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La collina dei papaveri: recensione dell’animazione dello Studio Ghibli

Recensione per La collina dei papaveri di Goro Miyazaki, aspettando l’arrivo in sal,a per un solo giorno, il 6 novembre 2012

di cuttv
pubblicato 25 Ottobre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 20:54

Umi significa “mare” in giapponese, ed è il nome di un’adolescente che vive con la nonna e i fratelli in una grande casa affacciata sulla “collina dei papaveri” di Yokohama, sulle speranze e aspirazioni che fioriscono nel Giappone degli anni sessanta e sul porto, da dove issa ogni giorno bandiere di segnalazione, nel rituale nostalgico di salutare un padre marinaio scomparso nella guerra di Corea, senza sapere che stanno sventolano sul suo destino, propiziando un nuovo incontro tra il passato e il futuro.

Il destino personale e quello di una generazione, protagonisti di Kokuriko-zaka kara, tradotto per noi in La Collina dei Papaveri, conosciuto anche con il titolo internazionale di From up on Poppy Hill. Lo shojo manga disegnato da Chizuru Takahashi e scritto da Tetsuro Sayama, pubblicato per la prima volta a puntate nel 1980 (da gennaio ad agosto) sulla rivista “Nakayoshi” (della Kodansha), raccolto in due volumi (ancora Kodansha) e riedito nel 2010 dalla Kadokawa Shoten, che lo Studio Ghibli ha portato sullo schermo con il film di animazione diretto da Goro Miyazaki, figlio di Hayao Miyazaki, co-sceneggiatore dell’animazione con Keiko Niwa (già co-autore dello script de I racconti di Terramare nel 2006).

Un piccolo gioiello d’animazione, in equilibrio tra il vecchio e il nuovo, la nostalgia e il coraggio di avanzare, il Giappone devastato dalla Seconda Guerra Mondiale e un futuro da costruire, il sogno di una nazione e la realtà del quotidiano, le problematiche giovanili e quelle sociali. Una gemma incastonata nello scrigno di capolavori della factory giapponese, premiato come “Migliore animazione dell’anno” al Tokyo Anime Award e al 35º Japan Academy Award, che dopo la produzione e distribuzione giapponese (Toho), rallentata dal disastro causato dal terremoto e dal maremoto del 2011, il passaggio fuori concorso nella sezione Alice nella Città del Festival di Roma 2011, del Future Film Festival 2012 di Bologna e del Lucca Comics & Games 2012, arriva anche nelle nostre sale, per un solo giorno, il 6 novembre 2012, con la distribuzione e il doppiaggio a cura della Lucky Red.

Questa foto coglie il primo ‘contatto’ tra la studentessa quindicenne Umi Matsuzaki e il compagno diciassettenne Shun Kazama, tra la ragazza che sventola bandiere dalla collina e il ragazzo che le guarda tutti i giorni sulla barca del padre adottivo, tanto affascinato dal rituale da affidare al giornale della scuola che dirige, il suo messaggio per la ragazza fiera che volge il pensiero al cielo “Fair girl, why do you send your thought to the sky?”

Un contatto destinato a trasformarsi in legame, amicizia, amore e forse qualcosa di più, a partire dalla complicità nella lotta studentesca per ristrutturare il collettivo “Quartier Latin”, baluardo culturale degli anni ’60, ridotto a quartier generale di club scolastici, storia, ricordi e tutto il vecchio e fatiscente, minacciato dall’avvento del processo di modernizzazione post bellica nell’anno 38 dell’Epoca Showa, ossia il 1963, un anno prima del riconoscimento internazionale della nazione sancito dai XVIII giochi Olimpici di Tokyo.

Uno storico edificio che lascia coesistere giovani entusiasmi e rivoluzioni copernicane, le macerie del passato e i fondamenti della modernità, di un Giappone che ha edificato il nuovo continuando a glorificare le tradizioni, tra piani di cultura e strati di passato collegati da carrucole, filosofia ed esperimenti di laboratorio, accampamenti di tende, poetica del quotidiano e nuvole di polvere, che lo studio Gibli glorifica insieme alle nebbie del porto e del passato, con tutta la poesia e magia del tratto animato.

Pur con il segreto che rischia di separarli, Umi senza padre e con una madre in viaggio per lavoro, divisa tra le faccende del quotidiano e la lotta sociale, Shun nel club di letteratura e a capo dell’associazione per salvare il “Quartier Latin” e i germogli ideologici degli anni ’60, sono entrambi a caccia della verità sulle loro origini, e diventando i difensori della tradizione e dell’identità da preservare dall’avanzata rapida dal progresso.

Senza retorica e con una critica sociale moderata ma eloquente, durante l’assemblea studentesca è Shun a proclamare al collettivo esagitato «come si può pensare di costruire un futuro se si dimentica il proprio passato?», ma anche «democrazia non significa ignorare la minoranza», pur non rinunciando ai gesti plateali, alla propaganda ostinata, ad una mano fasciata per il graffio di un gatto, alla poesia per la donna del suo destino.

La storia è semplice, fin troppo nota agli appassionati di manga, la corsa in bicicletta è uno stereotipo al quale nessuno di ‘noi’ vorrebbe mai rinunciare, la ristrutturazione del vecchio edificio ha il ritmo di una ballata difficile da dimenticare, il tratto è un caleidoscopio di familiarità, impressionismo puro e definizione minuziosa del particolare, capace di restituire sapore ai ricordi, magia alla foschia, croccantezza alla frittura di pesce.

Forse La collina dei Papaveri è semplice per gli standard Ghibli, più vicina come animazione alle produzioni del passato che a quelle del presente. L’atmosfera è un mix di topos manga, sceneggiatura del padre e visione del figlio, ma la colonna sonora di Satoshi Takebe diventa parte essenziale dell’inquadratura, indugiando su toni e ritmo, a partire da Sayonara no Natsu, il brano degli anni sessanta interpretato da Aoi Teshima (nel video finale).

Non posso che augurare una buona visione a tutti quelli che vorranno approfittare dell’occasione di vederlo su grande schermo il 6 novembre 2012, in tutte le sale della vostra città che potete cercare e prenotare direttamente dal sito della Lucky Red. Assicuro invece incanto a tutti i lettori e appassionati di manga.

Voto di Cut-tv’s: 9
Voto di Federico: 7,5

La Collina dei Papaveri (Kokuriko-zaka kara, Giappone, 2011, animazione) di Goro Miyazaki. Uscita in Sala: solo il 6 novembre 2012 – Qui il trailer italiano.

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