Roma 2018, The Hate U Give: Recensione del film di George Tillman Jr.
Il contrasto razziale tra bianchi e neri d’America sbarca alla Festa del Cinema di Roma con The Hate u Give.
Acclamato dalla stampa americana, The Hate U Give di George Tillman Jr. è sbarcato alla Festa del Cinema di Roma, dopo aver già incassato 11 milioni di dollari negli Usa e a detta di molti puntare agli Oscar.
Tratto dall’omonimo libro per ragazzi di Angie Thomas, arrivato in Italia grazie a Giunti Editore, il film ruota attorno a Starr, sedicenne costretta a muoversi tra due mondi: abita in un poverissimo quartiere a maggioranza black dove le gang si sparano in strada ma va in una scuola prestigiosa, la Williamson Prep School quasi esclusivamente frequentata da ricchi bianchi, per volere della madre, determinata a costruire un futuro migliore per i suoi figli. Da una parte gli amici d’infanzia, che hanno lo stesso colore della sua pelle, e dall’altra quelli acquisiti, bianchi, che vivono in case che lei non ha mai visto prima.
Un fragile equilibrio che va in frantumi nel corso di una notte come tante, quando una volante della polizia ferma l’auto guidata da Khalil, suo migliore amico. L’agente li ferma, li perquisisce, e spara. Khalil, anche se disarmato, muore. Il caso mediatico esplode, le proteste in strada si fanno sempre più roventi, il passato e il presente del giovane, spacciatore per accudire la famiglia, si tramuta quasi in movente per l’omicidio, e la vita di Starr, chiamata a testimoniare dinanzi ad una giuria per far partire l’eventuale processo, cambia radicalmente. La polizia fa scudo nei confronti del proprio agente e il quartiere dei due giovani, al centro dell’attenzione, si fa campo di battaglia, con Starr costretta a scegliere quale strada percorrere: pretendere giustizia nei confronti dell’amico, mettendo a rischio l’incolumità della propria famiglia perché così facendo coinvolgerebbe il boss della droga di Garden Heights, o tacere, macchiando per sempre il ricordo di Khalil.
Un coming-of-age che si fa scontro razziale, quello diretto da George Tillman Junior, autore di un film unicamente centrato sul ‘messaggio’ da dover veicolare, tralasciando forma e gestione dei propri contenuti. Il doppio mondo vissuto da Starr, divisa tra quartiere povero e nero e scuola bianca per ricchi, non fa altro che estremizzare ciò che nell’America di Trump, in cui persino il Ku Klux Klan è tornato in superficie, si fa spesso cronaca. Le statistiche, d’altronde, parlano chiaro. Le probabilità che un afro-americano disarmato venga ucciso dalla polizia sono 5 volte superiori a quelle di un bianco.
Un’ingiustizia che si fa carneficina, una discriminazione che prende spesso la strada dell’omicidio a sangue freddo, lasciando il più delle volte impuniti i colpevoli. In 130 minuti Tillman Jr dipinge un quadro inquietante e al tempo stesso chiaramente orientato, lasciando al ruolo del padre redento Russell Hornsby il compito di seminare pistolotti su cosa significhi essere neri, su quanto possano essere pericolosi i poliziotti e su quanto sia importante dire sempre la verità, senza aver timore delle inevitabili conseguenza. Una famiglia da Mulino Bianco, tutta abbracci e sorrisi, con due genitori ancora follemente innamorati e tre adoranti figli da proteggere. Praticamente l’opposto della famiglia capitanata da Anthony Mackie, boss di quartiere con donna mentalmente instabile e figlia maggiore sboccata e sbruffona.
L’antitesi domina, in The Hate U Give, perché non ci sono sfumature nel film di Tillman Jr, in cui bianco e nero non conoscono alternative. All’interno del dramma famigliare, che si fa presto legal movie, trova persino spazio un momento più leggero, alla Indovina chi viene a Cena, in cui il fidanzato di Starr (KJ Apa, star di Riverdale), neanche a dirlo ricco e bianco, decide di conoscere suo padre, grosso, nero, tatuato ed ex galeotto. Anche qui sono i pregiudizi, tra le ovvie e inattese risate, ad essere platealmente rimarcati, perché persino i neri ne hanno nei confronti dei bianchi, in una sorta di collettiva seduta psicanalitica da mancata accettazione altrui.
Tecnicamente mediocre, con un impianto visivo tendenzialmente televisivo, The Hate U Give è pura e semplice denuncia sociale, mai come in questi ultimi anni richiesta a gran voce dalla comunità afroamericana. La 19enne Amandla Stenberg, vista anche in Hunger Games, è una piacevole scoperta, perché in grado di gestire con capacità il ruolo della combattuta Starr, mentre Regina Hall, per due decenni vista in ruoli comici, fatica a tenere il peso di una madre tanto forte e sicura di sé.
Tillman Jr, per non saper leggere nè scrivere, esplicita tutto l’esplicitabile, brandendo il macete per suscitare emozioni e arrivare ad una sacrosanta verità. Né bianchi né neri, siamo semplicemente esseri umani.
[rating title=”Voto di Federico” value=”5″ layout=”left”]
The Hate U Give (Usa, drammatico, 2018) di George Tillman Jr; con Amandla Stenberg, Regina Hall, Common, Sabrina Carpenter, Anthony Mackie, Dominique Fishback, Issa Rae, Kian Lawley, Russell Hornsby, Algee Smith, K.J. Apa, Lamar Johnson, TJ Wright, Megan Lawless, Rhonda Johnson Dents, Tony Vaughn, Marcia Wright, Al Mitchell, Karan Kendrick, Javon Johnson, Mike Stoudt, Tye Claybrook Jr., Andrene Ward-Hammond, Drew Starkey, Monique Grant, Kurt Yue, Marc Fajardo, DJames Jones, Abby Glover, William J. Harrison, Susan Santiago, Brittany Inge, Chantel Bryant, Brian Lafontaine, Parker Sack, Kaleigh Rivera