Perché ho odiato il Ghostbusters di Paul Feig
Il reboot femminile di Paul Feig non funziona: ecco perché
Nel week-end scorso ho divorato Stranger Things e mi sono commossa nel vedere un prodotto così bello. Poi domenica sera decido di guardare Ghostbusters di Paul Feig e ho pianto talmente era brutto.
Avevo 10 anni quando è uscito il primo Ghostbusters – Acchiappafantasmi (1984) e ricordo ancora le emozioni, le risate e quel pizzico di paura. Un grande film. Alla notizia di questo riavvio sono rimasta molto sconcertata perché non se ne sentiva il bisogno. Ma ho deciso di dargli una possibilità, e l’ho visto. Ed ecco cosa è saltato fuori:
– L’idea: non capisco questi reboot, specialmente di un classico. La risposta è solo una: i soldi. E la mancanza di idee per realizzare film nuovi.
– La storia: il nuovo Ghostbusters non ha nessun legame con il vecchio se non qualche omaggio-citazione-cammeo. Non legarsi al film del 1984 è un errore, sembra dimenticare la fonte originale e cancellare una parte dell’infanzia di molti fan. Il mio fidanzato mi ha fatto notare che sarebbe bastato un piccolo aggancio. Tipo: il personaggio di Chris Hemsworth è Oscar, il figlio di Dana (Sigourney Weaver) che abbiamo visto neonato in Ghostbusters II – Acchiappafantasmi II (1989). Non sarebbe stato più interessante?
– Il cast femminile: è il problema minore del film. Kristen Wiig, Melissa McCarthy, Kate McKinnon e Leslie Jones sono un gruppo affiatato e si vede che si sono divertite. Anche se Kate McKinnon è la migliore delle quattro e ruba la scena alle altre.
– Chris Hemsworth: probabilmente la sorpresa del film. Il suo personaggio è divertente e spicca su tutti. Ma non è un “problema” che in un riavvio femminile il migliore sia un uomo?
– Gli effetti speciali: imbarazzanti. Neanche in Scooby-Doo si vedono cose del genere.
– Le emozioni: zero. Non è un film divertente. E per una commedia… è un problema.
– Il risultato: un film inutile (e triste). Ridatemi il Mastro di Chiavi e il Guardia di Porta.