Ritorno in Borgogna: nuove clip in italiano del film di Cédric Klapisch
Ritorno in Borgogna: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul film drammatico di Cédric Klapisch nei cinema italiani dal 19 ottobre 2017.
Debutta oggi 19 ottobre nei cinema italiani Ritorno in Borgogna, il nuovo film del regista Cédric Klapisch (L’appartamento spagnolo, Bambole russe).
Officine UBU ha reso disponibili tre nuove clip con scene in italiano del film interpretato da Pio Marmaï, Ana Girardot, Franҫois Civil e Marìa Valverde.
Dieci anni fa, Jean ha lasciato la famiglia, proprietaria di un grande vigneto in Borgogna, per girare il mondo. Informato della malattia terminale del padre, decide di tornare a casa, dove si riunisce con la sorella Juliette il fratello Jérémie. Ma la morte del padre poco prima dell’inizio della vendemmia ricopre i fratelli di nuove responsabilità. Nel corso di un anno, al ritmo del susseguirsi delle stagioni, i tre giovani adulti riscoprono e reinventano i loro legami familiari, grazie alla passione per il vino che li unisce.
Il regista Cédric Klapisch spiega cosa rappresenta per lui il vino.
[quote layout=”big”]Non c’è bisogno di girarci troppo attorno: chiaramente, per me, il vino è mio padre. Conosco il vino attraverso mio padre, che praticamente non beve altro che vino della Borgogna. Quando iniziai a bere (attorno ai 17-18 anni) mi fece assaggiare il suo vino. Grazie a lui ho imparato ad apprezzarlo. Fino a poco tempo fa, portava me e le mie sorelle alle degustazioni nei vigneti della Borgogna. Era una sorta di rituale, una volta ogni due anni circa. Quando avevo ventitré anni e studiavo a New York, lavoravo come cameriere in un ristorante francese. Eravamo circa quindici tra camerieri e cameriere, ma capii di essere l’unico che sapeva come consigliare un vino. I miei colleghi americani mi chiedevano “Come fai a distinguere un Cote du Rhone e un Bordeaux?” Ho capito in quel momento che il vino ha una propria cultura. In letteratura si può dire che è necessario leggere molto per distinguere un autore dall’altro. Con il vino, uno deve bere molto per capire le differenze tra le varie regioni e i loro diversi sapori. Sono cosciente del fatto che sia stato mio padre a trasmettermi la cultura del vino. Per questo ho sempre associato il vino all’idea della trasmissione. Ho intuito che il motivo che mi avrebbe spinto a fare un film sul vino sarebbe stata la voglia di parlare della famiglia. Quello che ereditiamo dai nostri genitori, quello che trasmettiamo ai nostri figli.[/quote]
Cédric Klapisch parla della scelta di ambientare il suo film in Borgogna.
[quote layout=”big”]La scelta della Borgogna mi è sembrata ovvia, anche se nel frattempo avevo “scoperto” altri territori, come Bordeaux. In Borgogna, le aziende sono, in generale, più famigliari. Nel Bordelais, le superfici sono molto più grandi e nella maggioranza dei casi i terreni sono industrializzati al punto di essere gestiti da grandi gruppi finanziari. Le problematiche del film sarebbero state completamente differenti. In un certo senso, la scelta di un’altra regione viticola francese (Alsazia, Linguadoca, Cote-du-Rhone, Beaujolais, etc…) avrebbe sviluppato tematiche ben diverse…[/quote]
Ritorno in Borgogna: trailer italiano, foto e poster del nuovo film di Cédric Klapisch
Officine UBU il 19 ottobre porta nei cinema italiani Ritorno in Borgogna (Ce Qui Nous Lie), pellicola che segna il ritorno alla regia di Cédric Klapisch. Dopo numerosi film che hanno ritratto le città più belle di sempre e i loro abitanti,come Rompicapo a New York, L’appartamento spagnolo, Bambole russe e Parigi, lo stimato regista francese ci accompagna questa volta in un inedito viaggio alla riscoperta delle radici familiari attraverso il verdeggiante paesaggio che caratterizza la campagna francese della famosa regione vinicola della Borgogna.
