A proposito di Davis: le recensioni dagli Usa e dall’Italia
Diamo un’occhiata alle recensioni di “A proposito di Davis” diretto dai fratelli Coen con Oscar Isaac protagonista
Avete visto questo week-end A proposito di Davis dei fratelli Coen? Io devo ancora vederlo (amo i Coen!) ed effettivamente non sto più nella pelle perché dopo la nostra entusiastica recensione, ho letto le critiche Americane e Italiane e… Wow! Vi dico solo che su Rotten, mentre scrivo, la percentuale delle recensioni positive è del 94%.
Bill Goodykoontz – Arizona Republic: E’ una delle più strane e soddisfacenti esperienze cinematografiche dell’anno, uno di quei film in cui non si può veramente apprezzare ciò che hai visto finché non è finito. Devi solo avere fiducia perché il viaggio ne vale la pena. Voto: 4.5 / 5
JR Jones – Chicago Reader: l’humor nero dei primi film dei Coen ha maturato nel corso degli anni un marchio triste che li mette a paragone con Billy Wilder ed Ernst Lubitsch.
Richard Roeper – Richard Roeper.com: I fratelli Coen hanno realizzato un pezzo unico. Voto: 4.5 / 5
Colin Covert – Minneapolis Star Tribune: Se non fosse per qualche forzata economica gag lo definirei il (quasi) perfetto film dei Coen. Voto: 4/4
Calvin Wilson – St. Louis Post-Dispatch: Oscar Isaac può ricordare un giovane Al Pacino. E come Pacino, è attraente anche quando è sgradevole. Voto: 4/4
Chris Vognar – Dallas Morning News: Ogni angolo di strada è irto di autenticità. Ogni canzone atterra esattamente dove e come dovrebbe stare. Voto: A
Rene Rodriguez – Miami Herald: il film, come la musica di Llewyn, viene dal cuore ed è molto sentito. Voto: 4/4
Michael Phillips – Chicago Tribune: Alcuni cavilli. Ma vale la pena di vederlo. Voto 3.5 / 4
David Thomson – The New Republic: non sembra possedere la vita interiore che un artista deve portare in superficie.
Peter Rainer – Christian Science Monitor: come un medley blues, i fratelli Coen al massimo della forma, ti fanno sentire bene (anche se con un retrogusto acidulo). Voto: A-
Andrew O’Hehir – Salon.com: “A proposito di Davis” è uno dei più ricchi, strani e potenti film dei Coen.
Dana Stevens – Slate: nonostante il suo cupo pessimismo, il film è quasi romantico a suo modo. E’ una parabola enigmatica sull’ambizione e il fallimento, sulla solitudine e l’insicurezza di cercare di vivere come un artista.
Joe Morgenstern – Wall Street Journal: il fulcro del film è la prestazione fenomenale di Mr. Isaac.
Elizabeth Weitzman – New York Daily News: dovete vederlo, se siete disposti ad abbracciare la malinconia del film. Voto: 5/5
Claudia Puig – USA Today: Brillantemente recitato, girato magnificamente e del tutto accattivante. Voto: 3/4
Richard Corliss – TIME Magazine: I fratelli hanno creato un personaggio che è difficile da amare. Come le vecchie canzoni del suo repertorio, diventa rapidamente vecchio e noioso.
Jordan Hoffman – Film.com: Uno dei migliori e più sobri film sul processo di lutto. Voto: A
Scott Foundas – Variety: Il risultato è un film che evita accuratamente i problemi endemici della maggior parte dei film d’epoca – e dei biopic in particolare – a favore di una giocosa realtà soggettiva.
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: È un film personalissimo dove lo spaccato di certa scena culturale e politica del “Village” è come alluso, o meglio sublimato a livello di atmosfera, di temperie d’epoca tramite un sotteso tessuto di rimandi (Kerouac, Capote); è una commedia nera giocata nel registro kafkiano congeniale agli autori e popolata dei loro tipici personaggi: a partire dall’inesistente musicista del titolo, il quale più che a Van Ronk somiglia a Barton Fink. Usando uno schema circolare (la fine coincide con l’inizio), i Coen imbastiscono il film in soggettiva sull’inquieto girare a vuoto del protagonista – a un certo punto con l’ingombrante compagnia di un gatto che dovrebbe riportare ai proprietari – cosicché la nota dominante è quella onirica (bella fotografia di Bruno DelBonnel). In ogni caso il quadro resta costantemente irradiato dalla scontrosa umanità di Llewyn che Oscar Isaac incarna con padronanza e sensibilità, interpretando lui stesso brani d’epoca arrangiati dal grande T Bone Burnett.
Alberto Crespi – l’Unità: Toccante ritratto della scena folk anni ’60, A proposito di Davis è divertente e commovente, sprizza genialità da ogni poro. Se amate Dylan e i folk singer Usa, è il film della vostra vita. Se non li avete mai ascoltati, è il momento di cominciare.
Maurizio Acerbi – il Giornale: Il film è un intelligente coacervo di figure indimenticabili, pur con rapide apparizioni nella storia. Colonna sonora da brividi, humor nero e pura poesia. I Coen al loro massimo splendore.
Paolo D’Agostini – la Repubblica: Molte canzoni, esecuzioni scrupolosamente integrali e dal vivo, gli attori cantano con le loro voci: il protagonista Oscar Isaac e con lui Carey Mulligan, Justin Timberlake e altri. Grande “partecipazione” di John Goodman jazzista dandy drogatissimo.