Indivisibili: Giornate degli Autori – Venice Days di Venezia 73
Il trauma della separazione, da Castelvolturno al cinema con le gemelle siamesi di Edoardo De Angelis
Di questi tempi è difficile interrogarsi sul genere di legame che unisce veramente, figuriamoci darsi una risposta. Uno stimolo irresistibile per Edoardo De Angelis che ha scelto di tornare lungo la riva destra del Volturno e nella Castelvolturno devastata dove ha lasciato Perez, per raccontare la storia delle gemelle siamesi di “Indivisibili“, in concorso alle Giornate degli Autori – Venice Days della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Viola e Dasy sono due gemelle siamesi che cantano ai matrimoni e alle feste e, grazie alle loro esibizioni, danno da vivere a tutta la famiglia. Le cose vanno bene fino a quando non scoprono di potersi dividere… Il loro sogno è la normalità: un gelato, viaggiare, ballare, bere vino senza temere che l’altra si ubriachi… fare l’amore. “Perché sono femmina”.
La storia di separazione di due gemelle siamesi unite per il bacino. Una storia di separazione ancora più dolorosa per chi condivide lo stesso corpo e quell’unione frutto dell’effetto realizzato artigianalmente dagli uomini di Makinarium (già autori degli effetti speciali di Il Racconto dei racconti) sui corpi delle giovani ed esordienti sorelle gemelle Angela e Marianna Fontana, già preparatasi al difficile ruolo per mesi, camminando, correndo, nuotando e vivendo legate l’una all’altra.
Indivisibili, sceneggiato a sei mani da Nicola Guaglianone, Barbara Petronio e il regista di film di successo sin dall’esordio di Mozzarella Stories, è prodotto da Attilio De Razza e Pierpaolo Verga per Tramp Limited e O’ Groove, in collaborazione con Medusa Film che lo distribuirà al cinema da settembre, come già fatto con Perez, dopo l’esito della partecipazione alle prossime Giornate degli Autori.
Indivisibili: note di regia
Questo è un film sulla separazione e sul dolore che comporta. Ho ragionato sull’idea che a volte, per crescere, bisogna farsi del male, rinunciare ad un pezzo di sé stessi. Ho cercato un’immagine che rappresentasse al meglio questo concetto e l’ho trovata: due gemelle siamesi appena maggiorenni che scoprono di potersi dividere. Due ragazze attaccate per il bacino che, guardate singolarmente, dovevano essere belle per permettermi di realizzare quell’equilibrio tra attrazione e repulsione che è la linea guida estetica di ogni inquadratura che compongo.
Io vedo il mondo così: sempre in bilico tra la bellezza e la bruttezza. La frequentazione assidua di questo bilico mi ha portato ancora una volta a Castelvolturno. C’ero già stato, è vero, infatti questo film comincia dove finiva il precedente, sulla riva destra del Volturno. Quel territorio è un simulacro straziato di una bellezza passata, materiale perfetto per costruire la gabbia dalla quale i miei uccellini vogliono disperatamente scappare. Il loro sogno è la normalità: un gelato, viaggiare, ballare, bere vino senza temere che l’altra si ubriachi… fare l’amore. “Perché sono femmina”. Per raccontare questa storia ho voluto riprese sempre un po’ fuori tempo, come la vita.
Edoardo De Angelis