Beata Ignoranza: Recensione in Anteprima
Le relazioni umane ai tempi del web dominano la scena in Beata Ignoranza di Massimiliano Bruno, dal23 febbraio al cinema.
Quattordicesimo film negli ultimi 5 anni per il primo e decimo per il secondo, qui chiamati a relazionarsi all’interno di un mondo stravolto dal web e dall’esplosione dei social network. Chiunque di noi, oramai, vive un’esistenza eternamente connessa, con lo sguardo fisso sugli smartphone e avvisi uditivi di ogni tipo che segnalano l’arrivo di messaggini, tweet, notifiche, mail e quant’altro. Strumenti digitali che in troppi casi arrivano persino a sostituire l’esperienza reale, vista attraverso lo schermo del virtuale. Bruno, come al suo solito qui anche co-sceneggiatore insieme a Gianni Corsi e ad Herbert Simone Paragnani, getta sul ring due soggetti ovviamente agli antipodi. Ernesto e Filippo. Entrambi professori al liceo, uno di lettere e l’altro di matematica, amici per una vita e da oltre 20 anni ‘nemici’ giurati, neanche a dirlo a causa di una donna, i cui vestiti da ‘ricordo’ e ‘fantasma’ sono indossati da Carolina Crescentini.
Ernesto è un catto-comunista, un conservatore severo che detesta tutto ciò che è tecnologico, è austero e ha un Nockia del ’95 ancora funzionante. Filippo, ovviamente, è il suo opposto, vivendo connesso 24 ore su 24, tanto dall’insegnare attraverso una sua applicazione che automaticamente genera soluzioni matematiche. Quando un video che riprende una loro zuffa in classe diventa virale sul web, la scommessa pronunciata tra le urla, ovvero scambiarsi i ruoli per poche settimane, diverrà realtà grazie all’arrivo della giovane Nina, figlia del loro mai dimenticato passato. Enrico dovrà quindi entrare nella Rete tanto odiata, mentre Filippo uscirne definitivamente.
Una commedia contemporanea sull’abuso tecnologico quotidiano che da anni caratterizza le giornate di molti, dando parola e spazio tanto a chi mostra totale indifferenza nei confronti dell’epoca digitale quanto a chi si affida ciecamente ad essa. Bruno si butta tra le braccia dei suoi due mattatori, Gassman e Giallini, per riuscire nell’impresa, imperfetta sul piano della scrittura ma nel suo complesso innegabilmente piacevole grazie proprio alla prova recitativa dei due. Una coppia esplosiva, quella formata dal solito travolgente Marco e dall’ormai noto piacione Alessandro, con la relazione umana ai tempi del ‘2.0’ loro co-protagonista.
Grazie alla carta documentaristica utilizzata all’interno della stessa narrazione, Giallini e Gassmann parlano direttamente allo spettatore attraverso flashback che costruiscono la loro reciproca storia, tratteggiata tra passato e presente con i classici toni da commedia. Bruno, nel doversi fare largo tra ‘apocalittici e integrati’ del nuovo millennio, imbocca la strada del quieto vivere, sottolineando come si possa serenamente esistere senza eccedere tanto nel consumismo social quanto nello snobismo culturale e tecnologico. Per la prima volta depurato dalla Rete, il personaggio di Gassmann riscopre un io che aveva da tempo quasi dimenticato, tra tempo libero e passioni personali ritrovate, mentre il professore tutto d’un pezzo interpretato da Giallini sperimenta l’ebrezza dell’alter-ego informatico che scatena sconosciuta intraprendenza e nuove ma non per questo malevoli forme di interazione sociale.
Fondamentale, in questa battaglia esistenziale, il ruolo di Nina, interpretata dall’esordiente Teresa Romagnoli, piacevole sorpresa insieme ad un cast di contorno tutto o quasi centrato sull’eccesso che si fa surreale divertimento, come con i personaggi di Luca Angeletti, Emanuela Fanelli, Malvina Ruggiano e Giuseppe Ragone. Ma è proprio il ruolo della gravida 25enne, con la sua centralità genetica nel dare il via al ‘duello’, che porta il film a sviare troppo rapidamente dai propri propositi iniziali, imboccando la strada della duplice paternità che banalmente si fa ciclica. Va da se’ che nel calderone tecnologico in cui cuoce la rete finisca di tutto, tra haters dai profili falsi e privacy a rischio, intime umiliazioni e processi privi di qualsiasi confine fisico, dipendenze ossessive e generalizzata (ma reciprocamente beata) ignoranza, alimentando indirettamente una superficialità tanto fastidiosa quanto forse inevitabile.
[rating title=”Voto di Federico” value=”6″ layout=”left”]
Beata Ignoranza (Ita, commedia, 2017) di Massimiliano Bruno; con Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Valeria Bilello, Carolina Crescentini, Teresa Romagnoli, Giuseppe Ragone, Malvina Ruggiano, Emanuela Fanelli, Luca Angeletti, Luciano Scarpa, Teodoro Giambanco, Susy Laude – uscita giovedì 23 febbraio 2017.