1408: la recensione
1408 (1408 Usa 2007) di Mikael Håfström con John Cusack, Samuel L. Jackson, Mary McCormack, Jasmine Jessica Anthony, Alexandra Silber, Tony Shalhoub, Emily Harvey, Noah Lee Margetts. Mike Enslin (John Cusack), dopo la morte della figlia Katie, si è dedicato al paranormale scrivendo di luoghi infestati da misteriosi fenomeni e screditando, una per una, le
1408 (1408 Usa 2007) di Mikael Håfström con John Cusack, Samuel L. Jackson, Mary McCormack, Jasmine Jessica Anthony, Alexandra Silber, Tony Shalhoub, Emily Harvey, Noah Lee Margetts.
Mike Enslin (John Cusack), dopo la morte della figlia Katie, si è dedicato al paranormale scrivendo di luoghi infestati da misteriosi fenomeni e screditando, una per una, le storie raccolte. Fino a quando entra nel Dolphin Hotel e chiede la chiave della stanza 1408. Il direttore dell’albergo (Samuel L. Jackson) lo supplica di ripensarci ma Mike è testardo…
“Le stanze d’albergo sono inquietanti per natura”. Lo sa bene Stephen King, lui che di stanze d’albergo ne avrà visitate tante, lui che di un albergo intero ha fatto il regno dell’horror (Shining, eh sì). La 1408 è una piccola Shining. Paura ed allucinazioni comprese. Tutto lì in un bagno, una camera ed un salottino.
E come protagonista solo lui: Mike Enslin, un John Cusack che si porta sulle spalle tutto il film (sebbene l’interpretazione di Samuel L. Jackson lasci quel vago sapore di inquietudine essenziale alla storia) e per un’ora ci “delizia” con le sue visioni, i sensi di colpi, i demoni, i fantasmi, l’angoscia e la paura verso qualcosa che lui non ha mai creduto vera.
Lo aiuta la stanza, con un utilizzo notevole della scenografia e di effetti speciali sapientemente dosati per creare tensione, spavento o anche solo angoscia.
La stanza 1408 in effetti è la vera protagonista. Insieme alla morte. La realtà dopo la morte. Credere o non credere? Per Mike, dopo la perdita dell’unica figlia in tenera età, è difficile sperare in un mondo ultraterreno migliore. Esiste? La sua Katie sta bene ora? E’ in paradiso? Mentre la stanza lo uccide lui non può che pensare a lei e sarebbe facile lasciarsi andare e raggiungerla ma la forza lo tiene in vita. La vendetta lo tiene in vita. La rabbia lo tiene in vita.
E sebbene ci sia un happy end, quel nastro non è per niente consolante. Quella bambina che chiede aiuto è più angosciante di tutto.
Voto Carla: 7
Voto Gabriele: 7
Ps. Sono stati girati altri finali del film, eccone uno.