Home Curiosità The Unknown David Lynch Parte 3: The Eraserhead 30th Anniversary Print

The Unknown David Lynch Parte 3: The Eraserhead 30th Anniversary Print

La terza ed ultima parte dell’evento dedicato a David Lynch dal LACMA (qui trovate la prima e qui la seconda) non è altro che la proiezione in anteprima assoluta della versione restaurata di The Eraserhead in occasione del suo trentesimo anniversario (uscì infatti nel 1978). Un film che ha cambiato per molti il senso del

di mario
22 Gennaio 2008 09:00

eraserhead dvd david lynchLa terza ed ultima parte dell’evento dedicato a David Lynch dal LACMA (qui trovate la prima e qui la seconda) non è altro che la proiezione in anteprima assoluta della versione restaurata di The Eraserhead in occasione del suo trentesimo anniversario (uscì infatti nel 1978). Un film che ha cambiato per molti il senso del fare cinema, ed ha cambiato la visione del mondo del sottoscritto.

The Eraserhead è più di un semplice film, anzi forse non lo è affatto. E’ un incubo ad occhi aperti (quelli del protagonista, un attore dalla mimica straordinaria, che trasmette con grande emozione il nulla che lo circonda; ma anche quelli dello spettatore, rapito e trasportato in una dimensione chiaroscurale che lo attanaglia senza spiragli di luce)… un incubo in cui non accade nulla né si dice nulla: pochissime le battute pronunciate, perché il mondo-incubo ruota attorno al parossistico rimbombare di rumori fuori campo di cui è ignota l’origine, la causa, la natura.

Non conta quel che succede, perché negli incubi l’azione è un surplus che non può annegare la triste verità dei fatti: l’incubo non nasce dall’azione, ma dalla visione. Visione sconnessa e frammentaria di situazioni non lineari né temporalmente ordinate. Gli occhi di Henry (stralunati come se neanche lui si renda conto del suo stato: cosciente, catatonico o semplicemente sprofondato nel peggiore dei sonni?) vedono l’orrore, ma vedono anche la bellezza aldilà dell’aspetto orrorifico (la scena finale è emblematica in tal senso).


eraserhead cena

Mai come questa volta, però, credo che non sia necessario cercare simbolismi dietro la patina delle immagini dissacranti costruite dall’autore: l’esatto opposto di quanto accadrà due decenni dopo con Mullholland drive, anch’esso segnato dall’incubo, ma in cui l’incubo sarà metaforizzazione della malata società americana ed omaggio al mondo-cinema-contesto-Hollywoodiano. In The Eraserhead si nota invece come non vi sia alcun rimando simbolico forzato, ma solo la volontà di descrivere, con bel piglio quasi neorealista, classico nello stile, lo svolgersi dinanzi a noi, di un incubo. Quel che si può notare è invece la chiarezza di alcuni rimandi-omaggi che Lynch dissemina nel testo: innanzitutto, con procedimento di contrasto, un rimando a Chaplin nella scena in cui Henry, di ritorno a casa, quasi danza su delle strane dune di terra ammonticchiate nel desolato/desolante paesaggio; poi, ancora più chiaro (anche per il riferimento all’incubo come genesi del mondo reale/filmico) il rimando alla corrente dell’Espressionismo tedesco, movimento culturale-artistico che riscrisse le regole del fare cinema (anche sulla scorta delle analisi sulla psiche portate avanti da Freud e Jung): c’è molto di Lang ma soprattutto di Robert Wiene (Il gabinetto del dottor Caligari, 1920) nelle scenografie (vedere l’entrata del palazzo, obliqua come solo le scenografie espressioniste sapevano essere) nelle scelte di luci e chiaroscuri (che, lungi dall’essere calme e rasserenanti, rimandano invece sempre ad un prossimo incubo mostruoso).

Agli evidenti omaggi, naturalmente, il pur ancor giovane Lynch aggiunge già ossessioni autoriali che sono tutte sue: il parto di un mostro dalla testa scuoiata, strani feti d’orrore che si librano nell’aria, un teatro (il paradiso? come canta la canzone della soubrette deforme?) posto tra gli elementi di un termosifone, le teste umane utilizzate in catena di montaggio per produrre le gommine delle matite (inno alla stupidità umana?). Questo film spaventa, ma più che per quello che mostra, lo fa attraverso le modalità di messa in scena: un horror raggelato e visionario, che non vi farà dormire…non per l’eccesso moltiplicativo di mostruosità, ma perché vi spingerà a porvi delle domande, a cercare un senso alla visione! Giudicare un incubo non è possibile…quindi per una volta eviterò di esprimere giudizi numerici…ma sappiate che The Eraserhead riuscì a scalzare il citato Mullholland Drive nella mia personale classifica dei film preferiti! E la nuova versione, pulendo ma non ripulendo, mantiene intatta tutta la forza di un film che ha segnato un punto di svolta, anche se molti stentano ancora a rendersene conto.