Science+Fiction: primo giorno
Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare… navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire…Blade Runner – The Final Cut
Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare… navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire…
Blade Runner – The Final Cut è uno di quei film che rendono un festival soddisfacente anche se ci sono dei piccoli problemi di organizzazione. E’ uno di quei film che, visti al cinema, in una versione pulitissima, magari per l’ennesima volta, procurano brividi diversi e commuovono ancora. Come il breve e intensissimo monologo del Nexus 6 Roy Batty, interpretato da un leggendario Rutger Hauer, o la scoperta da parte di Racheal di essere una replicante.
Oppure il momento in cui Rick Deckard (Harrison Ford) entra nella casa di J.F. Sebastian e Pris (la Nexus 6 Daryl Hannah) si confonde tra i manichini e le bambole di cera, e potremmo stare qui ad elencare decine di sequenze… Ridley Scott monta (per la quarta volta, e forse ultima?) il suo capolavoro assoluto secondo le direttive iniziali, senza il finale “rubato” a Shining, senza la voce-off della prima edizione, e con l’aggiunta della sequenza onirica dell’unicorno. Qualunque versione preferiate, vedere quello che è forse il miglior film di fantascienza di sempre in digitale sul grande schermo ha un effetto impressionante.
E passiamo poi ai primi due film, fuori concorso e in concorso, visti ieri al Science+Fiction edizione numero 7. Vexille è un film d’animazione nipponico diretto da Fuhimiko Sori (che gli appassionati ben ricorderanno per Ping Pong), che ci porta nel Giappone del 2077: da 10 anni il paese è uscito dall’ONU ed ha intrapreso la via dell’isolazionismo. Di lui non si sa nulla e non si ha alcuna immagine… Entra in gioco la SWAT, capitanata dall’agente Vexille, che cercheranno di penetrare nella città per far luce su tutto.
Che dire? Animazione in CG molto bella, alcune sequenze davvero riuscite e piene di ritmo, un clima post-atomico con una sottile linea di speranza che un po’ opprime e un po’ avvince, ed una scelta musicale adatta e coinvolgente di un “certo” Paul Oakenfold. Le citazioni a mille (Matrix, Dune, Metropolis, 1997: fuga da New York, ecc.) creano un universo singolare, e il film gira abbastanza bene. Peccato davvero per un finale scontato, con addirittura una moralina finale che non può non strappare il sorriso per l’ingenuità.
In concorso si è visto invece il polar fantascientifico Chrysalis, diretto dal ventottenne (!) Julien Leclercq. Un film personalmente godibile, che riceverà critiche negative forse perché questa fantascienza mischiata al thriller e al poliziesco si è già vista (il film si ispira molto alle atmosfere di Minority Report e Gattaca, anche a detta del regista). Però su: Leclercq si dimostra al suo primo lungometraggio già abbastanza bravo a reggere tutto il film.
Il finale lo si può intuire, ma toglie poco ad una visione che non risparmia (i soliti) dubbi sulla potenza della tecnologia e su certi danni che potrebbe fare se non usata come si deve (il tema del film è quello della memoria), e sa creare un giusto ritmo e, quando deve, la giusta tensione. Intriga al punto giusto ed è recitato bene. Punto a favore la fotografia, fredda e ben pensata.
Un primo giorno quindi da premiare, nonostante qualche difetto: problemi di organizzazione per quanto riguarda l’orario di inizio delle proiezioni, nel caso di Blade Runner dovuto al fatto che si è cercato fino all’ultimo di riempire il più possibile la sala per non scontentare chi è rimasto fuori e anche all’arrivo un po’ in ritardo di Valerio Evangelisti (che ha introdotto in modo interessante la pellicola). Peccato anche che Julien Leclercq non sia potuto arrivare in Italia per essere presente alla proiezione del suo film. Ma, visto che alle spalle del festival ci sono soprattutto giovani, c’è da essere solo che contenti per questo inizio.