ultimo giorno di scuola (nello specifico di high school) di un gruppo di ragazzi in un paesino del Texas. Tutti vogliono qualcosa – Everybody Wants Some!! ricomincia quindi da lì: passata l’estate si va dritti al college.
Però Linklater non decide di raccontare, come forse ci si sarebbe potuti aspettare, il primo giorno di college, bensì si sofferma solo sul fine settimana che precede questo fantomatico nuovo inizio – che ovviamente, in modo manco troppo sottile, corrisponde a una tappa ulteriore verso il mondo dell’età adulta.
In questo senso, mi pare che Tutti vogliono qualcosa sia spiritualmente più il sequel di Boyhood, di cui rappresenta cronologicamente la tappa (della vita) del suo finale, e più profondamente ne mette in atto la filosofia. Ricordate le meravigliose battute finali, quelle che aprono questo articolo? Bene: Tutti vogliono qualcosa mi sembra che giri ancora su quei binari lì.
Tre giorni di feste, nuove conoscenze e bevute e divertimenti e momenti senza pensieri si accumulano nel corso di due ore. Siamo nel 1980, solo qualche anno dopo gli eventi di Dazed and Confused. Jake, lanciatore al suo primo anno di college, arriva nella decadente casetta dove vivrà assieme ai compagni della sua nuova squadra di baseball.
Ci sono i bulletti Roper e McReynolds, il sempre fumato Willoughby, il simpaticissimo Finnegan, lo stralunato Nesbit, Jay, quello che sembra uscito da un porno vintage, e molti altri. E poi ovviamente ci sono le ragazze, tra cui Beverly, con cui Jake ha un immediato colpo di fulmine e farà di tutto per poterla rivedere, compreso lasciarle un mazzo di fiori e un bigliettino sulla porta della sua camera. Tutti personaggi che restano memorabili anche se paiono solo abbozzati, tutti portati meravigliosamente in scena da attori diretti in modo fenomenale.
Immaginate quindi un Porky’s intelligente, o un Animal House con un cuore d’oro: forse vi starete avvicinando al tipo di film che è Tutti vogliono qualcosa. Qui Linklater non lascia più nessun tipo di dubbio, e conferma la totale onestà del suo approccio: perché con una scrittura limpida e senza alcuna ostentazione, e una regia di complessa semplicità (esattamente come Boyhood, accusato nel peggiore dei casi di non ‘avere nulla di speciale’ se non l’idea di fondo), fa un film rilassatissimo e divertente raccontando una realtà (americana) e sentimenti (universali).
Non è certo un film sulla nostalgia degli anni 80, Tutti vogliono qualcosa, o almeno lo è solo in superficie. Se ci fa avere nostalgia per quegli anni, per quei vestiti e per quelle canzoni (la colonna sonora completa è un quasi un capolavoro definitivo di un’epoca), è perché forse siamo parte del target principale del film. Però Tutti vogliono qualcosa è anche un film sulla competizione e sui riti di passaggio ‘obbligatori’ del sistema scolastico americano.
Linklater dopotutto è da sempre ossessionato dal tempo, inteso come inevitabile passaggio di ‘attimi’ vissuti al massimo. In questo senso, allora, Tutti vogliono qualcosa e sì un film decisamente universale, che non è indirizzato solo ai nostalgici degli ’80, o solo a chi ha frequentato il college in America. Bensì è dedicato a coloro che, in fondo, volevano inconsciamente che quell’ultimo fine settimana non finisse mai, e anche a coloro che sempre inconsciamente da quel fine settimana non si sono mai ‘svegliati’ per davvero. Anche perché è pure un film romanticissimo – senza essere mai smielato – sul primo vero amore.
Tutti vogliono qualcosa è quindi un film ‘per tutti’. Perché è facile fare un film sulla nostalgia di un periodo specifico dedicato a un pubblico selezionato: più difficile fare un film sulla nostalgia di un momento della vita, pur ambientandolo in un determinato contesto storico ben riconoscibile e quasi limitativo. Linklater ce l’ha fatta, e questo conferma la definitiva maturità di un regista che senza mai sforzare nulla del suo stile ha capito come parlare a tutto il pubblico in modo serenamente commovente.
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Tutti vogliono qualcosa (Everybody Wants Some!! 116′, USA commedia) di Richard Linklater; con Wyatt Russell, Ryan Guzman, Zoey Deutch, Tyler Hoechlin, Glen Powell. Uscita in sala il 16 giugno 2016.