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Torino 2012 – The Sessions – Gli appuntamenti: recensione in anteprima

The Sessions – Gli appuntamenti, in attesa degli Oscar 2013, conquista il 30. Torino Film Festival: leggi la recensione di Cineblog.

pubblicato 29 Novembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 20:13

Era uno dei titoli più attesi del 30. Torino Film Festival. Lo scriviamo con piacere: The Sessions – Gli appuntamenti non ha deluso le aspettative. Il film di Ben Lewin ha infatti avuto lo stesso riscontro con il quale era stato accolto durante la premiere al Sundance, divertendo e commuovendo il pubblico italiano.

In concorso al festival indie, dove ha vinto il Premio del pubblico e un Premio speciale della giuria per il cast, e vincitore del premio del pubblico a San Sebastián, The Sessions ha lasciato indubbiamente il segno. Tratto dall’autobiografia del giornalista e poeta californiano Mark O’Brien, si tratta di un film non particolarmente esaltante a livello di regia, trovate visive o cose simili. Ma è un prodotto talmente sentito, e in cui si possono trovare tantissimi elementi di valore, che è quasi impossibile non volergli bene sin da subito.

Si tratta anche di una di quelle pellicole, tipicamente indie americane, che magari per tutto il tempo intrattengono con intelligenza e qualità di scrittura, raccontando la propria storia in modo leggermente stralunato, ma dando l’impressione di restare un po’ sulla superficie di queste cose. Poi, quando arriva la “botta finale”, capisci che forse vale la pena (ri)tornare indietro, e capire perché il film ha avuto un effetto così emotivamente forte.


Mark O’Brien, a causa della poliomelite che lo ha colpito da bambino, è costretto a passare il resto della propria vita in un polmone d’acciaio. Non ha mai avuto un rapporto sessuale: adesso, a 38 anni, è determinato a perdere la propria verginità. Lo aiutano l'”assistente tuttofare” Vera, la guida del proprio padre spirituale – al quale chiede costantemente consigli e racconta il proprio avanzamento del mondo “erotico” -, e Cheryl, una sex therapist…

Ben Lewin sembra un regista alla sua opera prima, ed invece è nato nel 1946. The Sessions, infatti, non è affatto né la sua opera prima né la sua opera seconda, anche se potrebbe benissimo esserlo. Lewin ha alle spalle una lunga carriera, anche se ad un certo punto si è fermato (forse per problemi di salute: ecco perché conosce molto bene il mondo che descrive). Per anni si è dedicato solo alla tv e ai documentari: mancava dal grande schermo dal 1994, anno di Lucky Break.

The Sessions gli dà l’occasione di rilanciarsi inaspettatamente alla grande, e di puntare anche a molti premi che contano. Il film ha già ottenuto due nomination agli Independent Spirit Awards, gli Oscar del cinema indie, per i suoi due formidabili attori protagonisti. John Hawkes, lo andiamo ripetendo da un po’, è tra i migliori intepreti in circolazione. Non fossero bastati i ruoli in Un gelido inverno e La fuga di Martha, ecco qui una dimostrazione coraggiosa e camaleontica.

Hawkes, sempre supino e costretto a non muoversi neanche di un millimetro, ci regala un’interpretazione maiuscola, in cui l’espressione facciale, l’intonazione della voce e soprattutto lo sguardo sono tutto. Ad affiancarlo c’è una ritrovata ed altrettanto coraggiosa Helen Hunt, che si mette in gioco innanzitutto dal punto di vista fisico, andando di full frontal in più di un’occasione e non avendo paura del sesso.


Il sesso, poi, è tematica centrale nel film, il quale è tutto scandito dagli appuntamenti tra Mark e Cheryl. Questi incontri, che potranno essere al massimo sei, sono concentrati sull’aiutare Mark a prendere possesso del proprio corpo, imparando a conoscerlo, così da poter in un certo senso “controllarlo”, dopo anni e anni di astinenza totale forzata…

Mark, oltre ai problemi fisici, è però anche un poeta ed un’inguaribile romantico, che si è già innamorato in passato di un’aiutante, Amanda: la prima donna a cui ha detto “Ti amo”. Oggi rischia di ricascare nella “trappola” con Cheryl, il “surrogato sessuale” che gli farà perdere la verginità ed assaporare per la prima volta i piaceri del sesso. Come controllare poi, oltre ai propri impulsi erotici, anche quelli del cuore?

The Sessions è un bel film anche per come tratta proprio la tematica sessuale. Mark è dichiaratamente credente, e il fatto che nella pellicola ci sia un prete (che ha il volto giogione di William H. Macy) potrebbe essere un campanello d’allarme. Invece no: in The Sessions il sesso è vissuto in modo divertito, gioioso, addirittura “utile”. Durante il film, poi, se ne fa tanto e se ne parla in altrettanta quantità: a suo modo ha un effetto liberatorio. E non c’è religione che possa mettere bastoni tra le ruote, soprattutto in casi come quello di Mark.

Voto di Gabriele: 7.5

The Sessions – Gli appuntamenti (The Sessions, USA 2012, Drammatico 98′) di Ben Lewin; con John Hawkes, Helen Hunt, William H. Macy, Moon Bloodgood, Annika Marks, W. Earl Brown, Blake Lindsley, Adam Arkin, Ming Lo, Paul Schulze – Qui il trailer italianoUscita in sala il 14 febbraio.

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