Ritorno in Borgogna racconta di tre fratelli, Jean (Pio Marmaï), Juliette (Ana Girardot) e Jérémie (Franҫois Civil), riuniti dal destino nella tenuta di famiglia in Borgogna e alle prese con importanti decisioni riguardanti il loro futuro e quello dei propri vigneti. Durante le fasi di lavorazione e produzione del vino, scandite dall’alternarsi delle stagioni, i tre fratelli protagonisti di Ritorno in Borgogna ripercorrono i momenti fondamentali della loro infanzia cercando di ricostruire il loro rapporto. Un racconto familiare che attraversa un intero anno, lo stesso periodo di tempo necessario per la produzione del vino, che influirà sul destino dei tre fratelli.
Dieci anni fa Jean ha lasciato la famiglia, proprietaria di un grande vigneto a Meursault in Borgogna, per girare il mondo. A causa della malattia terminale del padre, decide di lasciare temporaneamente l’Australia, dove viveva con la moglie e il figlio, per tornare a casa e riunirsi con la sorella Juliette e il fratello Jérémie. Ma la morte del padre poco prima dell’inizio della vendemmia ricopre i fratelli di nuove responsabilità, tra le quali la ricerca di una grossa somma di denaro con la quale pagare le tasse di successione. Al ritmo del susseguirsi delle stagioni, i tre giovani adulti riscoprono e reinventano i legami familiari, uniti dalla passione per il vino.
Il regista Cédric Klapisch parla della scelta dell’ambientazione rurale del film dopo Rompicapo a New York, un film dal contesto urbano.
[quote layout=”big”]Prima di tutto, ho realizzato questo film prima di Rompicapo a New York. Volevo fare un film sul vino già nel 2010. Quell’anno ho contattato alcuni viticoltori che conoscevo – non avevo mai partecipato ad una vendemmia ed ero curioso di vedere come svolgessero il loro lavoro. Mi sono detto, senza sapere davvero il perché, che c’era qualcosa di significativo in questo. A quel punto Jean-Marc Roulot mi ha permesso di fare una serie di fotografie durante la vendemmia nel suo vigneto. Dopo di questo mi sono dedicato a osservare nel dettaglio come cambia il paesaggio con il passare delle stagioni. Nei sei mesi successivi, sono ritornato molte volte in Borgogna, cercando un albero – l’albero perfetto per vedere gli effetti del passare del tempo e del ciclo delle stagioni. Ho incontrato Michel Baudoin, un fotografo molto esperto dei vigneti della Borgogna, e mi ha aiutato nella ricerca. Alla fine ci siamo accordati su due ciliegi – uno a Meursault, l’altro a Pommard. Era molto importante trovare la giusta angolazione, le giuste lenti e il momento migliore per fotografarli. Michel mi ha aiutato per un anno, fotografando gli alberi ogni settimana (sempre alla stessa ora del giorno). In ogni sessione fotografava l’albero e girava un video di un minuto. Alla fine aveva cinquantadue foto e immagini in movimento di questi due alberi tra le vigne. Senza sapere con precisione che cosa avevo tra le mani, dopo aver visto le foto ho sentito che c’era del materiale per girare un film. Nel 2011 sono tornato per osservare il raccolto, ma, a differenza dell’anno precedente, il tempo era grigio, aveva piovuto molto e i grappoli erano molto meno belli. Potevo vedere chiaramente come il processo di vinificazione fosse legato alle sfumature del tempo. Infine, nello stesso anno, 2011, ho deciso di iniziare la produzione di Rompicapo a New York, perché il produttore Bruno Levy ed io sentivamo che era il momento esatto per riconnetterci con gli attori di quella serie – quasi dieci anni dopo Bambole Russe. Tre anni dopo, quando avevo ormai finito Rompicapo a New York, mi sono chiesto se fossi pronto a fare questo film sul vino. La cosa folle è stata che, durante i tre anni dedicati a Rompicapo a New York, la Borgogna era stata colpita da un periodo di forti tempeste e i campi erano parzialmente rovinati! In poche parole, il film non poteva essere girato in quel periodo.[/quote]