Air Force One: lo sceneggiatore Andrew Marlowe parla di un potenziale sequel o reboot
Lo sceneggiatore di Air Force One rivela di essere stato contattato per un sequel o reboot del classico action anni 90 con Harrison Ford e Gary Oldman.
Air Force One del 1997 vede Harrison Ford in una doppia veste: maturo eroe d’azione e Presidente degli Stati Uniti alle prese con un team di terroristi dirottatori capeggiati nientemeno che da Gary Oldman in un altro ruolo da villain. Oldman e compagni prendono possesso dell’aereo presidenziale costringendo Ford ad una lotta senza tregua per salvare i suoi collaboratori e la sua famiglia.
Il film vede alla regia il Wolfgang Petersen di Virus Letale e La tempesta perfetta che dirige da da una sceneggiatura di Andrew Marlowe che successivamente scriverà anche l’apocalittico Giorni contati con Arnold Schwarzenegger e L’uomo senza ombra con Kevin Bacon, per poi dedicarsi a tempo pieno al piccolo schermo creando le serie tv Castle e più recentemente The Equalizer.
durante una recente intervista con SyFy, Marlowe ha parlato di un possibile sequel o reboot di “Air Force One”, aggiungendo che si tratta di un progetto per cui è stato contattato.
Harrison come presidente va da qualche parte, è su una portaerei dell’aeronautica militare, viene attaccata, si trova nel mezzo di una situazione geopolitica instabile. E quindi, ci sono cose che può e non può fare, perché non vuoi peggiorare la situazione. Lui deve barcamenarsi in questo frangente ed è la persona al centro di tutto. Ci sono molte variazioni e possibili svolte narrative, ma non siamo arrivati al punto in cui siamo tutti tipo, “Ah, è perfetto! Non ripeteremo il primo film”. Lo usiamo solo come punto di partenza.
Per quanto riguarda un possibile reboot, Marlowe ha precisato:
La gente ne ha parlato, la gente ne parla ancora. Penso che siamo in un periodo in cui, se hai avuto qualcosa che ha avuto un successo straordinario, la gente vuole vedere se può sfruttare quella proprietà. Ma ancora una volta, penso che il nostro obiettivo sia: “Stiamo dicendo qualcosa di nuovo? Stiamo dicendo qualcosa di rilevante per la cultura attuale?” Non vogliamo fare qualcosa che sia solo uno sfruttare il racconto, vogliamo fare qualcosa che sembri avere uno scopo nel mondo…Inoltre quando lo stavamo facendo all’epoca, la presidenza e quella posizione non erano così politicamente cariche come lo sono oggi. E quindi, penso che ci siano sfide specifiche nel farlo nel clima contemporaneo che dovremmo capire. Ma credetemi, la gente continua a parlarne.