Roma 2018, Halloween: Recensione del film di David Gordon Green
David Gordon Green riporta in vita il mito di Carpenter con un sequel diretto del film originale del 1978.
40 anni e 9 capitoli dopo, Halloween è tornato con il suo sequel più atteso, co-prodotto e musicato dal suo unico padre: John Carpenter, riportato a Haddonfield dal regista più camaleontico di Hollywood, David Gordon Green, negli anni passato da George Washington a Strafumati, da Lo spaventapassere a Joe.
40 anni fa, era il 1978, Carpenter scriveva una delle più celebri pagine della storia del cinema horror, con un film da 300.000 dollari girato in 20 giorni e in grado di incassare 70 milioni, dando il via alla golden age dello slasher con un un piano-sequenza iniziale di pura furia omicida che è diventato leggenda.
Con un colpo solo Green e la Universal hanno cancellato 40 anni di capitoli, più o meno riusciti e/o dimenticati, realizzando un sequel diretto di quel mitologico film. Jamie Lee Curtis, all’epoca esordiente, ha affiancato Carpenter nella produzione e ha ritrovato l’iconico ruolo di Laurie Strode 40 anni dopo quella prima volta, con figlia e nipote da salvare dalla pazzia di Michael Myers. Perché l’assassino delle baby sitter è tornato. Dopo quattro decenni passati in un manicomio criminale, alla vigilia di Halloween Michael viene trasferito in un’altra struttura. Facile immaginare come andrà a finire…
Nel 1978, quando il primo Halloween usciva al cinema, Gordon Green aveva appena 3 anni. 40 anni dopo il regista statunitense ha rimesso mano al mito, onorandolo nel migliore dei modi con il più riuscito capitolo dell’infinita saga, tolto ovviamente l’originale. Il soggetto è semplice, facilmente riassumibile in poche righe. Michael è vivo, non ha mai detto una parola e da 40 anni aspetta il momento giusto per completare l’opera iniziata con Laurie. La Strode, a sua volta, non si è mai ripresa da quel 31 ottobre del 1978, è agorafobica, psicotica e paranoica, ed ha continuato a vivere la propria esistenza cullando il sogno di uccidere Myers. Entrambi tenuti in vita dall’inesauribile voglia di vendetta.
Tra i due, preda e predatore a ritmi alterni, una lunga seguenza di vittime annunciate, uno psichiatra ossessionato dal piacere omicida di Michael e la famiglia della Strode, segnata a vita da quella notte delle steghe di 40 anni prima. Che David Gordon Green sia un fan di Carpenter è palese, tanto da omaggiarlo e citarlo a più riprese, strizzando sapientemente l’occhio agli adoranti fan dell’unica e originale notte delle streghe. Mai mostrato in volto, e mai parlante, Meyers fa la sua comparsa in un cortile penitenziario a scacchiera, iniziando da quel momento la sua partita con dirimpettai cinematografici e spettatori, accompagnati da Gordon Green in una lunga notte di morte e follia.
Jamie Lee Curtis, splendida 60enne qui per la prima volta con lunga frezza bianca e rughe segnate dall’ansia e dal terrore, non è più l’indifesa babysitter urlante del 1978, bensì una nonna armata fino ai denti che ha costruito una fortezza/prigione in previsione dell’epico scontro con il suo principale incubo. Gordon Green monta perfettamente l’attesa per il faccia a faccia conclusivo tra Meyers e la Strode, mentre le musiche riarrangiate dallo stesso Carpenter (qui consulente creativo) suscitano brividi come 40 anni or sono e Michael, pura e semplice macchina assassina dalla forza disumana, semina cadaveri a ritmo incessante. Una mattanza che il regista costruisce con indubbia capacità, con tanto di piano-sequenza citazionista e omicidi in replica rispetto al ’78, ridando forza e spavento ad una delle più celebri e amate maschere horror degli ultimi decenni.
Michael e Laurie non sono più tanto diversi, perché ossessionati da un ‘nemico’ che ha divorato i pensieri dell’altro. Come in un gioco a specchi i due si osservano, si cercano, mentre la nipote della Strode, interpretata da Andi Matichak, guarda fuori dalla finestra della classe esattamente come fatto da Jamie Lee nel titolo originale ma non trova Myers a fissarla. Bensì sua nonna, spaventosa quanto lo psicopatico mascherato.
Celebrata la mitologia carpenteriana e suscitata suspense, Green, il re mida Jason Blum, presente anche in questo horror con la sua Blumhouse, e l’indomita Curtis hanno completato un’opera che in 40 anni aveva generato non poche mostruosità, chiudendo (?) tra gli applausi una notte delle streghe durata un’eternità.
[rating title=”Voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]
Halloween (Usa, horror, 2018) di David Gordon Green; con Jamie Lee Curtis, Judy Greer, Will Patton, Haluk Bilginer, Virginia Gardner, Andi Matichak, Nick Castle, Toby Huss, Miles Robbins, Jefferson Hall, James Jude Courtney, Rhian Rees, Dylan Arnold, Drew Scheid, Jibrail Nantambu, Michael ‘Mick’ Harrity, Matthew R. Anderson, Diva Tyler, Brien Gregorie, Vince Mattis, Omar J. Dorsey, Pedro Lopez, Charlie Benton, Christopher Allen Nelson, Teresa Johnson, Jonathan Bruce, Charlie Donadio, Stephanie Butts, Davol Garrett, Michael Smallwood, Carmela McNeal, Miguel Macario Mata, Kurt Deimer, Chris Holloway, Roger Antonio – uscita giovedì 25 ottobre 2018.