È morto il regista Koji Wakamatsu: una carriera da più di 100 titoli
Più di 100 film, tra cinema di genere, pinku eiga e cinema autoriale. Ci lascia uno dei registi nipponici più celebri e acclamati, Koji Makamatsu.
Notizia triste per i cinefili e soprattutto per i fan del cinema giapponese: è morto Koji Wakamatsu. Già nel pomeriggio l’Hollywood Reporter aveva segnalato che il regista era stato vittima di un incidente venerdì sera. Dopo essere stato investito da un taxi nel centro di Tokyo, Wakamatsu è stato portato subito in ospedale in condizioni critiche. È deceduto oggi.
Wakamatsu ci lascia a 76 anni. Nato il 1 aprile 1936, è stato una figura centrale nel panorama cinematografico nipponico, sia per quanto riguarda quello industriale, sia per quanto riguarda quello autoriale. Regista prolifico che più prolifico non si può, all’attivo ha più di 100 film. Soprattutto ad inizio carriera, si è trovato a girare pellicole a ritmo anche di 10 opere all’anno: come successe nel 1964, il suo secondo anno di carriera.
Dopo un’adolescenza turbolenta, tra formazione operaia e un periodo passato addirittura nella yakuza, entra giovanissimo nel mondo della tv giapponese come assistente. Dal 1963 inizia la sua carriera nel mondo del cinema, tra film di genere ed opere della corrente pinku eiga (i softcore nipponici). Di lì a breve nasce la sua casa di produzione, la Wakamatsu Production. Nagisa Oshima, per il quale produsse il suo capolavoro Ecco l’impero dei sensi, disse di lui:
I film di Wakamatsu offrono ai loro spettatori un’esperienza che non ha equivalenti alla luce del sole. La voce del desiderio che echeggia nella notte.
Alcuni dei suoi primi film, tra cui Embrione, Angeli violati e Su su per la seconda volta vergine, li abbiamo potuti recuperare grazie ad Enrico Ghezzi ed il suo Fuori Orario. Tra le produzioni del periodo più recente ricordiamo il meraviglioso Caterpillar, tra le opere più belle ed importanti degli ultimi anni, e gli ultimissimi lavori: 11.25: The Day He Chose His Own Fate, visto a Cannes, e The Millennial Rapture, visto a Venezia.
Premiato al recente Busan Film Festival come regista dell’anno, Wakamatsu ha dichiarato questo proprio qualche giorno fa:
Penso che i miei film siano sottovalutati in Giappone, quindi questo premio è un grande onore per me. Sono un regista indipendente e ciò va contro il sistema in Giappone. Ma bisogna fare i film che porti nel cuore, non i film che gli altri vogliono che tu faccia.
Volevo dire ai giovani che non sono mai cambiato sin da quando sono entrato nel mondo del cinema. La mia volontà è di parlare alle persone in Giappone. Il cinema è libertà, e questo non deve mai cambiare.
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Update: il 30. Torino Film Festival avrà in cartellone 11.25: The Day He Chose His Own Fate.