The Unknown David Lynch Parte 1
Il museo più importante di Los Angeles, che è poi anche fondazione per la diffusione della cultura in ogni sua forma, ovvero il Los Angeles County Museum of Art (meglio conosciuto con l’acronimo LACMA), ha dedicato una intensa rassegna-evento di due giorni ad uno dei registi/autori/artisti più significativi (ed al tempo stesso discussi) non solo
Il museo più importante di Los Angeles, che è poi anche fondazione per la diffusione della cultura in ogni sua forma, ovvero il Los Angeles County Museum of Art (meglio conosciuto con l’acronimo LACMA), ha dedicato una intensa rassegna-evento di due giorni ad uno dei registi/autori/artisti più significativi (ed al tempo stesso discussi) non solo del nostro tempo, ma dell’intera storia della settima arte (e non solo): David Lynch.
Scopo principale degli organizzatori è stato mostrare il volto meno conosciuto di Lynch, esulando una volta tanto dalla banale messa in schermo dei suoi capolavori ormai mandati a memoria da ogni esegeta della macchina da presa che si rispetti. Il tutto si è svolto in tre sezioni principali, incastonate in modo perfetto per essere fruite in sequenza. La prima parte, di cui parlerò in quest’articolo/recensione, è stata dedicata alla proiezione del famoso per quanto invisibile David Lynch Documentary.
David Lynch Documentary (blackANDwhite, 2007): Realizzato nel 2007, e filmato da un regista sotto pseudonimo blackANDwhite (le voci si sono rincorse numerose, da chi diceva fosse in realtà Lynch stesso a chi azzardava altri registi più o meno famosi, Spielberg e Cronenberg su tutti), questo progetto sperimentale, girato in un mix di bianco/nero e sporadici schizzi di colore, mira a rimandarci un’immagine più calda di un regista misterioso e geniale.
Spezzoni di dialoghi con se stesso e con i colleghi, immagini rubate dai set del suo ultimo film INLAND EMPIRE, viaggi in lontani luoghi fisici e dell’anima. Tutto questo viene miscelato in maniera davvero perfetta, dando l’idea di un genio sempre in lotta con i demoni della propria creatività (che, è bene ricordare, si esprime non solo nel cinema, ma anche nella pittura e nella video-arte), intento a seguire una sua precisa idea di mondo e di cinema, ma anche pronto a scherzare, sorridere di se stesso e della vita. In soli 80 minuti, che si vorrebbe non finissero mai, capiamo molto di più della sua filosofia, ma riceviamo anche numerose chiavi di lettura preferenziali per accedere ai sensi nascosti delle sue opere.
Questo attraverso racconti in prima persona dalla sua biografia, aneddoti (non fini a se stessi) sulla nascita dei suoi film e tracce sparse ma precise del suo modus vivendi (portato avanti anche attraverso una Fondazione che promuove la meditazione come conoscenza di sé e del mondo, e strumento di pace) ed operandi (davvero illuminanti i suoi sopralluoghi alle aree di ripresa, ed i suoi consigli agli attori). Si resta affascinati anche dalle statiche immagini che mostrano Lynch seduto a rimirare il vuoto, riflettendo sulla prossima scena da girare o sul senso (che ironicamente ammette di non conoscere) delle sue opere.
In ogni caso, ribadisco, questo film è prezioso non solo per i contenuti, ma anche per la forma, perché è proprio attraverso la varietà dei formati e lo stile espressionista che si riesce a documentare le idiosincrasie creative del lavoro di Lynch e del suo modo di catturare il mondo e il costante fieri del processo creativo. Lo stile non lineare, fatto di salti temporali e spaziali, d’altra parte, è un approccio che si conforma perfettamente alla produzione lynchiana, dove momenti random si accostano creando un’insostenibile pienezza di senso. La logica folle è la vera essenza di Lynch. E di questo documentario. Non un semplicistico backstage, dunque, ma un tassello decisivo per rendere coerente un puzzle affascinante che, fortunatamente, si costruisce negli anni attraverso pezzi sempre più deliranti.
Questo film non è disponibile in formato dvd, e quindi risulterà difficile da trovare, ma viene proposto in giro per il mondo in screening speciali cui spesso lo stesso regista partecipa. Non so se sia già arrivato in Italia, e se mai arriverà. Il mio invito è comunque di fare di tutto per recuperarlo. Se siete fan di Lynch lo amerete ancora di più, se non lo siete forse inizierete ad apprezzarlo per quello che è: un genio.