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The Grey: Recensione di Cineblog

Oggi esce al cinema The Grey, protagonista Liam Neeson. Ecco la nostra recensione

pubblicato 5 Dicembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 19:36

Torna al cinema Liam Neeson, la cui voluminosa agenda riporta ancora un ultimo film per questo 2012. Stiamo parlando di The Grey, che dopo il flop (evidentemente non in termini commerciali, dato il più che positivo riscontro al botteghino) con Taken – La vendetta, tenta con un progetto totalmente nuovo, ossia The Grey, di Joe Carnahan. Quest’ultimo, invece, torna sul grande schermo dopo il modesto A-Team, anche in quel caso in coppia con Neeson nei panni di Hannibal.

Con The Grey si cambia totalmente registro. Ce lo dicono le premesse, così come la realizzazione. Incerta a nostro parere, nonostante goda di alcuni momenti notevoli. Il fulcro della vicenda ruota attorno a John Ottway (Liam Neeson), un misterioso tiratore scelto ingaggiato da una compagnia petrolifera per proteggere i propri operai. Da chi? Beh, ci troviamo in Alaska, nel bel mezzo di un’immensa distesa ghiacciata, habitat di parecchie bestie selvatiche; lupi su tutti.

Ci mettiamo poco, dunque, a realizzare dove Carnahan intenda condurci. Quello di The Grey è un contesto che, ancora una volta, ci porta a riflettere sull’incontro/scontro tra Uomo e Natura, offrendo chiavi di lettura su cui già altri si sono soffermati in precedenza. Ciò che bisogna a questo punto comprendere è quanto il ritratto del regista americano aggiunga o tolga a questo genere di produzioni.

The Grey ha inizio con un lungo monologo, a tratti surreale per quanto vediamo sullo schermo. Un tenore che lascia fraintendere l’intera prosecuzione del film, ben più ordinaria di queste prime fasi, tendenti più ad un’impronta vagamente poetica. Peccato, perché il taglio con cui vengono forgiati i primi dieci minuti attira la nostra attenzione, rendendo accattivante una vicenda e un personaggio riguardo cui sembrerebbe valer la pena conoscere di più.

Tuttavia la pellicola ci mette poco a precipitare. Come una beffarda metafora, le sorti di The Grey seguono esattamente la stessa dell’aereo su cui John e alcuni operai tentano di tornare a casa. Travolti da una bufera, il velivolo su cui viaggiano si schianta al suolo a seguito di una tremenda avaria. Si tratta di immagini che ci restituiscono in maniera abbastanza coinvolgente (o forse sarebbe meglio dire, travolgente) l’avvicendarsi degli attimi che scandiscono l’incidente. Ottimo utilizzo della computer grafica, quindi, per nulla invasiva ed assolutamente integrata a tutto il resto. Ma come abbiamo evidenziato poco sopra, è lo schianto a trascinare con sé il film.

A quel punto sembra di trovarsi nel medesimo set di Alive – Sopravvissuti, pellicola opportunamente menzionata proprio da uno dei superstiti. Ed è a partire da qui che The Grey rischia paurosamente e costantemente di perdersi, proprio laddove comincia. Da quel momento in avanti coloro che sono scampati alla tragica morte devono sottostare alle leggi della natura. La stessa che li ha costretti a quella situazione.

John è l’unico del gruppo che sembra conoscere il fatto suo; sa come muoversi perché conosce i movimenti di quelli che d’ora in avanti saranno i suoi (loro) inseguitori, ossia un branco di lupi. Ha qui inizio la caccia, perché in quell’ambiente l’uomo non può essere altro che una facile preda. Preda delle belve che popolano quell’area, ma anche dell’ambiente stesso, ostile a certi ospiti.

Fa specie notare come, alla luce di un avvio tutto sommato promettente, pochi ma rilevanti elementi finiscano col vanificare il tutto. I dialoghi, per esempio. Un cliché dopo l’altro che si susseguono con pedante costanza. Non ci si aspetta certo un alto grado di lucidità in condizioni estreme come quelle, ma allora perché buttarla sul metafisico a quel modo? I vari personaggi si trovano attorno a un falò, allorché il più profondo tra tutti tenta di trovare una spiegazione a quella disgrazia chiamando in causa Dio. Ci sta. Se non fosse che tale incipit dia adito ad una serie di battute poco riuscite, masticate troppo a lungo perché ancora possano avere un sapore. C’è chi si affida in maniera sconclusionata alla fede e chi invece se ne tiene alla larga, motivando tale distanza con la consapevolezza di “doversela cavare da solo”. Argomento che ritorna, sul finire, quando il personaggio di Neeson si lascia andare a qualche scusabile imprecazione al cielo, che lascia comunque perplessi.

Non fosse per questo, però, The Grey fatica in ogni caso a farci partecipi di ciò che intende raccontare. Non tanto la progressione degli eventi, che si dipana in maniera piuttosto elementare, quanto i singoli episodi lasciano l’amaro in bocca. Come già ravvisato, Carnahan non indovina un dialogo, ed il continuo accerchiamento dei lupi ai danni dei sopravvissuti perde di mordente troppo presto, purtroppo.

Talvolta suscitando anche qualche involontario sorriso, come quando sembra instaurarsi un patto tacito tra il leader degli uomini e quello dei lupi per uccidere l’unica scheggia impazzita del primo gruppo. Esatto, c’è anche l’immancabile doppio, tema condotto a dire il vero in discreta, salvo poi mandare tutto in malora col più classico dei finali (inopportunamente allungato di qualche secondo dopo i titoli di coda).

Cosa riusciamo a salvare, allora, da The Grey? A conti fatti, qualcosa c’è. Anzitutto l’ambientazione, sfondo dall’innegabile fascino, capace di generare un misto di attrazione e repulsione per via di certi suoi amabili scorci, che si alternano all’inquietudine del buio che ingoia praticamente ogni cosa. Restano due/tre sequenze d’impatto, come il già citato disastro aereo, oppure l’attraversamento di un precipizio aggrappati a una corda. In più, nonostante tutto, il miglior Liam Neeson del 2012 (e pure qualcosa in più). Ma salvo tali sporadiche impennate, The Grey si muove per lo più sul filo dell’inconcludente, essenzialmente per via di una sceneggiatura piuttosto povera.

Alcuni potrebbero apprezzare talmente tanto l’atmosfera da lasciarsi distogliere da tutto il resto. Ma poiché non ce la sentiamo affatto di garantire che ciò accada, anzi, preferiamo andarci cauti. Inutile il tentativo di Carnahan nel metterci una pezza sopra in fase di regia, alla luce di un’idea potenzialmente interessante eppure sviluppata in maniera apparentemente così approssimativa.

Voto di Antonio: 5

The Grey (USA, 2012) di Joe Carnahan. Con Liam Neeson, Frank Grillo, Dermot Mulroney, Dallas Roberts, Joe Anderson, Nonso Anozie, James Badge Dale, Ben Bray, Anne Openshaw, Peter Girges, Jonathan Bitonti, James Bitonti, Ella Kosor, Jacob Blair, Lani Gelera e Larissa Stadnichuk. Nelle nostre sale da oggi, 5 Dicembre. Qui trovate il trailer italiano.