Alberto Bevilacqua è morto: il ricordo di Cineblog
Alberto Bevilacqua è morto all’età di settantanove anni per un arresto cardiocircolatorio. Cineblog lo ricorda per i suoi film diretti e sceneggiati.
Alberto Bevilacqua è morto: lo scrittore, giornalista, sceneggiatore e regista di Parma, classe 1934, si è spento stamattina alle 10.10 nella clinica Villa Mafalda a Roma a causa di un arresto cardiocircolatorio. L’uomo, malato da tempo, era stato ricoverato l’11 ottobre scorso, per uno scompenso cardiaco.
Bevilacqua, scrittore e poeta molto prolifico, apprezzato dal pubblico di tutto il mondo (le sue opere sono conosciute in Europa, Stati Uniti, Brasile, Cina e Giappone) e dalla critica (Premio Campiello nel 1966 con Questa specie d’amore, Premio Strega nel 1968 con L’occhio del gatto, Premio Bancarella nel 1972 con Un viaggio misterioso e nel 1991 con I sensi incantati), ha contribuito in prima persona a rendere grande il cinema italiano, sceneggiando una decina di film (da Seddok l’erede di Satana a La cuccagna, da La smania addosso a I tre volti della paura, da La mia signora a Terrore nello spazio, da La califfa a Questa specie d’amore, da Anastasia mio fratello ovvero il presunto capo dell’Anonima assassini a Attenti al buffone, da Tutto suo padre a Bosco d’amore, da La donna delle meraviglie a Tango blu, fino a Gialloparma) e sedendosi dietro la macchina da presa per otto volte, girando La califfa, Questa specie d’amore, Attenti al buffone, Bosco d’amore, Le rose di Danzica (miniserie tv), La donna delle meraviglie, Tango blu e Giallo Parma.
Nel suo breve, ma importante rapporto con il cinema, Bevilacqua ha vinto un David di Donatello per la migliore sceneggiatura (Attenti al buffone, 1975), un Globo d’oro per il miglior film (Questa specie di amore, 1972), un Nastro D’Argento per il migliore soggetto (Questa Specie d’amore, 1972), un Nastro D’Argento per la migliore sceneggiatura (Questa specie d’amore, 1972), un Nastro D’Argento come miglior regista esordiente (La califfa, 1970) ed è stato nominato al Leone d’Oro 1981 per Bosco d’amore e alla Palma d’oro 1971 per La Califfa.