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L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford: recensione in anteprima

L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford, USA, 2007) di Andrew Dominik; con Brad Pitt, Casey Affleck, Sam Rockwell, Mary-Louise Parker.Quest’anno cinematografico è stato all’insegna della nostalgia. Ci si attendeva un ritorno e lo si è chiesto fino alla fine. Film di

18 Dicembre 2007 12:08

L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford, USA, 2007) di Andrew Dominik; con Brad Pitt, Casey Affleck, Sam Rockwell, Mary-Louise Parker.

Quest’anno cinematografico è stato all’insegna della nostalgia. Ci si attendeva un ritorno e lo si è chiesto fino alla fine. Film di genere, exploitaion, e anche western. Per quanto riguarda proprio il western, il 2007 ci ha regalato due visioni: Quel treno per Yuma, il remake 50’anni dopo del capolavoro di Delmer Daves, e L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford.

Il primo è in realtà un action movie travestito da western, il secondo ha diviso la critica e il pubblico a Venezia, dov’era in concorso, soprattutto perché è una versione del genere anomala. Intimista, lo si è definito così. Quand’era al Lido, noi del Cineblog non siamo stati troppo benevoli nei suoi confronti, come molti del resto. E’ anche vero che c’è chi ha urlato troppo in fretta al capolavoro.

Andrew Dominik riporta sullo schermo la storia di Jesse James, soldato confederato durante la guerra di secessione, che con la sua banda colpì molti stati, tra rapine, assalti ai treni e omicidi. Nel voler raccontare il suo rapporto con Robert Ford, un giovane che venera Jesse James e che viene ammesso nella banda, Dominik dilata il tempo e descrive la psicologia dei suoi due protagonisti in maniera meticolosa.

Il tono del film è crepuscolare, malinconico, e Brad Pitt è un Jesse James che corrisponde fisicamente ai toni che la pellicola vuole avere. Il suo rapporto, anche abbastanza ambiguo, con Robert Ford non è mai sicuro e delineato, e quel colpo di pistola inflitto a tradimento sembra l’unica cosa sicura che succede fra i due uomini.

Ciò che a prima vista fa storcere il naso è la lunghezza del film, che dilata fino a mezz’ora dalla conclusione il rapporto “omoerotico” e teso fra i due pistoleri. Anche perché Dominik aveva dato prova con il suo bel film d’esordio, Chopper, di capacità di sintesi e concisione. E la parte più bella, il vero gran film, arriva proprio negli ultimi minuti, in cui ci viene data una bellissima riflessione sul mito, con Jesse James entrato a far parte definitivamente della Storia e Robert Ford invece, nonostante tutto, come suggerisce anche il titolo, relegato al ruolo di codardo.

Lo spettatore quindi può o restare incantato e ipnotizzato dal tono del film o può addormentarsi (a patto che davvero si svegli nell’ultima mezz’ora). Ciò che non si discute, comunque, è la capacità tecnica de L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford: fotografia e colonna sonora, come minimo, sono inattaccabili e di sublime bellezza.

Nota di merito a Casey Affleck, che si mangia tutti gli amici della squadra di Ocean e riconferma di essere un vero talento, anche nell’uso della voce (che purtroppo il doppiaggio annullerà). Il film ha poi vinto la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile: la giuria ha azzeccato il film giusto per questo premio, ma ha proprio sbagliato attore…

Voto Gabriele: 7

Festival di Venezia