L’Assoluto Presente: trailer, poster e foto del film di Fabio Martina
L’Assoluto Presente: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul film drammatico di Fabio Martina nei cinema italiani dal 15 dicembre 2017.
Il 15 dicembre Lo Scrittoio porta nei cinema L’Assoluto Presente, un film diretto da Fabio Martina e interpretato da Yuri Casagrande, Gil Giuliani, Claudia Veronesi, Francesca Tripald, Marco Foschi, Federica Fracassi, Bebo Storti e Umberto Galimberti.
L’Assoluto Presente si rifà alle parole del filosofo Umberto Galimberti, intervistato dal regista Fabio Martina sul tema giovani e futuro nel 2014, il quale ha dichiarato che “i giovani vivono l’assoluto presente e il futuro non lo vogliono vedere minimamente, perché hanno paura dell’imprevedibile, del precariato, dell’insignificanza sociale…”.
Il film, ambientato e girato a Milano ai giorni nostri, è la storia di tre ragazzi sui vent’anni, Cosimo, Riccardino e Giovanni. A bordo di un Suv percorrono le strade deserte del centro città. All’improvviso fermano l’autovettura in prossimità di un parco, scendono e aggrediscono un passante, apparentemente sconosciuto, in cui si sono casualmente imbattuti.
Fabio Martina debutta con il suo primo lungometraggio nel 2003 con il documentario Clochard si nasce a cui fanno seguito A due calci
dal paradiso (2006), film ambientato nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro e Che cos’è l’amore (2015) piccolo documentario cult a metà tra rappresentazione del reale e rielaborazione poetica.
NOTE DI REGIA
Il vero protagonista del film è il vuoto emotivo, affettivo, progettuale, incarnato nei volti, nei corpi, negli spazi fisici, dei giovani protagonisti; la macchina da presa, partecipe, ma distaccata, con la sua capacità di avvicinarsi e cogliere ogni micro-variazione espressiva, è strumento ideale per costruire un racconto intimo, narrato attraverso un linguaggio visivo inesprimibile a parole. Un vocabolario dell’animo umano alla cui redazione concorre la fisicità dei paesaggi urbani che non rimangono sullo sfondo delle vicende, ma balzano in primo piano, come ne L’avventura di Antonioni; o in Germania anno zero di Rossellini, in cui le macerie degli edifici bombardati rimandano al disastro etico e morale della Seconda guerra mondiale. Per tradurre la temporalità del film, il presente assoluto, si adotta uno stile di ripresa ispirato a Elephant di Gus Van Sant, in cui le lunghe carrellate a precedere e a seguire i personaggi penetrano oltre la fisicità per rendere visibile il mistero indefinibile della coscienza. Il vuoto interiore dei personaggi riverbera esteriormente nei vuoti architettonici metropolitani, attori principali nella costruzione del senso del film, amplificati e distorti maggiormente dall’uso di ottiche grandangolari. Milano, con le sue piazze, le lunghe strade, l’architettura moderna, le periferie deserte e abbandonate, le fabbriche dismesse, la sua altera eleganza, ma anche la prerogativa di porre in anticipo le importanti questioni etiche e morali del nostro tempo, è la location naturale per ospitare le vicende del film, come una metropoli europea indifferente ed estranea, ma in fervente attesa del cambiamento che verrà. [Fabio Martina]