Sanremo, l’AGIS dalla parte del Ministro Franceschini
Per bocca del suo presidente, l’AGIS si schiera apertamente dalla parte del Ministro Franceschini nella diatriba sul pubblico a Sanremo
Sta tenendo banco in questi giorni la diatriba a distanza tra Amadeus ed il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini. Dopo la presa di posizione di quest’ultimo in merito all’opportunità di avere un’edizione del Festival di Sanremo con la presenza di pubblico, possibilità risolutamente negata, il presentatore e direttore artistico pareva essere in procinto di dimettersi, cosa che non accadrà. Il diniego del Ministro ha tuttavia trovato favore presso il presidente dell’AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, Carlo Fontana, che ha manifestato pieno sostegno alla posizione di Franceschini, motivando il tutto come segue.
Sottoscriviamo le parole del Ministro Franceschini, che si è fatto interprete dell’opinione della stragrande maggioranza degli operatori, degli artisti e dei lavoratori dello spettacolo, ribadendo con forza il doveroso rispetto delle regole, segnalando come quanto previsto dall’attuale DPCM nei confronti dei luoghi di spettacolo non debba e non possa essere derogato, come invece negli ultimi giorni è trapelato in merito all’organizzazione del Festival.
In altre parole viene nemmeno tanto velatamente evocato il solenne «la Legge è uguale per tutti», specie dopo un anno così provante per l’intero settore e le categorie ad esso collegate. Il problema, semmai, sembrerebbe risiedere nelle possibili soluzioni, o quantomeno nella volontà di trovarne, visto la fase stagnante, ed in maniera vieppiù pericolosa, in cui il mondo dello spettacolo oramai staziona da troppi mesi. A tal proposito chiosa Fontana:
Nel momento in cui ogni attività di spettacolo è interdetta al pubblico sarebbe gravissimo accettare ogni tipo di espediente, quando invece la vera e propria battaglia è quella di adottare soluzioni, che chi auguriamo arrivino presto, per una celere e definitiva riapertura di tutti i cinema e teatri.
Non è insomma semplice esprimersi in maniera netta a riguardo. Già ad ottobre, quando si decise di chiudere nuovamente le sale, c’era chi in maniera francamente sensata faceva notare che i cinema fossero probabilmente le strutture più sicure, motivo per cui si sarebbe potuto optare per una soluzione meno drastica. Ad oggi le soluzioni alle quali allude Fontana sembrano ancora un miraggio, e alla luce dei dati devastanti giuntici in via definitiva da Cinetel, c’è da augurarsi che si sia in grado di andare oltre gli auspici, facendo l’opportuna pressione, nelle giuste sedi, affinché l’attuale situazione venga smossa da decisioni non facili ma oltremodo necessarie (rinviabili non lo erano nemmeno dopo l’estate).