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Roma 2012: Bullet To the Head – Recensione in Anteprima per il film di Walter Hill

Presentato in anteprima mondiale al Festival di Roma, ecco Bullet To the Head!

pubblicato 14 Novembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 20:15

Il giorno di Sylvester Stallone al Festival Internazionale del Film di Roma è finalmente arrivato. Per l’occasione è persino strabordato il Tevere, tanta fosse l’emozione. Nella Capitale per presentare in anteprima mondiale l’atteso Bullet to the Head di Walter Hill, Sly ha stupito tutti. Perché il suo criminale tatuato e muscoloso è semplicemente magnifico. Il miglior personaggio che gli sia capitato tra le mani negli ultimi 20 anni.

Merito soprattutto di una sceneggiatura che non perde mai colpi, seminando per 90 minuti una mitragliata di battute semplicemente straordinarie. Già candidato all’Oscar per lo script di The Messenger, l’italianissimo Alessandro Camon conferma le proprie qualità anche nel mondo del poliziesco duro e crudo, dando vita ad una ‘strana coppia’ che buca lo schermo.

Grazie alla mano di Walter Hill, ‘mito’ dell’action di coppia anni 80 (come non ricordare 48 ore e Ancora 48 ore), Bullet To the Head ha il pregio di divertire, tra una sparatoria e una scazzottata, senza mai prendersi troppo sul serio, tanto da far risorgere un genere che da anni non trovava conferme così nette e inattaccabili.


Siamo a New Orleans. La New Orleans post Katrina. Ancora disastrata, ma pronta a rimettersi in moto, grazie alla scontata attività criminale. Qui, causa un duplice omicidio dalle ingombranti ombre, nasce la coppia che non ti aspetti. Da una parte un ‘mercenario’, finito in carcere quasi 30 volte; dall’altra un poliziotto di Washington, di origini coreane, ligio al dovere e al senso di giustizia. In perenne difficoltà nel dover sopportare le ‘regole’ dell’altro, i due danno così vita ad un’impensabile alleanza, per cacciare e vendicare i compagni ammazzati. Caricando il pistolone, perché ci son testa da crivellare…

Ispirato alla celebre graphic novel “Du plomb dans la tête” di Matz (Alexis Nolent), Bullet To the Head è uno di quei thriller ‘vecchia maniera’ che la nuova Hollywood ha purtroppo smesso di fare. Fino ad oggi. Perché grazie ad Hill e al ‘nostro’ Camon, l’effetto nostalgia è dietro l’angolo. Ma con enorme piacere. Protagonista indiscusso, un fantastico Sylvester Stallone. Voce cavernosa, fisico possente e tatuato, sguardo appesantito dall’età, volto gonfio da botox e chissà cos’altro, due tre espressioni a disposizione, eppure una presenza scenica mostruosa. Bullet To the Head è Sylvester Stallone. Nella sua incredibile camminata, e nella credibilità con cui ancora oggi, dopo quasi 40 anni di carriera, riesce a rendere ‘amabili’ personaggi come questo, da lui già decine di volte interpretati.

Tosto, violento ma non barbaro, criminale nel sangue ma tutt’altro che assassino a sangue freddo, Sly fa furore nel dover ‘gestire’ il rapporto che non ti aspetti. Quello con un poliziotto. L’odiato poliziotto. Tra i due scatta immediatamente l’odio/amore tipico di questi titoli. Non hanno nulla in comune, appartengono a generazioni differenti, eppure sono costretti ad ‘allearsi’, per sconfiggere il vero bastardo di turno. Ed è qui, nel loro rapporto, che Bullet To the Head diventa esplosivo. Battute fulminanti ed esilaranti piovono come proiettili, dando così al film di Hill l’opportunità di non mollare mai la presa. Sempre teso, avvincente. Non esistono momenti morti. Se non si spara, si ride, con tanto di meritati applausi al buio della sala.

Come spalla di Stallone, tanto ‘grosso’ nel fisico quanto ridicolizzato nel nome (Jimmy Bobo), troviamo Sung Kang, recentemente visto in sala con Fast Five. Il suo poliziotto è moderno, quadrato, razionale, ha un’etica precisa e a suo dire inviolabile, vive con il cellulare nella fondina, ed è pronto ad arrestare l’insolito ‘compagno’ da un momento all’altro. Si odiano, si detestano, vorrebbero uccidersi a vicenda, ma devono fare ‘squadra’ per andare avanti. Pistola alla mano, i due dovranno dare la caccia ad un roccioso Jason Mamoa, ex Conan probabilmente ad un passo dal diventare mercenario in The Expendables 3, visto il riuscitissimo ‘incontro’ tra giganti con Stallone. Lo scontro finale che li vedrà darsele di santa ragione a colpi di ascia (‘ma che siamo vichinghi?‘ da applausi) merita da solo il prezzo del biglietto, per un film che procede come un orologio svizzero fino alla sua impeccabile conclusione, tanto dal risultare perfettamente riuscito. Per quanto tirato, divertente, ‘sporco’ e violento. Ma ora vogliamo il capitolo 2.

Voto di Federico: 8

Bullet To the Head (Usa, 2012, action) di Walter Hill; con Sylvester Stallone, Jason Momoa, Christian Slater, Sarah Shahi, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Sung Kang, Jon Seda, Marcus Lyle Brown, Brian Van Holt, Holt McCallany, Weronika Rosati, Don Yesso, Dominique DuVernay, Dane Rhodes, Don Tai, John L. Armijo, Andrew Breland, Darren Sumner