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Chiamata senza Risposta – One Missed Call: recensione in esclusiva da Los Angeles

Chiamata senza Risposta – One Missed Call (One Missed Call – Usa 2008) di Eric Valette con Edward Burns, Shannyn Sossamon, Ana Claudia Talancon, Ray Wise, Azura Skye.One Missed Call è il classico film davanti al quale ogni buon recensore imparziale rimane praticamente bloccato: parlarne male sarebbe fin troppo facile; parlarne bene è praticamente impossibile.

di mario
17 Gennaio 2008 09:32

one missed call poster usaChiamata senza RispostaOne Missed Call (One Missed Call – Usa 2008) di Eric Valette con Edward Burns, Shannyn Sossamon, Ana Claudia Talancon, Ray Wise, Azura Skye.

One Missed Call è il classico film davanti al quale ogni buon recensore imparziale rimane praticamente bloccato: parlarne male sarebbe fin troppo facile; parlarne bene è praticamente impossibile. Raccontare la trama equivale praticamente a condannare il film: un gruppo di ragazzi inizia a ricevere voice-mail in cui una voce (quella dei personaggi stessi) dal futuro preannuncia con esattezza la loro morte. Dove l’ho già sentito?, vi starete chiedendo.

Remake del giapponese The Call (Takashi Miike), già pessimo esempio di come anche l’horror asiatico fosse ormai ad un punto di stasi creativa, questo film di Eric Valette, precedentemente conosciuto per il suo discreto film francese Degustation (2002), non presenta neanche la minima ombra di merito. A partire dalla locandina, che personalmente trovo oscena per quanto banale, e che lascia subito intravedere una lampante evidenza: non ci si trova dinanzi ad un prodotto meditato e ragionato. Tutt’altro.

L’impressione generale, infatti, è che tutto sia stato fatto con la massima fretta per uscire il più presto possibile sul mercato americano, possibilmente a ridosso delle vacanze di natale, periodo fertile per gli incassi. La storia è un susseguirsi di banalità che sa di già visto fin dalla tagline di presentazione “What will it sound like when you die?”.

one missed call logo

Sembra di essere dinanzi ad un compendio di tutto ciò che il cinema horror asiatico ha proposto, con più o meno grazia artistica, negli ultimi dieci anni; il tutto mixato con richiami molto evidenti a “piccoli” film culto come Scream e Final Destination. Ma si tratta della classica somma il cui totale val meno dei singoli addendi.

La recitazione, poi, è il punto più basso del film. Credibilità ai minimi storici, anche e soprattutto nelle scene che dovrebbero rimandare il pathos della vicenda, coinvolgendo il pubblico e facendolo sobbalzare dalla poltrona. Roba che al confronto gli attori di Evil dead (La casa) di Raimi erano da Oscar.

One Missed Call ha avuto un più che discreto successo di pubblico nelle sale americane, ma è stato unanimamente bocciato dalla critica (non a caso anche su imdb figura con un sonoro 3/10). Una media che, una volta tanto, fotografa esattamente il valore del film: non aggiunge nulla a ciò che già sapete dell’horror, non appaga la vista né tantomeno la mente (come fa ad esempio il bellissimo The Orphanage), configurandosi così come il classico prodotto usa e getta che sta mandando al macero un genere cinematografico che avrebbe ancora molto da dire, se solo ci si degnasse a fare un passo in avanti dallo step che lo vede fossilizzato a bambini coi capelli bagnati sul volto, telefoni che squillano a più non posso e case fintamente infestate.

Quoto in chiusura il sarcastico commento del recensore di LA Weekly: “Se durante la visione di questo film dovesse suonare il vostro cellulare, non temete. Rispondete pure. La vostra conversazione sarà di sicuro più interessante della storia propinata sullo schermo”.

Voto Mario: 3
Voto Gabriele: 3