Cannes 2020 NON si farà, l’indiscrezione dalla Francia (smentita dal Festival)
Impossibile organizzare la 73esima edizione di Cannes in piena pandemia. Ma sui social il Festival smentisce qualsiasi illazione.
Ma i giochi sono fatti, insiste LePoint, imboccato da un imprecisato membro del consiglio di amministrazione: “Sarà molto difficile per non dire impossibile selezionare film provenienti da Cina, Corea, Iran, Italia e senza dubbio da una cinquantina di altri Paesi, sapendo che attori e registi non saranno in grado di muoversi. Mostrare film in un auditorium da 2.000 posti [la sala Louis-Lumière ha 2.300 posti, ndr] non sarà possibile per legge e il minimo allarme preoccuperà i partecipanti dell’intero festival. E che dire di Spike Lee, presidente di giuria? Conosciamo l’ipersensibilità di Hollywood ai problemi di igiene. Neanche riesco ad immaginarlo rimanere quindici giorni in mezzo a una folla in uno stato di salute incontrollato. ”
D’altronde anche Hollywood si è chiusa a riccio, con Donald Trump che ha annunciato lo Stato di Emergenza e tutte le principali produzioni fermate fino a data da destinarsi. Nessuna major, questo è poco ma sicuro, invierebbe i propri film, con relativo cast al seguito, sulla Croisette. Ultimo, ma non meno importante, contemporaneamente alla competizione si tiene il mercato cinematografico internazionale, dove nel 2019 hanno partecipato 12.527 persone provenienti da 121 Paesi. Gli organizzatori del Festival hanno stimato che l’edizione 2019, insieme a tutti gli eventi associati, ha attirato qualcosa come 60.000 visitatori al giorno, oltre ai 5.000 giornalisti accreditati. Anche solo una sospetta contaminazione da Coronavirus porterebbe alla totale quarantena, apocalittico scenario che nessuno vorrebbe vivere sulla propria pelle. Ci sono poi gli sponsor e i partner del Festival, tutt’altro che entusiasti all’idea di un simile rischio. Chopard, L’Oréal, Renault preferirebbero un ‘anno bianco’, rispetto ad un Festival minacciato dall’incubo Covid-19. Infine, produttori e distributori di tutto il mondo stanno rinviando le uscite di decine e decine di film. E allora perché qualcuno dovrebbe presentare un lungometraggio sulla Croisette a maggio, con il rischio che la release della pellicola slitti a fine 2020, se non addirittura al 2021?
Anche l’estrema ipotesi di un rinvio è difficilmente praticabile, perché in autunno ci sono non pochi Festival. Dal 2 al 12 settembre si terrà la Mostra del Cinema di Venezia, dal 10 al 20 il Festival di Toronto. Poi arriveranno quelli di New York, Londra e il Telluride, in Colorado, che in funzione Oscar ha un peso importante. Per quanto fino a pochi giorni fa il direttore generale Thierry Frémaux abbia provato a rassicurare tutti, ribadendo che il Festival avrebbe preso vita il prossimo 12 maggio, Cannes 73 potrebbe vedersi solo nel 2021. Ma dall’account social del Festival insistono e smentiscono: “Nonostante alcuni titoli sensazionalistici, non c’è nulla di nuovo. Quando verrà il momento, prenderanno una decisione tutti insieme verso metà aprile“. Il 16, come detto, ci sarà la conferenza stampa ufficiale.
Malgré certains titres à sensation, il n’y a aucun élément nouveau concernant le Festival de #Cannes2020.
— Festival de Cannes (@Festival_Cannes) March 14, 2020