Roma 2012: Carlo! – Recensione in Anteprima per il film di Gianfranco Giagni e Fabio Ferzetti
Vita, morte e miracoli su Carlo Verdone! Dal Festival di Roma, ecco arrivare la recensione di CARLO!
Carlo Verdone per la città di Roma è una sorta di totem. Un Dio della comicità e della caratterizzazione capitolina assolutamente inattaccabile. Giustamente, mi verrebbe da dire. Perché Carlo Verdone in questi ultimi 30 anni è riuscito ad evolversi, a non rimanere mai eccessivamente uguale a se’ stesso. A cambiare maschere e a trasformare personaggi. Ad accettare critiche e a ripartire. Ciò che è stato Alberto Sordi per la generazione dei cinquanta/sessantenni di oggi, è stato Carlo Verdone per la mia generazione, quella degli anni 80 cresciuti a pane e Borotalco, a latte e Compagni di Scuola, a marmellata ed Acqua e Sapone.
Arrivato alla sua settima edizione, il Festival Internazionale del Film di Roma ‘celebra’ ufficialmente Carlo Verdone grazie a Carlo!, documentario girato da Gianfranco Giagni e Fabio Ferzetti, presentato in anteprima nella sezione Prospettive Italia.
D’altronde una vita intensa e ricca di aneddoti come quella vissuta dall’attore e regista meritava di esser raccontata, anche se in minima parte. Per riuscirci Giagni e Ferzetti si sono affidati ai più celebri sketch del comico, alle voci dei tanti attori, amici e conoscenti che hanno avuto il piacere di lavorare con lui, alle chicche mai raccontate ed ovviamente all’inimitabile Verdone, protagonista del suo stesso omaggio, innegabilmente meritato.
Il cinema di un ‘mito’ visto dal di dentro. Attraverso gli attori, le attrici, la famiglia, i figli, le strade e le voci di Roma. Carlo! è questo e molto altro, nel voler tratteggiare i lineamenti di una figura che nel bene e nel male ha segnato la commedia italiana degli ultimi 30 anni. Tutto ebbe inizio grazie a Sergio Leone, che vide in quel giovane comico televisivo di belle speranze la stoffa di un attore da cinema. Nacque Un sacco bello. Il boom fu immediato e subito ribadito da Bianco, Rosso e Verdone. In pochi anni Carlo diventa un marchio, ma i produttori scappano. ‘Ha finito tutte le cartucce‘, pensano. Persino l’amico Leone l’abbandona al suo destino. Fino all’arrivo di Mario Cecchi Gori. Che si fida di lui e del suo trasformismo. Basta maschere. Arriva Borotalco. Nasce un nuovo Verdone.
In 75 minuti di documentario Gianfranco Giagni e Fabio Ferzetti ridisegnano la carriera del Verdone attore, regista, figlio, padre, marito, comico. Le paure, i sogni, le speranze di un uomo che è riuscito a carpire il meglio persino da un insuccesso. Come dimenticare il (meritato) disastro di C’era un Cinese in Coma. I botteghini piansero, mentre la critica scrisse l’epitaffio del Verdone regista. Lui a quel punto capì che era arrivato il momento di sparire. Partì per 3 anni. Ricostruì il rapporto con i figli. “Quello è stato il mio film più riuscito“, ammette oggi quasi con gioia. Il film della propria vita, con la sua famiglia unica protagonista. Per poi risorgere, ancora una volta, e maturare.
Margherita Buy, Laura Morante, Micaela Ramazzotti, Marco Giallini, Toni Servillo, Pierfrancesco Favino, Eleonora Giorgi (spicca l’inattesa assenza di Christian De Sica). Attori ed attrici che provano a raccontarci il ‘loro’ Verdone, quello inedito ma curioso, vista dentro e fuori dal set. Alternando continuamente interviste a sketch memorabili, i due registi ritmano splendidamente il percorso documentaristico, celebrando di fatto un inventore di personaggi. Presi dalla strada, dai quartieri della Città Eterna e resi attori. Basti pensare alla Sora Lella, a Mario Brega, ad Angelo Bernabucci. Volti ‘normali’, diventati cinema.
Autentica spugna recitativa, che da sempre assorbe le caratterizzazioni altrui per farle proprie, Verdone ha ‘costruito’ parte della commedia italiana dagli anni 80 ad oggi. Una commedia solo all’apparenza ‘divertente’, ma in realtà malinconica, per non dire triste e con letture variegate e a più livelli. Mattatore in sala quanto tra la critica, il Carlo raccontato in questo documentario è un Verdone sicuramente autentico, che oscilla tra forza e debolezza, tra mai dimenticati ricordi del passato e speranzosi progetti sul presente e sul futuro.
Ipocondriaco, timoroso, pieno di tic e di incubi metropolitani, l’attore Verdone incontra il Verdone uomo, privato, intimo, professionale, cresciuto con i film di Germi e Federico Fellini, e diventato ‘adulto’ grazie ad un ‘padrino’ come Sergio Leone. Ciò che salta all’occhio, nel vedere Carlo!, è l’evidente ed esplicita sensazione di una vita straordinariamente vissuta, ma soprattutto ricca di molti altri aneddoti, che meriterebbero ore ed ore di ulteriore registrazione per venire esplicitati e resi noti.
Ma il tempo scorre, anche al buio della sala, tanto da doverci accontentare di (ri)ammirare un’infinita galleria di ‘mostri’ contemporanei, che ancora oggi possiamo incrociare ad un bar, in treno, in edicola o in tabaccheria, dopo esser stati ‘carpiti’, reinterpretati, e automaticamente resi immortali proprio da lui. Carlo Verdone.
Voto di Federico: 7
CARLO! (Documentario, Italia, 2012) di Gianfranco Giagni e Fabio Ferzetti; con Carlo Verdone.