Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar: Recensione in Anteprima
Javier Bardem terrificante capitano spagnolo fantasma a caccia di Jack Sparrow in Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar.
Archiviato il tanto criticato (ma redditizio) Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare di Rob Marshall, che ha in qualche modo dato il via al suo lento ma inesorabile declino, Depp ha accettato di tornare ad indossare trucco e cappellone di Sparrow per una 5° volta, alla tenera età di 53 anni, con La vendetta di Salazar, primo blockbuster americano dei norvegesi Joachim Rønning e Espen Sandberg, nel 2012 candidati agli Oscar e ai Golden Globe per il miglior film straniero con Kon-Tiki. Al fianco di uno Sparrow sempre più pagliaccio, ancora una volta spazio a Hector Barbossa, interpretato da Geoffrey Rush, e alla coppia Will Turner/Elizabeth Swann, di ritorno 10 anni dopo Ai confini del mondo e ovviamente interpretati da Orlando Bloom e Keira Knightley.
Il figlio dei due che vedemmo nel 2007 in sala è ormai cresciuto e ha il volto di Brenton Thwaites, marinaio della Royal Navy che cerca di spezzare la maledizione che ha imprigionato l’amato padre in fondo all’oceano. Per riuscire nell’impresa Henry, questo il suo nome, dovrà mettere le mani sul mitologico Tritone di Poseidone, nascosto chissà dove in fondo al mare e da scovare grazie ad una mappa che nessuno al mondo è mai riuscito a decifrare. Tutto cambia grazie a Carina Smyth, interpretata da Kaya Scodelario, affascinante astronoma che attraverso le stelle e ad un diario segreto di Galileo Galilei condurrà Henry e Jack, interessato a far suo il Tritone per tornare a comandare il mare che gli ha ormai voltato le spalle, sulle tracce del leggendario tesoro. Peccato che un terrificante capitano spagnolo fantasma intrappolato nel Triangolo del Diavolo, Armando Salazar, interpretato da Javier Bardem, voglia vendicarsi su Sparrow, decenni prima resosi colpevole di averlo fatto affondare con la sua nave.
Format che vince non si cambia, potremmo dire, e non a caso Bruckheimer, i due registi e lo sceneggiatore Jeff Nathanson hanno mantenuto ben dritta la barra sulla rotta dello spettacolo, dell’azione, del fantasy e dell’umorismo spinto. Ci sono almeno un paio di scene, in La Vendetta di Salazar, che meritano un plauso tecnico e produttivo. Due momenti che aprono e chiudono la pellicola, tra un’incredibile rapina in banca e una pazzesca battaglia combattuta nel cuore dell’Oceano, diviso in due come nei Dieci Comandamenti di Cecil B. DeMille. Colossale nell’uso degli effetti speciali, che hanno ormai raggiunto livelli che rasentano la perfezione, Pirati dei Caraibi 5 introduce nuovi personaggi, ovviamente giovani, e rispolvera i vecchi, provando a seminare opzioni di scrittura per eventuali prossimi capitoli ma senza mai dimenticare l’ormai abusato effetto nostalgia. A trainarlo, neanche a dirlo, un Depp perennemente sbronzo e sempre più imbranato, figlio probabilmente del delicato momento privato vissuto dall’attore negli ultimi anni. Sparrow, è inutile girarci attorno, meriterebbe la pensione, perché lontano parente di quella travolgente novità che nel 2003 lo tramutò da subito in icona. E’ visibilmente stanco, fastidiosamente stupido e nulla più ha da dire nei confronti di un personaggio nel corso degli anni regredito. La Disney e Bruckheimer dovrebbero trovare il coraggio di mandarlo in archivio, provando eventualmente a rilanciare il franchise con novità concrete, che non si limitino ad appoggiarsi alle sue solite facce, ai comportamenti da cartoon in live-action e alle battute di quart’ordine a sfondo sessuale. La scena dopo i titoli di coda, da questo punto di vista, tiene aperta qualsiasi porta nei confronti di un sesto capitolo. Con o senza Jack.
Mastodontico nella produzione da 200 milioni di dollari, La Vendetta di Salazar amplia ancor di più l’aspetto fantasy della saga, dove è ormai di fatto tutto possibile. Ed è qui che subentra il premio Oscar® Javier Bardem, diabolico morto dal viso devastato che uccide chiunque si presenti al suo cospetto. Impeccabile il lavoro in CG dei maghi della Disney, ormai specializzatasi nel ringiovamento computerizzato. Dopo Jeff Bridges (Tron Legacy), Carrie Fisher (Star Wars VII) e Peter Cushing (Rogue One), anche Depp è infatti andato incontro ad un restyling facciale che gli ha tolto circa 30 anni, in una lunga scena ambientata nel passato clamorosamente credibile nei rinvigoriti lineamenti del divo.
Costruita l’immancabile caccia al tesoro, con i rappresentanti dell’Impero Britannico visti sempre come diavoli conquistatori assetati di potere, e nuovamente sfruttato il treno della ‘parentela’ a sorpresa alla Star Wars, Rønning ed Sandberg hanno dato vita ad un carrozzone visivamente spettacolare ma concettualmente privo di sostanziali novità. Pirati dei Caraibi, in quanto franchise, ha probabilmente già detto tutto, soprattutto se ancora così testardemente legato ai suoi volti storici, tanto da ritrovarsi a doversi ripetere, capitolo dopo capitolo, leggenda dopo leggenda, battaglia dopo battaglia, resurrezione dopo resurrezione, fingendo che dietro la roboante CG ci sia anche altro. Ma così non è.
[rating title=”Voto di Federico” value=”6″ layout=”left”]
Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar (Usa, action, fantasy, 2017) di Joachim Rønning, Espen Sandberg; con Johnny Depp, Javier Bardem, Brenton Thwaites, Kaya Scodelario, Kevin McNally, David Wenham, Stephen Graham, Geoffrey Rush, Orlando Bloom, Jack Davenport, Mackenzie Crook, Lee Arenberg, Martin Klebba, Keith Richards, Rodney Afif, Golshifteh Farahani, Keira Knightley – uscita mercoledì 24 maggio 2017.