Enclave: il trailer italiano del film di Goran Radovanovic
Nelle sale dal 27 ottobre il film sul Kosovo post-bellico
Uscirà il 17 ottobre, distribuito da Lab 80 film, il film drammatico Enclave diretto da Goran Radovanovic e interpretato da Filip Subaric, Denis Muric, Nebojša Glogovac, Anica Dobra, Meto Jovanovski, Cun Lajçi. Ecco la trama ufficiale, qui sopra trovate il trailer sottotitolato in italiano:
Nenad è un bambino serbo che vive a Vrelo, un villaggio albanese nel Kosovo post-bellico. Il piccolo abita con il padre e il nonno, gravemente malato, a cui il bambino è molto affezionato. Ogni mattina va a scuola viaggiando in un blindato delle Nazioni Unite, che lo protegge dalle possibili aggressioni, e nella sua aula segue le lezioni da solo con la maestra. Tutti gli altri bambini del villaggio sono albanesi e uno di loro, Bashkim, è carico d’odio nei confronti di tutti i serbi, che ritiene responsabili della morte del padre. Un giorno, mentre la comunità albanese celebra un matrimonio, il nonno di Nenad muore e il bambino arriva ad attraversare le linee nemiche pur di riuscire ad avvisare il prete. Mentre sulle strade del villaggio matrimonio e funerale si incrociano come due universi paralleli incapaci di dialogo, Nenad si trova improvvisamente faccia a faccia con Bashkim: nelle mani dei due bambini la possibilità di riprodurre odio e divisione oppure di dare un piccolo, nuovo corso alla storia.
La parola a Goran Radovanović:
“Con questo film ho voluto indagare il nodo centrale della disputa serbo-albanese che quindici anni fa ha portato a guerra, crimini e distruzione. Io intendo far nascere questa domanda: è possibile la coesistenza di queste comunità, in una realtà segnata dalla presenza di enclave, isole abitate da minoranze cristiane circondate da un mare di maggioranza musulmana? La mia risposta è di una chiarezza cristallina: l’odio, basato sulla paura del diverso, permane ancora fra le due comunità. La paura è l’assenza di amore. Per questo l’eroe di questa storia è un ragazzo di dieci anni che osa fare qualcosa di inimmaginabile per cristiani e musulmani del Kosovo: cercare un amico nell’altra comunità. Ho voluto fare un film pacifista, basato su una storia di perdono e amore”.