Cina, restrizioni ed incentivi per far riprendere le produzioni di film e serie TV
Zhang Yimou torna sul set di Impasse, stesso dicasi per il film prodotto da Diao Yinan
Sebbene a piccoli passi, l’industria cinematografica e televisiva cinese pare stiano ripartendo. Dopo la forzata sospensione, svariate produzioni stanno tornando a regime, malgrado a fronte di alcune misure preventive. La situazione cambia da provincia a provincia, ma in linea di massima è richiesto dai membri delle troupe di sottoporsi ad una quarantena di due settimane, dopodiché, sempre nell’ottica della prevenzione, questi stessi professionisti debbono rispondere ad un questionario di venticinque domande, senza sbagliarne una, prima di poter tornare a lavorare.
Le misure prevedono inoltre assembramenti non superiori alle cinquanta persone per set in totale. Oltre alle serie televisive, a riprendere i lavori è Zhang Yimou, alle prese con il suo primo film di spionaggio, Impasse, le cui riprese si svolgono a Datong, nella provincia dello Shanxi. Lo stop in questo caso è stato sensibile: oltre cinquanta giorni. Riparte anche la produzione di Moses in the Plain, film prodotto da Diao Yinan (regista de Il lago delle oche selvatiche, presentato a Cannes l’anno scorso) e diretto da Zhang Ji. In questo caso si è tornati a girare il 26 marzo, nella provincia di Jilin.
Da notare che in alcune aree della Cina sono state prese delle misure di carattere economico, per aiutare le varie compagini dell’industria a ripartire. Secondo quanto riportato da CGTN, l’iniziativa fin qui riguarda Pechino, Shanghai, e le province di Zhejiang e Jiangsu. Si fa riferimento a dei contributi che aiutino a coprire le spese per l’affitto dell’attrezzatura, così come vitto e alloggio per tutti i membri di troupe e cast.
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