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47 Metri: recensione del thriller-horror con squali

Un thriller con squali girato con maestria che tiene botta per l’intera durata, intrigante finale a sorpresa incluso.

pubblicato 27 Maggio 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 05:45

 

47 Metri noto anche come In The Deep nasce come direct-to-video e invece, bontà dei distributori che si sono accorti delle potenzialità del film, approda in sala dimostrando la sintonia con il genere del regista inglese Johannes Robert, nome che non risulterà nuovo ai fan del genere horror, suoi l’acclamato thriller F., l’intrigante horrror sovrannaturale The Other Side of the Door e l’horror fantascientifico Storage 24.

Dicono che una vacanza è l’opportunità perfetta per provare cose nuove e fare esperienze molto lontane dalla monotonia della vita di tutti i giorni. O almeno è quello su cui punta Kate (Claire Holt) nel convincere sua sorella Lisa (Mandy Moore) a inabissarsi nell’oceano per una immersione con il grande Squalo Bianco dentro una non molto stabile gabbia di metallo. Le due sorelle sono in vacanza in Messico, dopo che Lisa è stata lasciata, non per sua scelta, dallo storico fidanzato perché considerata troppo noiosa. Volendo impegnarsi ad essere più avventurosa, e avendo incontrato Benjamin (Santiago Segura) e Louis (Yani Gellman) in un bar, Lisa e la sorella decidono di seguirli il giorno successivo e prendere parte ad un’esperienza unica nella vita. Ma quando la loro gabbia si stacca dall’imbarcazione le due ragazze si ritroveranno a precipitare in fondo al mare intrappolate, attorniate da squali famelici e con sempre meno ossigeno a disposizione.

47 Metri è un piccolo film che riesce laddove molti sopravvalutati horror hanno miseramente fallito, mantenere una tensione costante lasciando che il pericolo, in questo caso famelici squali, incomba perenne e si palesi fulmineo a piccole ma efficaci dosi. Il regista Johannes Robert conosce a menadito i meccanismi della suspense e lo dimostra creando un’atmosfera volutamente cluastrofobica puntando su inquadrature strette, un senso di oscurità permanente ed evitando di ampliare la visuale dello spettatore schivando con intelligenza l’effetto “documentario”.

47 Metri arriva in sala sulla scia del successo dell’ottimo Paradise Beach – Dentro l’incubo aka The Shallows e come in quel film si mette in scena un vero e proprio “assedio” che stavolta sale d’intensità grazie alla location subacquea. In realtà il film oltre a ricordare inevitabilmente titoli come Open Water e sfruttare elementi claustrofobici come nel thriller Buried – Sepolto, porta sul fondo dell’oceano un format ben rodato già utilizzato in film come Prey – La caccia è aperta sostituendo feroci felini con famelici squali e l’impatto ansiogeno è di notevole effetto.

Criticare tout-court un film come 47 Metri anche solo per una mera questione di mancanza di verosimiglianza significherebbe non comprendere appieno la dimensione del B-movie che di limiti fa virtù, e sottovalutare l’abilità tecnica di un regista che costruisce tensione scena dopo scena e ha il coraggio di sfidare lo spettatore con un finale meno prevedibile del consueto. In conclusione siamo di fronte a del godibilissimo intrattenimento da non sottovalutare e ad una piacevole sorpresa nell’ambito del cosiddetto filone degli shark-movies che come ben sanno i fan del genere di “ciofeche” ne ha regalate a iosa.

 

[rating value=”6.5″ value_title=”voto di Pietro” layout=”left”]47 Metri (Thriller-Horror / USA-GB 2017) Un film di Johannes Roberts con Mandy Moore, Claire Holt, Matthew Modine, Santiago Segura, Yani Gellman, Chris J. Johnson. Al cinema dal 25 maggio 2017