Roma 2016, Kubo e la spada magica: Recensione in Anteprima
Far meglio di Coraline e ParaNorman sembrava impossibile, eppure in casa Laika sono riusciti nell’impresa con Kubo e la spada magica.
Passato alla Festa del cinema di Roma nella sezione autonoma e parallela Alice nella Città, Kubo ha visto gli animatori Laika tornare ai fasti di Coraline e ParaNorman, riuscendo addirittura nell’impresa di far meglio. Perché Kubo è un capolavoro in stop motion, nonché il miglior lungometraggio animato di questo ricco 2016. 11 anni dopo Wallace & Gromit – La maledizione del coniglio mannaro, se giustizia sarà, l’Oscar tornerà ad essere di plastilina. E con assoluto merito.
Protagonista di questa autentica meraviglia un ragazzino senza un occhio dalla fantasia sfrenata e con uno strumento magico a tracolla, lo shamisen, in grado di dar vita agli origami. Devoto alla mamma malata e in fuga da una famiglia che vuole strappargli anche il secondo occhio, Kubo richiama per errore un demone che da tempo lo insegue, con una magica armatura in grado di proteggerlo da spiriti cattivi e mostri da scovare il prima possibile. Il giovane parte così all’avventura insieme ad una scimmia, un tempo amuleto di legno, e ad uno scarabeo gigante, un tempo samurai, affrontando indicibili pericoli e spaventose creature, mentre la misteriosa storia della sua stravagante famiglia, finalmente, si svela al suo unico occhietto.
11 anni appena e una filmografia fino ad oggi quasi ineccepibile. In casa Laika hanno di fatto voluto esagerare, con Kubo e la Spada Magica, toccando vette di pura perfezione estetica e narrativa. Teneramente cupo e dolcemente spaventoso, il film di Knight vola sulle ali della fantasia, sfruttando nel migliore dei modi la mitologia del Giappone feudale, qui rianimato attraverso una favola dai contorni epici ed emotivamente marcati. Knight, che miglior esordio alla regia non poteva partorire, semina emozioni nel raccontare la storia di questa famiglia altamente particolare e da sempre legata al dolore dell’assenza, tanto da portare Kubo, protagonista di un viaggio dell’eroe che lo vedrà sfidare mostruosi parenti ultraterreni, ad abbracciare un fondamentale insegnamento: l’importanza della memoria. Perché è attraverso lo strumento del ricordo che l’uomo, per natura obbligato a sopportare il peso di una perdita, può aggirare e imparare a gestire lo sfiancante dolore della morte.
Visivamente straordinario, con una stop motion forse mai tanto omogenea nei movimenti, trainato da personaggi che non hanno timore ad essere cattivissimi, politicamente scorretti, follemente coraggiosi e/o fragili nelle loro pesanti corazze, ma soprattutto pieno di trovate che arricchiscono ulteriormente uno script già di suo originale, Kubo guarda a quel pubblico adulto che ha voglia di lasciarsi incantare e attrarre da un fantasy d’autore, teneramente malinconico nella sua magica evoluzione e ipnotico nella sua fascinosa e impeccabile costruzione.
[rating title=”Voto di Federico” value=”9″ layout=”left”]
Kubo e la Spada Magica (Kubo and the Two Strings, animazione, 2016, Usa) di Travis Knight; con Rooney Mara, Charlize Theron,Matthew McConaughey e Ralph Fiennes – uscita in sala: 3 novembre